
Redazione TirrenoNews
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Amantea ed il turismo : ieri, oggi e domani
Mercoledì, 25 Settembre 2019 19:20 Pubblicato in Primo PianoNei giorni scorsi si è svolto nella sala consiliare un importante ed interessante incontro tra l’amministrazione comunale e le associazioni locali.
Tema principale il turismo, anche se- a latere- si è parlato di tanto altro.
Ospite ingombrante ed assolutamente non gradito il dissesto
Quel dissesto che nessuno vuol davvero sapere chi abbia portato in città, o-se volete- chi abbia provocato, più o meno consapevolmente, anche se tutti sappiamo( solo gli imbecilli fanno finta di non saperlo) che dovrà essere interamente pagato( e che stiamo già pagando), che qualcuno pagherà direttamente-i creditori-, e che tutti sperano sia pagato- almeno in parte- da chi lo ha determinato.
Quel dissesto che spegne le aspettative ed i sogni di chi vorrebbe una città migliore e servizi più confacenti ad una vera città.
Distinte e distanti le posizioni emerse, più o meno rappresentative di bisogni o od aspettative, individuali, categoriali, associative o collettive
Anche se –ci è parso, almeno- che il problema principale è stato ed è quello della identificazione del Turismo come elemento di sviluppo culturale ed economico di Amantea.
Diverse le contestazioni che hanno coinvolto attraverso le Feste Patronali le stesse scelte politiche, oggetto di riflessioni.
Scelte solo in parte difese dagli amministratori.
Solo l’assessore Concetta Veltri ha ribadito che per due anni si è riusciti ad organizzare la stagione estiva grazie alla intensa collaborazione delle associazioni locali che si sono prestate gratuitamente ad offrire i propri spettacoli a cittadini ed ospiti della città.
Da qui il sentito grazie che ancora una volta l’amministrazione ed in primis l’assessore Veltri hanno voluto porgere a chi ha offerto le proprie espressioni artistiche e culturali alla città.
E che l’amministrazione ed in particolare l’assessore al turismo avessero ben altri obiettivi è stato dimostrato dalla straordinaria stagione appena trascorsa che ha visto importanti iniziative ed apprezzati spettacoli che hanno attratto migliaia e migliaia di presenze nella città, comprese le feste patronali e le notti bianche.
Eventi che sono stati resi possibili da rimesse finanziarie straordinarie e che l’amministrazione ha inteso utilizzare a tali fini.
Rimesse non di bilancio dunque.
Rimesse si teme non ripetitive.
Per questo l’assessore Veltri, il Sindaco Pizzino e l’Assessore Giusta hanno voluto questo partecipato incontro teso a dare le anzidette chiarezze ed a sollecitare le migliori e più intense collaborazioni per la stagione 2020.
A cominciare dal Carnevale di Amantea che occorre riprendere alla grande.
Gli appassionati interventi dei politici, ed in primis di Concetta Veltri, hanno voluto ribadire che anche per il futuro continuerà da parte dell’amministrazione la collaborazione resa possibile dal temuto dissesto finanziario, sempre sperando che la situazione non peggiori.
Resta ferma, comunque, da un lato la volontà dei politici presenti e dall’altro quella delle associazioni che comprendendo la gravità della situazione finanziaria dell’ente sapranno porgere alla città ed ai turisti il “volto della vera Amantea”.
Un primo incontro positivo al quale ne seguiranno altri hanno assicurato i politici locali.
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Amantea, il dissesto ed il “pasticcio” degli scuolabus
Mercoledì, 25 Settembre 2019 18:13 Pubblicato in CronacaDifficile davvero fare l’amministratore comunale. Difficilissimo farlo in un comune in dissesto.
Impossibile in un comune che non è ancora uscito dal primo dissesto e sembra destinato a rientrarci.( Sulla vicenda ci ritorneremo)
Ad anno scolastico iniziato il problema che porgiamo alla intelligente attenzione dei nostri lettori è se il trasporto degli scuolabus rientri tra quelli a domanda individuale o se si tratta di un servizio pubblico vero e proprio
La differenza non è da poco.
E questo perché se fosse un servizio a domanda individuale il comune ben potrebbe chiedere agli utenti la copertura solo parziale dei costi derivanti dal servizio stesso, mentre se si trattasse di un servizio pubblico il comune dovrebbe coprirne l’intero costo come previsto dall’art 117 del TUEL.
Tutto discende dal fatto che la Corte dei Conti potrebbe(dovrebbe) condannare gli amministratori a ripagare il debito derivato all’ente comune.
Questa paura è emersa nel democratico incontro tra l’amministrazione comunale (presente l’assessore al bilancio) e una parte ben espressiva della comunità locale.
Questa paura è maggiormente cresciuta a fronte delle diverse pronunce espresse da distinte Corti dei Conti (Piemonte, Puglia, Sicilia).
