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Località Acquicella 1Sono stati portati a termine gli interventi di bonifica e di manutenzione in due diverse aree della città: lungo la strada che collega la Ss 18 al borgo antico e che passa sotto la chiesa rupestre di San Giuseppe ed in località Acquicella in prossimità del bivio che conduce a Belmonte Calabro.

 

Un’azione che ha visto il coinvolgimento dell’assessore alla sanità Emma Pati, di quello all’ambiente Antonio Rubino e del settore tecnico dell’ente comunale.

«In entrambi i casi – spiegano Emma Pati ed Antonio Rubino – abbiamo dovuto fronteggiare soprattutto l’inciviltà delle persone che, nonostante l’avvio della raccolta differenziata in buona parte della città e la presenza dei cassonetti nelle zone non ancora servite dal servizio, continuano incessantemente ad accatastare rifiuti ed ingombranti in aree non adibite a questo tipo di raccolta. Purtroppo, e lo dico con molto rammarico, ci dobbiamo rapportare con l’indecenza e l’inciviltà di coloro che vivono nei paesi limitrofi e che abbandonano i rifiuti ad Amantea invece di smaltirli per come sarebbe necessario».

Il problema sollevato dall’esecutivo guidato dal sindaco Monica Sabatino è noto anche ai vertici dell’azienda che cura il servizio di raccolta della spazzatura. Nelle zone di confine, infatti, si verificano conferimenti superiori alla media. Ciò vuol dire che Amantea è costretta a smaltire pattume proveniente anche da altri centri, con un aggravio di costi non indifferente.

«Il Comando di Polizia Municipale – aggiungono i due assessori – compie egregiamente il suo dovere, tanto che nelle scorse settimane sono stati elevati alcuni verbali a coloro che indebitamente abbandonavano rifiuti in zone non idonee a tale scopo. Ma è chiaro che dobbiamo essere noi cittadini a metterci del nostro, a migliorare ulteriormente la differenziazione di ciò che buttiamo e soprattutto a denunciare coloro che non mostrano rispetto per la città e per gli abitanti, stoccando i rifiuti alla meno peggio. Sulla base di questo presupposto, mi rivolgo all’intera comunità, ponendo l’accento sul fatto che ognuno di noi può contribuire alla costruzione di un ambiente urbano più pulito e più salubre evitando di girare lo sguardo dall’altra parte».

Nota comune di Amantea

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mareRiceviamo la seguente nota di Gigino  Pellegrini

Quali sono le cose che Amantea (e la Calabria alla quale essa appartiene) non da ai suoi abitanti? E una volta che si riesce a capire, siamo sicuri che di esse cose ce le siamo meritate? Qui affiora una domanda ancora più determinante, anzi per meglio dire un vero e proprio sospetto:- Non sarà che questa sua negazione sia giustificata? Non sarà che Amantea non dà ai suoi figli per saggezza, e forse per il troppo amore, invece che solo per crudele e indolente odio verso i propri e indegni figli?

Sono sempre più  convinto che quelli dell’Arpacal, chiamati ad analizzare le acque sacre del Mare Nostrum, meglio conosciuto come Mare di Ulisse, distrattamente  hanno analizzato le acque pure e miracolose di Lourdes. L'avvenuto prodigio  è stato comunicato all’Amministrazione e  a tutti gli organi di stampa. Il giorno dopo, tramite la voce di Sparaballe , Tg locali e quotidiani cartacei, i cittadini vennero  informati che l’acqua del mare di Amantea è da “bere”.Avete capito bene! Da bereeeee!!  Allo stesso tempo chi scrive osservava, mentre se ne andava a fare dello jogging, che il mare di Amantea si tingeva di marrone e diventava schiumoso. Varie macchie scure piene di bollicine “petillant” avanzavano gradualmente  sul mare e quando i raggi del sole tornarono a splendere emergevano, staccandosi nettamente dal blu del Mare di Ulisse. Non è oro nero, è liquame. Forse non molti lo sanno, o non vogliono sapere, ma la città ha un sistema fognario ridicolo. Acque nere e bianche terminano nelle stesse condotte e quando piove troppo gli scarichi finiscono a mare.gigino Tanti sono i punti di scarico in zone diverse del litorale amanteano lungo 12 km. , da Acquicella a torrente Torbido. Quello delle fogne è il problema strutturale più “sentito” dai cittadini. Risale ai tempi del boom economico, quando Amantea iniziò a svilupparsi a suon di cemento e opere edilizie spesso molto discutibili. La città si espanse, ma il sistema fognario rimase praticamente uno e misto. E da allora gli scarichi in mare sono cronaca ordinaria quando, a causa della pioggia, o la presenza di turisti fa aumentare la popolazione, l’acqua fogniaria in eccesso non riesce a defluire verso il depuratore di Nocera. In questo quadro, non certamente idilliaco né per i residenti né per i sempre meno turisti, una speranza di risolvere il problema ci sarebbe.  “Basta merda in mare”.  Dovrebbe essere il nome di una associazione di amanteani indipendenti da qualsiasi schieramento politico. Nome adeguato per non edulcorare un problema gravissimo, avvertito da tutta la cittadinanza.  Resta da chiedersi che ruolo abbia avuto l’Asl nella vicenda. “Il direttore di turno è intervenuto negli anni solo se l’Arpacal  dava un segnale, ma durante il periodo turistico tutti zitti” è la denuncia che faccio, la dice lunga sull’omertà, a lungo conservata tra gli operatori del settore, per non pregiudicare l’intera economia cittadina che attorno al mare gravita. Otiti, vaginiti e altre infezioni venivano da tempo diagnosticate dai pediatri della zona e il sospetto che c’entrasse il mare c’era senz’altro. Il mare è una risorsa vitale per l’uomo: l’alterazione del suo ecosistema costituisce un gravissimo pericolo per la sua salute. Dunque, per noi è un obbligo tutelarlo oltre che proteggerci dagli effetti del suo inquinamento. Le acque inquinate contengono grandi quantità di virus e batteri i quali possono essere assimilati dai frutti di mare allevati in prossimità degli sbocchi degli scarichi, provocando così nell’umano malattie come l’epatite, la salmonellosi, il colera e il tifo. Inoltre contengono pericolosi agenti chimici, metalli pesanti e veleni fortemente dannosi per l’umano organismo e in alcuni casi anche cancerogeni. Uno studio condotto da Greenpeace ha rilevato che il mare più inquinato del mondo è proprio il Mediterraneo, in particolare la zona compresa tra Spagna, Francia e Italia. Le foto che vedete le ho scattate negli ultimi tre giorni, certamente non tre secoli fa, come farebbe piacere ai nostri Amministratori e Autorità competenti.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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Scrive Gigino Pellegrini: “La qualità che rende unica l’Italia è il suo essere segnata da centinaia di città grandi e piccole e da migliaia di più o meno piccoli paesi colmi di storia.

