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E’ finito il tempo dei Pirillo e dei La Rupa.

Venerdì, 11 Ottobre 2019 13:56 Pubblicato in Politica

Ma è sempre tempo di pace e di accordi.

Nessun politico amanteano ha ancora annunciato la sua formale candidatura alle prossime elezioni regionali.

Non sappiamo quale significato abbia questo ritardo.

Una cosa però ci sembra certa ed è quella che Amantea senza un valido numero di validi candidati perderebbe il suo antico ruolo e scomparirebbe, e non solo, nella politica regionale.

 

E’ vero che Amantea ci sembra sempre più isolata nel panorama politico regionale e tirrenico ma le mancate candidature amanteane sarebbero la dimostrazione del tombale fallimento della politica locale e del basso tirreno cosentino.

Vediamo solo piccoli segni di politica regionale.

Abbiamo sentito dire di incontri tra i probabili o possibili candidati amanteani alle prossime regionali con “altri uomini politici portatori di consensi elettorali”.

Questi incontri sono la dimostrazione che Amantea non ha più uomini politici rappresentativi.

E’ finito il tempo dei Pirillo e dei La Rupa.

Ed ancora più è finito il tempo dei partiti che riuscivano a concentrare voti sulle loro espressioni.

Quanto prima vi diremo chi sono i candidati alle regionali tra cui scegliere il proprio.

Una cosa però ci sembra importante ed è quella che gli amanteani non si “vendano” ai candidati di altri paesi, abbandonando la città al suo amaro destino.

Lamezia Terme. La Lega non partecipa.

Giovedì, 10 Ottobre 2019 19:02 Pubblicato in Basso Tirreno

Elezioni comunali a Lamezia, corsa a 6 per il sindaco. La Lega dice no a Pegna e si ritira

LAMEZIA TERME (CATANZARO – «Mi corre l’obbligo di comunicare che, d’intesa con il segretario nazionale, On. Matteo Salvini e con il commissarcio regionale del partito, l’On. Cristian Invernizzi, la Lega, in esito anche ad una doverosa e democratica fase di confronto apertasi al suo interno, ha assunto la decisione di non partecipare con una propria compagine elettorale al turno amministrativo che interesserà la città di Lamezia Terme nel prossimo mese di novembre».

E’ l’intervento del deputato della Lega, Domenico Furgiuele, che spiega: «Le ragioni alla base di tale determinazione sono ascrivibili all’accelerazione impressa al processo di scelta del candidato a sindaco del centrodestra culminato con una indicazione che non ha superato l’approfondito e successivo vaglio politico condotto dagli organismi di direzione regionale e nazionale del partito.

Di qui, la decisione di non correre con una nostra lista cui la Lega di Lamezia, in ossequio ai valori della disciplina di partito e di fedeltà ai suoi ideali, si conforma con la lealtà di sempre. Rassicuro, quindi, militanti, alleati, opinione pubblica e operatori dell’informazione sul fatto che l’assunzione di questa scelta, presa ovviamente non senza rammarico e travaglio interiore, è il frutto di un confronto tutto interno alla Lega».

La candidatura di Ruggero Pegna, ormai ufficiale da diversi giorni e “condivisa” all’inizio da tutti i partiti alleati (tranne la posizione di incertezza mantenuta dal Nuovo Cdu) è stata messa in discussione dall’area leghista dopo le dichiarazioni di Vincenzo Sofo: «Credo che la Lega calabrese debba rivedere la decisione di sostenere Ruggero Pegna a candidato sindaco di Lamezia».

Oggetto del contendere presunte divergenze con il candidato a sindaco Ruggero Pegna sulle politiche dell’immigrazione leghiste. Ecco le precisazioni di Pegna giunte prima delle comunicazioni di Furgiuele: «Su ong, migranti, Riace e passato di antimeridionalismo ci sono ben note diversità di vedute, qui superate però dalla condivisione del progetto Lamezia”. Pegna definisce “strano” l’atteggiamento “di un partito che si dissocia da una candidatura locale per temi di carattere umanitario e di livello internazionale». E aggiunge: «Nel partito lametino, nonostante le mie perplessità derivanti dalle diverse visioni su tali argomenti, ho trovato molti giovani entusiasti della mia candidatura, pronti a dare il massimo per questa città».

Pegna definisce quelle in corso «beghe fuori luogo e queste, sì, calate dall’alto e, probabilmente, per altre ragioni interne al loro partito».

Non mancano le considerazioni di Pegna sul sostegno annunciato dal Nuovo Cdu a Paolo Mascaro: «Ho letto la nota del Cdu con cui precisano di non sostenere la mia candidatura in quanto calata dall’alto. In realtà, mi risulta che la posizione del Nuovo Cdu di sostenere il mio amico Paolo Mascaro fosse ben nota da sempre, cioè da prima che gli altri partiti convergessero sul mio nome, indipendentemente da ogni altra considerazione. Cercare di trovare altre spiegazioni, nello specifico già ufficialmente smentite da tutti i partiti della coalizione, appare pertanto ridicolo e con l’esclusivo scopo di generare perplessità campanilistiche sulla mia candidatura. A questa visione paesana e sterile della politica, peraltro maldestra, non c’è altro da replicare».

La scadenza del termine per la presentazione delle liste è ormai prossima. Il 12 ottobre si conosceranno definitivamente le liste dei candidati a sindaco e al consiglio comunale. In ogni caso hanno già annunciato la loro candidatura oltre a

-Ruggero Pegna,

-Paolo Mascaro, sostenuto tra tre liste civiche,

-Massimo Cristiano, supportato da due liste civiche,

-Eugenio Guarascio, sostenuto dal Pd e parte dell’area civica, e

-Rosario Piccioni.

