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Il Messaggero di Sant’Antonio licenzia i giornalisti di Francesco Gagliardi

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Il “Messaggero di Sant’Antonio” ha licenziato tutti i suoi otto giornalisti per motivi economici e loro, per protesta, hanno occupato la redazione del giornale.

Il “messaggero di Sant’Antonio” è un mensile pubblicato dai Frati Minori conventuali della Basilica del Santo, fondato nel lontano 1898 ed è conosciuto in tutto il mondo con una tiratura di circa mezzo milione di copie che vengono spedite ai lettori in abbonamento in sette edizioni, tra cui una rivolta agli italiani all’estero.

La direzione del mensile ha preso questa triste decisione perché in questi ultimi anni gli abbonamenti sono drasticamente diminuiti ed i costi sono sensibilmente aumentati e quindi ci sono state ingenti perdite, però si renderà disponibile a rimandare di alcuni mesi la definitiva chiusura della redazione.

Comunque la pubblicazione del giornale non verrà interrotta e farà scrivere gli articoli agli stessi frati minori.

La Federazione Nazionale della Stampa, il Sindacato autonomo dei giornalisti italiani e il Sindacato Veneto dei giornalisti hanno energicamente protestato e hanno definito la decisione presa dalla Direzione del giornale religioso intollerabile nei modi e nel merito, violando finanche il contratto di lavoro.

Voglio augurarmi che questo giornale, da me conosciuto e qualche volta anche letto, conosciuto in tutto il mondo, amato ed apprezzato da credenti e non credenti, non chiuda e che gli otto giornalisti licenziati possano ritornare nei loro posti di lavoro.

Come abbiamo visto il giornale è un mensile e si può ricevere in abbonamento a casa anche on line via E Mail in formato Word alla modica spesa di 10 Euro ed è ricco di informazioni non solo del Santo, della Basilica e dei Frati Minori di Padova, ma anche dei principali avvenimenti di attualità ed è molto utile per una lettura cristiana.

La Direzione de il “Messaggero” ha fatto sapere di aver cercato in tutti i modi di evitare questo triste epilogo, nonostante le ingenti perdite che nell’ultimo quinquennio ammontano a circa 10 milioni di Euro.

Anche la Diocesi di Padova, pur estranea ai fatti, si sente coinvolta e segue gli sviluppi con preoccupazione ed esprime vicinanza agli 8 giornalisti travolti dall’annuncio dell’imminente licenziamento.

E’ triste, amici, raccontare questa triste storia a 15 giorni dal Santo Natale.

Quando si perdono posti di lavoro, quando uomini e donne vengono licenziate perché l’azienda è in gravi difficoltà, tutti abbiamo perso, tutti dovremmo fare un mea culpa.

Troveranno gli 8 giornalisti licenziati un nuovo posto di lavoro?

Se è molto difficile per le giovani leve, per le persone anziane sarà difficilissimo ed impossibile con i tempi che corrono e con la crisi economica in corso.

Ndr Non li può assumere l’Avvenire che è pagato dallo Stato?

Redazione TirrenoNews

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