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Un tempo gli scogli di Coreca erano totalmente immersi in quel mare che giungeva fino alla costa rocciosa di Oliva. Nelle stampe e mappe più vecchie e rare si vede il mare giungere fino alla “grutta du pecuraru” ed ai salti nella roccia e nel terreno che ancora oggi esistono alle spalle della piana di Oliva.

Non è difficile immaginare cosa fosse Coreca in quel tempo; un posto splendido, forse unico, nel quale il verde della roccia si miscelava con l’azzurro del mare ed il bianco delle sua spuma.

Poi le grandi piogge e lo “sfasciume pendulo” cominciò ad inviare misto, sabbia e fango verso il mare e man mano si formarono le brevi piane della nostra costa: quella del capoluogo, quella di Oliva e quella di Campora San Domenico.

Questi terreni restarono tali per molto tempo; secoli e secoli e divennero terreni agricoli altamente produttivi grazie all’acqua del fiume Oliva

Poi a fine 19° secolo venne realizzata la Ferrovia, molto prossima al mare, forse sperando che continuasse il fenomeno di accrescimento della spiaggia. Per realizzarla vennero rubati milioni di mc di misto dai fiumi, così che questo materiale non giunse più a mare e le mareggiate cominciarono a mangiarsi le spiagge, riducendole notevolmente

Poi le piogge continuarono ed i fiumi si riempirono al punto da esondare e creare malefiche lagune dove le anofele allignavano spargendo la malaria in ogni dove. Vennero così creati i grandi muri del Catocastro, del Santa Maria, del Calcato, del Colongi che spinsero più facilmente il materiale litoide verso i maree le spiagge si ricostituirono e la ferrovia non ebbe problemi

Ma poii venne realizzata la statale 18 e contestualmente il raddoppio delle ferrovie e tutto a danno ancora una volta dei fiumi.

Troppe asportazioni e così per anni , molti anni il materiale litoide non giunse alle spiagge ed il mare fece quello che sapeva fare : continuò a mangiare le spiagge.

Proprio Coreca va ricordata come emblema delle scelte più sbagliate .

Coreca è uno di quei pochi posti della costa tirrenica dove la statale 18 viaggia ad ovest del rilevato ferroviario. L’altro è la principessa e sappiamo come sta finendo

Pochi ricordano che a fine 19° secolo ed inizi del ventesimo, prima della costruzione della statale 18, quando imperversavano le mareggiate non era possibile andare da sud a nord dello scoglio di Coreca e viceversa se non passando da Stritturi

Anche per questo venne realizzato il grande muro che fa salire la statale per passare lo scoglio di Coreca, di cui resta ben poco dopo il dissacrante uso degli anni venti-trenta per asportare lo splendido marmo verde.

Un muro che oggi è a rischio di crollo.

Poi improvvisa, irriguardosa, speculativa, irrazionale, ambientalmente e naturalmente lesiva di un contesto bellissimo irrompe la urbanizzazione. Ed ancora una volta si rubò ai fiumi. Ed il mare fece quello che aveva sempre fatto: mangiò le ultime spiagge.

Non solo prime case anche per figli , nipoti e pronipoti, approfittando della mancanza di programmazioni e di controlli urbanistici, ma anche seconde case , case per il turismo

E violenza delle violenze si costruì vicino al mare, troppo vicino al mare, quel mare che era destinati ad avanzare: case ed alberghi.

Quelle case e quegli alberghi che oggi bisogna salvaguardare impedendo al mare di farle crollare e dando loro le spiagge che non ci sono più. Non solo lì, in verità.

Case ed alberghi che hanno spezzato l’incanto e la unicità ambientale e naturalistica di un luogo quale Coreca che oggi si ha la pretesa di assumer ad emblema della bellezza, mentre, al più, dovrebbe essere l’esempio emblematico della più becera dissacrazione. Ambientale e naturalistica

Oggi la pretesa di salvare il salvabile ma con la arroganza di salvare un unicum irripetibile ed in parte anche da parte di chi ha sfruttato questi luoghi macchiandoli irreversibilmente

E sembra inoltre che qualcuno stia tentando di lavarsi la coscienza.

Oggi , cioè, si parla di salvare lo scoglio di Coreca.

Da chi? Dalle mareggiate? Affatto. Le mareggiate anche le più potenti nulla possono contro gli scogli di Isca e contro gli scogli di Coreca.

