Sembra dire un tunisino che per non essere espulso dà fuoco alla cella
Il decreto di espulsione prevedeva che al momento della c o n c l u s i o n e della pena detentiva, che stava scontando nel c a r c e r e V i l l a Andreino di La Spezia, venisse espulso.
Il rogo sarebbe stato alimentato grazie a dell’olio e si sarebbe diffuso in maniera abbastanza rapida nel piccolo ambiente, costringendo i compagni di cella del responsabile a cercare scampo all’interno del bagno.
Solo l’intervento del personale del carcere di La Spezia ha evitato il peggio, domando le fiamme e mettendo in sicurezza i detenuti, molti dei quali portati al pronto soccorso.
Il Sappe, il sindacato della polizia penitenziaria denuncia come non si tratti di un caso isolato.
“Anche la sera precedente c’è stato un altro evento critico, che ha richiesto un intervento d’urgenza del personale di turno, quando 3 detenuti stranieri hanno dato vita a una rissa, malmenando un altro detenuto ricoverato in ospedale”.
Il carcere di La S p e z i a s i t r o v a i n u n a e v i d e n t e condizione di carenza di organico, più
volte segnalato dal sindacato: mancano all’appello almeno “40 poliziotti, mentre la popolazione detenuta risulta essere di 230 su 151 posti disponibili e il 65% è di nazionalità straniera.
È ormai chiaro che è indispensabile che il nuovo governo inizi a occuparsi anche delle carceri
liguri”. Insomma, un’emergenza.
“È ormai chiaro che è indispensabile che il nuovo Governo – continua la nota- inizi ad occuparsi della situazione esplosiva all’interno delle carceri».