
La giunta ha adottato la delibera n 241 con la quale è stato riconosciuto il patrocinio legale al sindaco Francesco Tonnara ed al Dr Mario Aloe parti offese nel procedimento promosso dal dr Giuseppe Scutellà.
La vicenda che ebbe inizio con la denuncia del dr Scutellà e la apertura di una fascicolo del procedimento 1574/12 RG e n 109/12 RGNR.
Il procedimento penale giunse ad epilogo con la proposta di archiviazione avanzata dalla Procura della repubblica.
A tale archiviazione si oppose il dr Scutellà
Da qui la fissazione della udienza in camera di consiglio emessa dal tribunale ordinario di Paola Ufficio del Giudice per le indagini preliminari.
I reati contestati appaiono lesivi dell’immagine dell’amministrazione comunale di Amantea e del suo sindaco Francesco Tonnara in qualità di legale rappresentante dell’ente. Da l interesse alla tutela dell’immagine e l’incarico ad un legale
L’incarico per ambedue i rappresentanti comunali è stato affidato all’avvocatessa Siberia Politano del foro di Paola.
La società di riscossione non ha corrisposto ai Comuni di Cariati, Nicotera, Castrolibero, Lago, Morano, Casole e Marano i soldi incassati. Aperte inchieste dalle procure bruzia e vibonese. La compagine è coinvolta pure nell’indagine sull’eolico.
I soldi spariti. Denari incassati per conto di vari municipi calabresi, finiti nelle casse della società “Sogefil” e, poi, incredibilmente svaniti nel nulla. Un buco colossale che ha mandato a gambe per aria le casse di una decina di enti pubblici territoriali nostrani. La “Sogefil Riscossione spa”, negli anni scorsi era stata incaricata della riscossione dei tributi da vari centri: Casole Bruzio, Morano, Cariati, Civita, Zumpano, Paola, San Lucido, Amantea, Belvedere, Malito e Nicotera. Tutto sembrava filare liscio fino a quando non sono emerse gravi insolvenze. I soldi incassati, infatti, non erano mai stati trasferiti nei forzieri bancari dei municipi, così come prevedevano gli accordi contrattuali. La società per azioni, ritualmente contattata dalle varie amministrazioni, ha tentato di prendere tempo, accampando scuse legate alla mancanza temporanea di liquidità. Una assenza di disponibilità finanziaria protrattasi nel tempo che ha ineluttabilmente determinato l’avvio di una procedura di fallimento. Ai “fastidi” cagionati alla “S o g efil” dall’intervento della magistratura civile si sono ben presto aggiunti pure i guai provocati dai giudici penali. Due le inchieste aperte. GdS