Perché mentire? Perché nascondere che stiamo tentando di salvare i fabbricati che più o meno regolarmente, ma sicuramente in oltraggio alla bellezza ed unicità dei luoghi, sono stati realizzati per godere in modo privilegiato di un posto che solo a parole è di tutti.

Dove sono, infatti, i parcheggi , magari a pagamento, per godere di Coreca?

Ed allora la domanda se sia eticamente, moralmente, ambientalmente giusto far finta di tutelare gli scogli mentre in realtà si tutelano beni ed interessi privati

Se lo è non stiamo parlando di Coreca e delle sue bellezze, ma di beni ed interessi privati.

Pur rispettabili, ma soltanto privati . E lo dobbiamo fare pure con soldi pubblici?.

Fuori dai denti e zitti, in particolare quelli che nulla hanno fatto per Coreca

Il problema, quindi, non è se fare una barriera emergente od una barriera soffolta ma sapere che cosa intendiamo salvare e perché

Il problema vero è chiedersi se vale la pena intervenire su Coreca se se ne distrugge l’ immagine ambientale e naturalistica.

O se, piuttosto, è accettabile, al contrario, lasciare fare alla natura, convinti che solo essa esprime la giustezza in un mondo “sporcato” dalle scelte umane.

Dico questo perché ho sentito le cose più assurde.

Per esempio relativamente al ripascimento artificiale della spiaggia di Coreca.

Il progettista ha suggerito di prelevare il misto del fiume Oliva

Si è alzato un grido fortissimo :NO!!!! L’Oliva è inquinato!

Sempre lo stesso progettista ha ricordato che il fiume Oliva naturalmente porta a mare il misto. Non poco, almeno20 mila mc all’anno.

Ma se l’Oliva è inquinato allora tutto il misto che giunge a mare è inquinato ed inquina anche il mare. Ed allora come è possibile far mangiare i pesci di Campora GS e far fare i bagni a Campora SG?

E se è vero che l’Oliva è inquinato , allora nemmeno si può usare, come hanno suggerito gli ambientalisti, il misto che si deposita a nord del porto : quel misto viene proprio dall’Oliva!.

Secondo questa logica , altro che prelevare il misto dall’Oliva, qui occorrerebbe impedire che il misto giunga al mare!.

Secondo questa logica , bisognerà fare una grande diga che trattenga il misto. Poi ci vorranno tanti camion che prelevino il misto inquinato e lo portino in discarica, magari sui carri ferroviari che lo portino in Germania od in Olanda. Altro che a Coreca! Ed è una cosa semplicissima! Bastano 160 carri merci per trasportare 20 mila mc di misto.

Per l’acqua , se inquinata, esiste invece una soluzione semplicissima

Basterà impermeabilizzare il letto del fiume garantendo alle acque un percorso non inquinante.

Con totale e profonda onestà- che certamente darà fastidio agli ipocriti che alzeranno la voce che è l’unica cosa che resta loro - chiediamoci cosa stiamo facendo e perché; chiediamoci se non basta tutelare la statale 18 addossando al grande muro le pietre che già sono sul posto ed al più realizzando una piccola barriera soffolta antistante la zona in pericolo per spezzare la forza dei potenti marosi.

E poi fare una approfondita e continua riflessione sul futuro di TUTTA la nostra costa, sulla evoluzione della nostra costa , sugli errori fatti da ognuno di noi pretendendo di costruire quasi sul mare e poi lamentandoci se il mare fa quello che ha sempre fatto senza rispetto dei nostri beni individuali, se l’errore- come da sempre sostengo- sia stato di spogliare i fiumi, pur consapevoli ( se non ieri almeno da tempo) che se i fiumi non portano come fanno da millenni il materiale litoide a mare le spiagge finiranno ed il mare –barriere o non barriere- avanzerà irreversibilmente.

Giuseppe Marchese

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Ecco la nota stampa del comune di Amantea che pubblicizza l’ultimo incontro (il prossimo) per lo scoglio di Coreca, quello finale (o tombale), un incontro di “ascolto” conseguente al quale la politica, sentite le parti, adotterà “le decisioni più giuste per l’intera collettività“, “cercando una soluzione che sia la più condivisa possibile”.

