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Rapina con violenza una donna marocchina.

Mercoledì, 21 Agosto 2019 12:02 Pubblicato in Basso Tirreno

Lamezia T. La Polizia di Stato di Lamezia Terme ha tratto in arresto E. T. A., di 34 anni, di origini marocchine, ma residente in Lamezia Terme, con l'accusa di avere rapinato una donna.

I fatti risalgono allo scorso 13 agosto, quando una Volante del Commissariato di Lamezia era intervenuta dopo la segnalazione di un’aggressione ai danni di una donna.

 

 

 

 

Le indagini hanno permesso di accertare che la vittima, anche lei di origini marocchine ma residente a Lamezia Terme, dopo aver effettuato un prelievo di euro 150 ad uno sportello Bancomat, nel rientrare a casa a piedi, era stata aggredita alle spalle da uno sconosciuto che l’aveva spintonata facendola cadere a terra e contestualmente l’aveva rapinata della borsa che conteneva la somma totale di 180 euro.

La donna, inseguita dal rapinatore, si era rifugiata nell’abitazione di un connazionale dove il rapinatore l’aveva raggiunta, picchiata e minacciata con un coltello, ma il proprietario dell’abitazione in cui la donna si era rifugiata era riuscito a disarmarlo costringendolo alla fuga.

Le indagini hanno permesso di identificare il rapinatore, trovandolo in possesso di una parte della somma rapinata.

All'uomo è stata, quindi, notificata una ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Lamezia Terme per i reati di rapina, lesioni personali e violenza privata, con le indagini che sono state coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Marta Agostini.

Ieri sera si è ufficialmente aperta la vera crisi di governo con le dimissioni presentate al Capo dello Stato da parte del Premier Conte. Oggi e domani cominceranno le consultazioni con i vari partiti politici, ma sono una farsa, perché già Pd e Movimento 5 Stelle in contatto da diversi giorni hanno concluso l’accordo. Voi chiamatelo come volete, io lo chiamo inciucio. Avremo così un governo giallorosso che sostituirà quello gialloverde.

 

 

Ho ascoltato con la massima attenzione le dichiarazioni dei vari partiti politici e in particolar modo la presa di posizione del Pd. Il Pd vuole andare al governo a tutti i costi, non vuole le elezioni politiche anticipate. E allora è prontissimo a collaborare col M5Stelle però ad una condizione: discontinuità da quanto visto in questi mesi. In altre parole il M5S dovrebbe dire agli italiani di avere sbagliato e rinnegare tutto quello che di buono si è fatto in un anno di legislatura insieme alla Lega di Salvini. Lo faranno, lo faranno, perché no? A loro cosa costerebbe? Nulla. Alle giravolte del M5Stelle ci siamo ormai abituati. Anche il Premier Conte, arrivato al capolinea, ieri pomeriggio, al Senato, improvvisamente ha cambiato idea e ha incominciato a criticare e a inveire contro Salvini, fino a prova contraria ancora suo Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Interni, che osannava e fedelmente seguiva. Tutti gli atti di Salvini sono stati controfirmati da Conte. Si stringevano le mani ( anche ieri pomeriggio prima di parlare gli ha stretto le mani e gli ha chiesto come stava), orgogliosamente si battevano le mani sulle spalle. Ora, tutto ad un tratto, il suo Vice è diventato inaffidabile, cattivo, razzista, irresponsabile di aver agito per interessi personali e di partito e pure scansafatiche. Mentre lui a Palazzo Chigi lavorava, il suo Vice se ne stava sulle spiagge italiane in un tour elettorale e faceva selfie con i simpatizzanti della lega, disertando le riunioni dei Ministri dell’Interno europei e mai mettendo piedi al Viminale. Ma queste cose perché non le ha dette prima? Lui dov’era? Fino ad ieri erano insieme, felici e contenti. Oggi si sono separati. Si odiano, si sono scagliate battute al vetriolo che hanno fatto venire la pelle d’oca a vari parlamentari. Conte ha infierito contro il capo leghista e ha provato a farsi una verginità nella speranza che sia lui a formare una nuova maggioranza diversa. Si è scoperto di sinistra e ha aperto al Pd. Avrà l’appoggio di Zingaretti, segretario del Pd? Di Veltroni, di D’Alema, di Gentiloni, di Franceschini, di Renzi, di altri falliti e trombati dagli elettori certamente. Questi sono in crisi di astinenza di poltronite. Ma non vi sembra davvero ridicolo un governo Pd- Movimento 5 Stelle, dopo tutto quello che si son detti in questi anni? Ma in politica, dirà qualcuno, tutto cambia in fretta e così i supporters dell’ineffabile Grillo ci diranno che quelle sono cose oramai morte e sepolte. Oggi, invece, per il bene del paese (leggi per conservare le comode poltrone e percepire un lauto stipendio parlamentare) siamo costretti a turarci il naso e formare un nuovo Governo anche col Pd, il nostro acerrimo nemico, per non andare al voto e per non consegnare all’odiato, al fascista, al nazista, al razzista Salvini il Governo su un piatto d’argento.

