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Redazione TirrenoNews

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Lettera aperta alla Amantea del turismo

Martedì, 03 Settembre 2019 20:52 Pubblicato in Campora San Giovanni

E’ pacifico che il turismo sia importante per la nostra città.

Ed è altrettanto pacifico che lo sviluppo del turismo dipende da tantissime cose.

Tra le tante la attenzione formale e sostanziale ai ragazzi ed ai loro giochi.

Parliamo, per esempio, delle gare con i carretti in legno con cuscinetti a sfere che si svolgevano lungo la discesa di via Indipendenza

Gare che oggi non sono più possibili dopo la realizzazione del selciato che ha sostituito il bitume.

Tantomeno con i carretti.

Ma è sicuramente possibile effettuare gare con le auto a pedali della foto finale

Magari sul lungomare, od in Via Vittorio Emanuele od in Via Margherita o nell’area del PIP.

Le auto a pedali potrebbero essere acquistate in parte dal comune, in parte dagli alberghi, in parte dai commercianti ed in parte dalle associazioni, quali le Pro Loco, eccetera.

Per i più grandi, invece, come avviene in diverse parti in Italia vorremmo proporre il riuso dei carretti di legno quelli auto realizzati con cuscinetti a sfere. Vedi foto iniziale.

Come avveniva un tempo quando “noi” ragazzi ci inventavamo i giochi e le attrezzature.

Il percorso più bello sarebbe quello di Via Nazionale che presenta un pendenza oltremodo opportuna.

Basterà qualche balla di paglia alla curva cosiddetta “delle monache” ed in particolare davanti alla ex farmacia Morelli per accedere in sicurezza su via Vittorio Emanuele ed infine all’arrivo in Piazza Cappuccini.

Anche a Campora SG esiste un buon percorso che coincide un tratto della SP e successivamente con una delle traverse nella parte alta di Corso Italia.

Scarsi i costi grande il divertimento.

Su auto con targhe false, forza due posti di blocco.

Martedì, 03 Settembre 2019 19:17 Pubblicato in Mondo

B.S., tunisino di 24 anni, di stanza a Ventimiglia e richiedente asilo, dopo aver forzato nel tardo pomeriggio di venerdì un posto di blocco presso il casello autostradale A8 a bordo di una Volkswagen Golf con targa svizzera, si dirigeva in Italia a velocità sostenuta.

Dell’accaduto la Dogana francese informava la Polizia di Frontiera dell’inseguimento in atto, in virtù degli Accordi bilaterali in materia di inseguimento oltre frontiera, cosiddetto “Piano d’Allerta”.

Nel contempo, la pattuglia della Polizia di Frontiera, tempestivamente allertata dalla Sala Radio, si dirigeva immediatamente presso la barriera autostradale ed una volta raggiunta la stessa, predisponeva un posto di blocco attivando tutti i dispositivi di sicurezza, ivi compresi i giubbotti antiproiettile.

Alla vista della vettura, che sopraggiungeva a grande velocità, i Poliziotti intimavano l’ “ALT”; ciò nonostante, l’autista, incurante sia della Polizia che del pericolo a cui sottoponeva anche gli altri automobilisti, proseguiva la fuga a folle velocità in direzione Ventimiglia, forzando la sbarra del casello.

Immediatamente inseguita dagli uomini del dirigente la Polizia di Frontiera, dr Martino Santacroce, la vettura con lo straniero a bordo, correndo in modo tale da porre in serio pericolo l’incolumità dei numerosi passanti, poiché giorno di mercato, dopo aver anche urtato una vettura durante la corsa, andava ad impattare violentemente contro le recinzioni di un cantiere presso il passaggio a livello in via Tenda, danneggiandolo vistosamente.

Lo straniero, inseguito a piedi dalla Polizia, scappava lungo i binari riuscendosi a nascondere nella folta vegetazione presente in quel punto e facendo perdere le proprie tracce.

Venivano diramate le ricerche dello straniero, riconosciuto dagli Agenti della frontiera durante l’inseguimento, ricerche alle quali prendevano parte poliziotti del locale Commissariato, dei Carabinieri e della Polizia ferroviaria, proseguite durante tutta la notte.

Per quanto concerne la vettura, una Golf con targa svizzera, i successivi accertamenti effettuati anche presso il Centro di Cooperazione di Ponte Chiasso, permettevano di scoprire che le targhe risultavano totalmente false e che il telaio non risultava censito nei veicoli immatricolati in Svizzera. Il mezzo veniva posto sotto sequestro.

L’attività info investigativa del personale della squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia di Frontiera permetteva di individuare il mattino seguente, il soggetto ricercato , che veniva fermato e condotto in Ufficio per ulteriori accertamenti nonché per il riconoscimento con i colleghi che il giorno prima lo avevano inseguito.

Il confronto con i poliziotti non lasciava spazio ai dubbi sull’autore del rocambolesco inseguimento.. peraltro privo di patente. Veniva quindi applicata la misura del Fermo di indiziato di delitto per ricettazione, resistenza a P.U. e danneggiamento aggravato e condotto al Carcere di Imperia a disposizione della A.G. competente.

Sono comunque in corso indagini al fine di individuare le motivazioni della fuga.

Ndr Ringraziate il PD

«Una volta entrati nei Maphite non si può più uscirne, si può smettere di farne parte solo con la morte».

Sono le parole di un collaboratore di giustizia - in Italia ce ne sono solo due - che ha scelto di abbandonare la mafia nigeriana.

Chi volta le spalle ai «Cult» muore.

E condanna a morte anche i familiari.

 

 

Non qui, a Torino, tra le piazze di spaccio, dove l’organizzazione criminale fa affari, ma controlla le forze dell’ordine.

Ma nei paesi di origine, dove la violenza non ha argini.

«Entrano nelle case, squartano donne e uomini, cavano gli occhi e poi disperdono i pezzi.

In Nigeria i vari partiti politici usano i Maphite per raggiungere i loro obiettivi.

In pratica li usano come militanti violenti».

Ecco cos’è la mafia nigeriana, smascherata dagli investigatori della Squadra Mobile di Torino e Bologna, in sinergia con la polizia municipale torinese, partita ad indagare su questo fronte criminale seguendo le tracce di prostituzione e tratta di donne.

Ogni famiglia è costituita da 1000 affiliati. I «forum» sono costituiti da 250 affiliati. Da qui il controllo del territorio.

C’è il «forum Piemonte-Lombardia» inserito nell’ambito della più vasta «famiglia Vaticana» e la «famiglia latino».

In una intercettazione telefonica c’è il senso di questa inchiesta: «I Maphite hanno avuto inizio a Torino».

Qui è cresciuta la cupola nigeriana.

Qui c’è stata la prima zona di espansione in Italia, al di fuori della Nigeria.

La Stampa Di Massimiliano Peggio

Ndr . A per favore ditelo al Papa

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