 

Non efficacia della proposta progettuale, allora, non reale e duraturo ripascimento della spiaggia a nord ed a sud dello scoglio, senza lesione delle zone a sud dello scoglio stesso, non tutela della Statale che permette (ancora) di giungere a Coreca(nelle foto il grande muro messo a nudo) , ma condivisione, così che se poi il progetto non dovesse avere effetti positivi comunque sarebbe stata un responsabilità non ascrivibile ad una sola delle parti ( tecnici, politici, associazioni).

La vittoria della apparenza della democrazia non della assunzione di responsabilità

Lo strano è che la nota stampa anticipa la volontà dell’ente evidenziando che “ la costruzione di una scogliera di oltre cento metri di lunghezza, con una cresta sull’acqua di circa due metri, (è) “Una soluzione certamente efficace dal punto di vista tecnico”. Ecco

Si terra oggi venerdì 12 dicembre alle ore 10, presso la casa comunale di corso Umberto I, l’atteso incontro tra l’amministrazione presieduta dal sindaco Monica Sabatino ed i referenti delle associazioni che, nei mesi scorsi, si sono pronunciati in maniera contraria alla realizzazione di una barriera frangiflutti emersa in prossimità dello Scoglio Grande di Coreca.

Come si ricorderà il progetto realizzato dall’ingegnere Alberto Borsani, presentato dalla Regione Calabria e finalizzato al ripascimento costiero del litorale, prevede la costruzione di una scogliera di oltre cento metri di lunghezza, con una cresta sull’acqua di circa due metri. Una soluzione certamente efficace dal punto di vista tecnico, ma di forte impatto visivo. Gli ambientalisti, in primis il Wwf, sostengono che la protezione della costa, così come accaduto nella vicina Tropea, potrebbe essere garantita tramite il posizionamento di una barriera soffolta che preserverebbe l’immagine complessiva del sito. A supporto di tale tesi, nel corso della riunione, verranno presentate alcune relazioni che attestano l’efficacia di questo genere di soluzione. Secondo i progettisti nominati da Palazzo Campanella( ???????) , l’idea della barriera soffolta non sarebbe realizzabile a causa delle “particolari correnti presenti a Coreca”.

L’assemblea, fortemente voluta dal sindaco Monica Sabatino e dall’assessore ai lavori pubblici Sergio Tempo, vuole essere non soltanto un momento di confronto tra due diverse idee progettuali, ma anche un modo per trovare la giusta sintesi e consentire alla Scogliera di Coreca di tornare agli antichi e gloriosi fasti, reinterpretando il ruolo di regina del turismo balneare nepetino.

È bene ricordare che le valutazioni sui due modelli progettuali, da un lato la barriera emersa e dall’altro quella soffolta, sono state oggetto di un vertice che si è tenuto nei giorni scorsi a Catanzaro, presso gli uffici competenti della Regione Calabria, al quale ha partecipato non soltanto il primo cittadino, ma anche l’ingegnere Franco Lorello, dirigente dell’ufficio tecnico di corso Umberto I e lo stesso assessore Tempo.

«L’obiettivo dell’amministrazione comunale nella sua interezza – ha spiegato il sindaco – è restituire il futuro a Coreca. Per fare ciò abbiamo bisogno di conoscere il parere degli esperti che in questo caso devono essere di supporto alla politica. Faremo tesoro di quanto verrà detto nel corso dell’incontro e adotteremo poi le decisioni più giuste per l’intera collettività, cercando una soluzione che sia la più condivisa possibile».

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cp produzioneAmantea  I due appuntamenti milanesi di presentazione al pubblico hanno consacrato il successo del CP Cal 2015, il particolare calendario realizzato con gli abiti degli stilisti che hanno preso parte, nello scorso mese di agosto, alla decima edizione della Grotta di desideri.

 

Nel pomeriggio del 7 dicembre, nel centro congressi del Klima Hotel, ha avuto luogo infatti la conferenza stampa; in serata, al prestigioso JustCavalli, si è quindi tenuto il party che ha celebrato l’uscita del calendario, dedicato quest’anno anno al binomio “wine&fashion”.