Ieri sera si è ufficialmente aperta la vera crisi di governo con le dimissioni presentate al Capo dello Stato da parte del Premier Conte. Oggi e domani cominceranno le consultazioni con i vari partiti politici, ma sono una farsa, perché già Pd e Movimento 5 Stelle in contatto da diversi giorni hanno concluso l’accordo. Voi chiamatelo come volete, io lo chiamo inciucio. Avremo così un governo giallorosso che sostituirà quello gialloverde. Ho ascoltato con la massima attenzione le dichiarazioni dei vari partiti politici e in particolar modo la presa di posizione del Pd. Il Pd vuole andare al governo a tutti i costi, non vuole le elezioni politiche anticipate. E allora è prontissimo a collaborare col M5Stelle però ad una condizione: discontinuità da quanto visto in questi mesi. In altre parole il M5S dovrebbe dire agli italiani di avere sbagliato e rinnegare tutto quello che di buono si è fatto in un anno di legislatura insieme alla Lega di Salvini. Lo faranno, lo faranno, perché no? A loro cosa costerebbe? Nulla. Alle giravolte del M5Stelle ci siamo ormai abituati. Anche il Premier Conte, arrivato al capolinea, ieri pomeriggio, al Senato, improvvisamente ha cambiato idea e ha incominciato a criticare e a inveire contro Salvini, fino a prova contraria ancora suo Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Interni, che osannava e fedelmente seguiva. Tutti gli atti di Salvini sono stati controfirmati da Conte. Si stringevano le mani ( anche ieri pomeriggio prima di parlare gli ha stretto le mani e gli ha chiesto come stava), orgogliosamente si battevano le mani sulle spalle. Ora, tutto ad un tratto, il suo Vice è diventato inaffidabile, cattivo, razzista, irresponsabile di aver agito per interessi personali e di partito e pure scansafatiche. Mentre lui a Palazzo Chigi lavorava, il suo Vice se ne stava sulle spiagge italiane in un tour elettorale e faceva selfie con i simpatizzanti della lega, disertando le riunioni dei Ministri dell’Interno europei e mai mettendo piedi al Viminale. Ma queste cose perché non le ha dette prima? Lui dov’era? Fino ad ieri erano insieme, felici e contenti. Oggi si sono separati. Si odiano, si sono scagliate battute al vetriolo che hanno fatto venire la pelle d’oca a vari parlamentari. Conte ha infierito contro il capo leghista e ha provato a farsi una verginità nella speranza che sia lui a formare una nuova maggioranza diversa. Si è scoperto di sinistra e ha aperto al Pd. Avrà l’appoggio di Zingaretti, segretario del Pd? Di Veltroni, di D’Alema, di Gentiloni, di Franceschini, di Renzi, di altri falliti e trombati dagli elettori certamente. Questi sono in crisi di astinenza di poltronite. Ma non vi sembra davvero ridicolo un governo Pd- Movimento 5 Stelle, dopo tutto quello che si son detti in questi anni? Ma in politica, dirà qualcuno, tutto cambia in fretta e così i supporters dell’ineffabile Grillo ci diranno che quelle sono cose oramai morte e sepolte. Oggi, invece, per il bene del paese (leggi per conservare le comode poltrone e percepire un lauto stipendio parlamentare) siamo costretti a turarci il naso e formare un nuovo Governo anche col Pd, il nostro acerrimo nemico, per non andare al voto e per non consegnare all’odiato, al fascista, al nazista, al razzista Salvini il Governo su un piatto d’argento.

Zingaretti dice no ad un Conte bis

Mercoledì, 21 Agosto 2019 08:35 Pubblicato in Politica

Oggi alle 11.00 si riunisce la direzione del PD

Verrà fuori la linea del PD con presunta e cercata condivisione tra le varie anime dem.

Ma soprattutto verrà fuori la composizione della delegazione per il Quirinale

Zingaretti comunque ha già indossato la giacca per andare il Quirinale.

Egli dice poi che solo con un governo “solido” si potrebbe non andare alle elezioni.

 

Niente governicchi, cioè come quello appena conclusosi.

Proprio per la ricerca di un governo forte Zingaretti potrebbe presentare alcuni punti sui quali lavorare.

Saranno vincenti i 'trattativisti' che spingono per una formula che impegni il Pd su alcuni punti fondamentali per un governo forte che abbia prospettiva di legislatura?

C’è molto scetticismo, però, su un governo Pd-M5S, ma si sa che meno è voluto e più è fattibile.

E poi è difficile credere che il PD voglia andare alle elezioni.

Renzi in primis:

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