Si legge nella sentenza della Corte dei Conti del Piemonte quanto segue:
“Più in particolare, la magistratura contabile ha evidenziato come né il Dl 55/1984, convertito dalla richiamata legge 131/1983, né il decreto 31 dicembre 1983 del Ministero dell'Interno ricomprendano tra i servizi pubblici locali a domanda individuale quello di trasporto scolastico.
Non ritenendo di dissentire dal richiamato indirizzo interpretativo, del quale, anzi, se ne condividono le argomentazioni a sostegno, la Sezione, in occasione dello scrutinio del presente quesito, ritiene di ribadire il principio secondo cui il trasporto scolastico è un servizio pubblico, ma non potendo essere classificato tra quelli a domanda individuale, non possono allo stesso reputarsi applicabili i conseguenti vincoli normativi e finanziari che caratterizzano i servizi pubblici a domanda individuale, espressamente individuati dal menzionato D.M. n. 131/1983.
La natura di servizio pubblico, in quanto oggettivamente rivolto a soddisfare esigenze della collettività, comporta, pertanto, che per il trasporto scolastico siano definite dall’Ente adeguate tariffe a copertura dei costi, secondo quanto stabilito dall'articolo 117 del Tuel.
In effetti, per tutti i servizi pubblici, anche non definibili “a domanda individuale”, come nella specie, l’art. 117 TUEL stabilisce che:
1. Gli enti interessati approvano le tariffe dei servizi pubblici in misura tale da assicurare l'equilibrio economico-finanziario dell'investimento e della connessa gestione. I criteri per il calcolo della tariffa relativa ai servizi stessi sono i seguenti:
a) la corrispondenza tra costi e ricavi in modo da assicurare la integrale copertura dei costi, ivi compresi gli oneri di ammortamento tecnico-finanziario;
b) l'equilibrato rapporto tra i finanziamenti raccolti ed il capitale investito;
c) l'entità dei costi di gestione delle opere, tenendo conto anche degli investimenti e della qualità del servizio;
d) l'adeguatezza della remunerazione del capitale investito, coerente con le prevalenti condizioni di mercato.
2. La tariffa costituisce il corrispettivo dei servizi pubblici; essa è determinata e adeguata ogni anno dai soggetti proprietari, attraverso contratti di programma di durata poliennale, nel rispetto del disciplinare e dello statuto conseguenti ai modelli organizzativi prescelti.
3. Qualora i servizi siano gestiti da soggetti diversi dall'ente pubblico per effetto di particolari convenzioni e concessioni dell'ente o per effetto del modello organizzativo di società mista, la tariffa è riscossa dal soggetto che gestisce i servizi pubblici».
Che fare allora?
Forse ,in siffatta situazione, non sarebbe male che si pronunciasse in anteprima la Corte dei Conti calabrese proprio per evitare responsabilità a carico degli amministratori locali.
Basta una urgente domanda ed un viaggio in quel di Catanzaro!
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Chi va, chi arriva e chi torna, e la geografia politica cambia, nel Pd, la cui identità, in questi giorni, si mostra dinamica, considerando gli addii, e gli acquisti.
L'ex presidente della Camera era stata candidata alle elezioni del 2013 come indipendente nelle liste di Sinistra Ecologia e Libertà, formazione poi dissoltasi e confluita in Sinistra Italiana.
Nel dicembre 2018, quando l'esperienza di Liberi e Uguali sembrava giunta al termine, Boldrini aveva poi lanciato un proprio movimento, Futura.
Ma la sinistra non aveva bisogno dell'ennesimo cespuglio, deve essere stata la riflessione dell'ex funzionaria delle Nazioni Unite, la cui scelta è stata accolta in maniera decisamente positiva dalla sua nuova famiglia politica.
Laura Boldrini nel lasciare LeU ed entrare nel Pd ha dichiarato:“Non è più tempo di partitini”
Anche perché- riteniamo noi- nei partitini si rischia di non essere più eletti.
“Era da tempo che " aveva maturato questo passo”
"Già alle Europee avevo votato Pd. Poi con la crisi di governo siamo arrivati a oggi.
Ho atteso che fossero scelti ministri e sottosegretari perché non volevo assolutamente che il mio passaggio potesse far pensare a qualcuno che miravo a qualche incarico".
E poi per il neo governo Conti bis è stato scelto Roberto Speranza quale ministro della Salute e lei è rimasta fuori.
E comunque ha detto la Boldrini “ Vado con il Pd perché vuole aprire un dialogo con tutti quei mondi che, ieri e oggi, non si sentono più rappresentati e recuperare la fiducia dei giovani che non vanno piu' a votare".
Infine ha spiegato che “ con la destra peggiore di sempre non è più tempo di piccoli partiti e di fare troppi distinguo".
“A forza di farlo rischiamo solo di estinguerci, mentre la destra va sfidata e contrastata con l'azione di un grande soggetto politico capace di incidere sulla società e che si batta contro ogni forma di disuguaglianza sociale, territoriale e di genere".