L’abbinamento tra due eccellenze del tessuto produttivo nazionale è stato interpretato al meglio dall’attrice e showgirl Claudia Borroni, diretta negli scatti dai fotografi Pasquale Catanzaro e Franz Mazza. «Sono stata felice – dichiara – di aver partecipato a questo progetto come testimonial di un calendario che rappresenta non soltanto un ottimo lavoro fotografico ma anche una speranza per quegli stilisti che inseguono il sogno della moda». La conferenza stampa, a cui ha partecipato anche il pr Andrea Celentano, ha visto la partecipazione di numerose testate e di addetti ai lavori che hanno avuto modo di conoscere meglio il progetto e di apprezzarne le caratteristiche. Il party ha poi portato gli scatti nel cuore di Milano, all’ombra della Torre Branca, tra i simboli più noti della città. Il tutto è stato immortalato dall’obiettivo di Mariangela Gaudio (VivereFiumefreddo.it).

Il CP Cal è strettamente collegato alla Grotta dei desideri, particolarissimo fashion contest organizzato dall’associazione culturale CP Produzioni che si svolge in Calabria e che consente a stilisti provenienti da tutta Italia di presentare le proprie collezioni in uno scenario unico e inimitabile e di concorrere all’attribuzione di due borse di studio per completare la propria formazione o contribuire alle spese di avviamento di un atelier. Al concorso, infatti, possono partecipare giovani designer ancora impegnati nello studio e stilisti che abbiano aperto un’attività da meno di cinque anni. Gli stilisti vincitori che partecipano alla Grotta dei desideri non ricevono soltanto una borsa di studio ma acquisiscono il diritto a realizzare uno shooting fotografico professionale e un calendario con i propri abiti: si tratta proprio del CP Cal che viene poi distribuito su tutto il territorio nazionale in modo del tutto gratuito, contribuendo così alla conoscenza ed alla valorizzazione dei futuri protagonisti dell’arte sartoriale italiana.

Tre le location calabresi utilizzate per gli scatti: le fattorie iGreco, il Grand hotel La Tonnara e l’Art place la Pecora Nera. Queste tre aziende, oltre ad offrire ambientazioni fotografiche di altissimo livello, sono in grado di trasmettere la positività, il fascino e la laboriosità della Calabria.

«La presentazione del calendario a Milano – spiega il direttore amministrativo della CP Produzioni, Giuseppe Catalano – serve ad invertire il concetto centro-periferia che ha consentito la nascita dieci anni addietro della Grotta dei desideri. L’edizione 2015 prevede una borsa di studio al primo classificato di 1.300 euro e al secondo da 700; i primi tre stilisti, inoltre, svolgeranno gratuitamente lo shooting con modelle e fotografi professionisti. Oltre ai tre stilisti che hanno vinto la decima edizione della Grotta dei desideri, Marco Maisto, Annalisa Di Lazzaro e Marco Sfregola, sono stati inseriti nel CP Cal gli abiti di Maria Chiara Saraceno, Anna Calviello e le creazioni Sposa Lucy di Claudia Ferrise». «Chiaramente – spiega il direttore artistico della kermesse, il giornalista Ernesto Pastore – con questa presentazione ci proiettiamo idealmente all’undicesima edizione della Grotta dei desideri. È stato già pubblicato, infatti, il bando che dà accesso alla selezione degli stilisti che prenderanno parte al progetto. L’iniziativa, nata dall’idea di celebrare e approfondire la relazione tra la moda, l’arte e la cultura, intende valorizzare e promuovere i giovani talenti emergenti del mondo della moda e dar loro una possibilità di confronto, formazione, crescita professionale e visibilità. I partecipanti al concorso possono esprimere la propria espressività in massima libertà, senza temi fissi. Il concorso è indirizzato a giovani stilisti diplomati, agli studenti degli istituti superiori pubblici e privati, alle accademie di design, moda e modellistica, alle università e alle scuole professionali. Possono partecipare altresì gli stilisti che abbiano già aperto un proprio atelier da meno di cinque anni. La commissione esaminatrice delegata dalla direzione artistica sceglierà i concorrenti ritenuti, a suo insindacabile giudizio, più meritevoli di partecipare all’evento, sulla base di criteri di scelta predefiniti quali: stile, fattibilità, originalità, innovazione e sperimentazione. I prescelti dovranno partecipare al concorso presentando gli abiti proposti, realizzati su taglia 42».

Per scaricare il bando, disponibile anche in lingua inglese, basta collegarsi al blog ufficiale dell’evento http://lagrottadeidesideri.worpress.com o consultare la pagina Facebook https://www.facebook.com/lagrottadeidesideri.

Ufficio Stampa

La Grotta dei Desideri

Maria Francesca Calvano

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http://lagrottadeidesideri.wordpress.com

https://www.facebook.com/lagrottadeidesideri

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