Si attende solo la conferma ufficiale di

-Silvio Zizza,

scelto dal meetup di Lamezia, che sarà il candidato sindaco del movimento cinque stelle.

IlQuotidianodelsud

CASTROVILLARI (COSENZA) – La Procura della Repubblica di Salerno, competente per le inchieste in cui sono indagati magistrati del Distretto di Catanzaro, ha chiesto il rinvio a giudizio delle persone coinvolte nell’indagine su presunti illeciti attribuiti alla Procura della Repubblica di Castrovillari.

Gli indagati sono il Procuratore Eugenio Facciolla; l’agente della Polizia stradale di Cosenza Vito Tignanelli, amministratore di fatto della Stm srl, che fornisce apparecchiature per intercettazioni; Carmine Greco, comandante della forestale di Cava di Melis (Cosenza); Alessandro Nota, carabiniere in servizio anche lui a Cava di Melis, e Marisa Aquino, moglie di Tignanelli e titolare della Stm. L’udienza preliminare é stata fissata dal gup di Salerno Giandomenico D’Agostino per il prossimo 27 novembre.

I reati per i quali sono indagate le persone coinvolte nell’inchiesta sono corruzione e falso e riguardano presunti illeciti nell’affidamento alla Stm del noleggio di apparecchiature per intercettazione.

L’inchiesta che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per il procuratore Facciolla e gli altri indagati è stata condotta dal procuratore vicario di Salerno, Vincenzo Senatore, e dal sostituto Luca Masini. Secondo i Pm, il procuratore Facciolla avrebbe «affidato il noleggio di apparecchiature nell’ambito di attività di intercettazione alla Stm srl, formalmente intestata a Marisa Aquino e di fatto amministrata da Vito Tignanelli, con il quale il magistrato intratteneva relazioni personali risalenti a circa venti anni addietro» e che «a riprova del rapporto fiduciario, era risultato, nell’ottobre 2018, depositario presso la propria abitazione di copiosa documentazione affidatagli in custodia dallo stesso dottor Facciolla».

Questi affidamenti, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbero procurato un «ingiusto vantaggio patrimoniale» alla Stm srl «in violazione dell’obbligo di imparzialità gravante su ogni pubblico ufficiale».

Il procuratore Facciolla, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto per sé delle «utilità”: l’uso di un’utenza telefonica intestata a Marisa Aquino «da epoca anteriore e prossima al 23 dicembre 2015 e fino a tutto il 17 ottobre 2016, avendone assunto la titolarità solo il 17 ottobre 2016». Inoltre nella primavera del 2017, su espressa indicazione di Marisa Aquino, sarebbero state installate dalla Stm due video camere nel parcheggio antistante l’ingresso dell’abitazione del magistrato a Cosenza.

Due sono, inoltre le ipotesi di falso. Un capo di imputazione riguarda Facciolla e il maresciallo Greco. Dopo l’arresto di Antonio Spadafora il 9 gennaio 2018, nell’ambito dell’operazione della Dda di Catanzaro denominata «Stige», Facciolla e Greco avrebbero concordato la redazione di un’annotazione nella quale fossero descritte le attività informative che lo stesso Greco, imputato nello stesso procedimento «Stige» per concorso esterno in associazione mafiosa, aveva acquisito «mesi prima nel corso di interlocuzioni con Antonio Spadafora», imputato anche lui nel processo «Stige». Tale documento, però, per l’accusa, sarebbe “risultato materialmente falso» poiché reca la data del 31 dicembre 2017, giorno in cui Greco non risultava in servizio.

Sulla base di accertamenti eseguiti sul computer di Greco, inoltre, «il file risultava generato il 15 dicembre 2018 e modificato l’ultima volta il 19 febbraio 2018». Risulterebbero false, inoltre, determinate attività compiute da Greco: un incontro in data 20 ottobre 2017 nella stazione di Cava di Melis con Antonio e Rosario Spadafora, quest’ultimo anche lui imputato nel processo «Stige», «laddove in quella data l’ufficiale di polizia giudiziaria era risultato permanere per l’intera giornata nell’area urbana di Cosenza e intorno alle ore 20, nel comune di Rende».

Falsa sarebbe anche l’informazione telefonica «ricevuta il 3 novembre 2017 da Antonio Spadafora circa un controllo eseguito dai carabinieri in località Russi, laddove la telefonata risultava essere stata fatta in realtà da Rosario Spadafora».

Sempre secondo l’accusa, «il procuratore Facciolla suggeriva a Carmine Greco la redazione dell’atto e la sua retrodatazione e, a seguito della consegna avvenuta da parte dell’ufficiale di polizia giudiziaria nelle mani della segretaria in servizio nella Procura di Castrovillari, in epoca successiva e prossima al 19 febbraio 2018, non essendo stato apposto sul documento alcun timbro di avvenuta ricezione, ne approvava il contenuto dopo l’avvenuta lettura, provvedendo al suo inserimento all’interno del fascicolo di cui era contitolare, con provvedimento ‘visto agli atti d’ufficiò che recava la data del 28 giugno 2018».

Infine il carabiniere Nota, su istigazione del comandante Carmine Greco, nel protocollare la nota, datata 31 novembre 2017 firmata da Greco e indirizzata al procuratore Facciolla, avrebbe attestato falsamente al protocollo dell’ufficio di avere ricevuto l’atto nella data 31 novembre 2017 «quando in realtà l’atto risultava essere stato ultimato dall’effettivo estensore in data 19 febbraio 2018, avendo commesso il fatto al fine di garantire all’autore della nota contraffatta nella data l’impunità dal reato di falso ideologico».

Ilquotidiano

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