 

Centinaia di città con centri storici oggi in via d’abbandono ; frutto malato delle demagogiche e speculative politiche dei vincoli e dei divieti degli anni ’70 , 80 fino ai giorni nostri.

 

Migliaia di piccoli paesi sempre meno abitati, quando non già in abbandono.

 

Da perfetto “profano”, penso che il centro storico di Amantea necessita di interventi da parte di un’architettura degna di tale nome e che riveda la progettazione del centro storico facendo di “vincoli” e “divieti” non più limitazioni, ma occasioni per una progettazione in positivo di una nuova armonizzazione che va comunque costruita per non far morire il centro storico, o ancor peggio, deturparlo come già avvenuto nel recente passato.

Un industriale illuminato, Brunello Cucinelli, circa 30 anni fa decise di trasferire la sua azienda di cachemire in un paesino medievale semi-abbandonato dell’Umbria, Solomeo, cogliendo il paradosso di operai che, alla sera, tornavano malvolentieri a chiudersi nei condomini speculativi della vicina Perugia.

A partire dal 1985 Brunello Cucinelli ha fatto del borgo la sede della sua impresa umanistica. Affacciato sulla valle che volge verso il borgo di San Mariano, l’edificio già chiamato “Corale” è stato destinato da Brunello Cucinelli a Scuola dei Mestieri.

Perfettamente restaurati, soffitti a volte di ispirazione rinascimentale e grandi finestre per aprire lo sguardo degli studenti sull’Umbria di oggi e di ieri. Corsi di formazione tecnica e di alta artigianalità si terranno per nove mesi.

Gli allievi, selezionati attraverso un bando pubblico, saranno remunerati e seguiranno quotidianamente corsi di teoria e pratica di antiche e virtuose tecniche artigianali.

Il restauro e il recupero funzionale di Solomeo sono stati come il risveglio di un genio addormentato.

Innestare una nuova vita su un tessuto storico non deve essere stata cosa semplice, poiché in agguato c’era il rischio che il fascino del suo incanto svanisse per sempre.

La memoria delle tradizioni artigianali e delle tecniche si misero all’opera con l’amore per la loro terra, recuperando la spiritualità dei luoghi, e con essa il tempo della Storia, con il nuovo Foro delle Arti, inaugurato nel 2008.

L’impegno di Cucinelli fu quello, innanzitutto di vedere le mura, consumate dal tempo, restaurate e curate con il rispettoso amore dovuto alle cose che fanno parte della storia degli uomini. Realizzare il sogno di una vita: che a Solomeo tornasse a fluire, con l’attività della sua azienda, la linfa che lo aveva generato e fatto crescere per secoli. Il centro storico di Amantea, da peculiare testimonianza di cultura locale si è trasformato in fragile documento da custodire e salvaguardare, tanto che, in tempi brevi, potrebbe addirittura scomparire un’impagabile testimonianza di quella che fu per secoli la vita degli uomini e delle donne Amanteane.

Si vuole imboccare finalmente la strada che porti il centro a ridivenire veramente pulsante di visibile vita propria, non nascosta negli anfratti?

Si possono far innamorare del centro storico gli altri solo se gli Amanteani saranno i primi innamorati, abbellendo senza parsimonia di piante e fiori ogni angolo, stradina e vicolo e rimanendo svegli ad eventuali “restauri” che tali non sono.

Così l’urbanistica del futuro diventa una sfida di rammendo lanciata ai “migliori architetti” e restauratori per ridare bellezza al centro storico, smettendo di cementificare e diffondere il brutto per poi chiamarlo trash, cioè spazzatura.

Serve proteggere il centro storico dall’indifferenza, dall’invasività del mercato, dal consumo di un turismo sregolato, da un modello di consolidamento e di restauro irrispettoso della storia della città. E’ necessaria una preliminare efficace politica di sensibilizzazione; giusto e legittimo pretendere che chi risiede nel centro storico si renda conto di vivere in un contesto particolare e rispetti condizioni di abitabilità e norme di permanenza specifiche.

Beaumont sur Mer giugno 2015 Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Nella foto il centro storico di Amantea

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