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Due malviventi vengono in possesso di assegni rubati e li usano per l’acquisto di grandi quantità di pesce surgelato.

L’operazione ha preso le mosse a seguito della denuncia presentata ai carabinieri da un Commerciante di Scalea al quale i due avevano rifilato un assegno poi risultato di provenienza illecita a pagamento di una notevole quantità di prodotti ittici surgelati.

Proprio mentre il commerciante era nella caserma di carabinieri di Scalea ecco che viene contattato nuovamente dai due malviventi

Una nuova vendita ed un nuovo assegno anche in questo caso illecito.

Sono scattate allora intense ricerche da parte dei Carabinieri che hanno identificato i due.

 

Si tratta di sono due italiani, rispettivamente di 32 anni e 45 anni, probabilmente di Amantea.

I due sono stati fermati e la merce recuperata.

L'attività si è protratta fino a tarda ora e si è conclusa durante la notte.

Hanno operato i Carabinieri della Compagnia di Scalea, coordinati dal capitano Alberto Pinto.

Al termine sono stati arrestati due italiani, rispettivamente di 32 anni e 45 anni, accusati dei reati di truffa e ricettazione in concorso.

I carabinieri inoltre hanno effettuato una serie di perquisizioni, con il supporto dei colleghi delle Compagnie di Paola e Lamezia Terme.

Dalle perquisizioni il ritrovamento di altri assegni in bianco , sempre rubati

I due malviventi sono stati messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria paolana.

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Non è uno scherzo di carnevale. E’ la verità.
Ancora una volta il porto di Amantea è inaccessibile a tutte le imbarcazioni.

Siamo andati a vederlo ieri 8 febbraio.

E subito siamo stati avvicinati da alcuni possessori di imbarcazioni colà allocate.

Ma non erano fortemente arrabbiati ; delusi, si, ma non arrabbiati.

Sembra che si stiano abituando a queste condizioni di parzialità di uso.

 

Quasi una accettazione del porto aperto a salta picchio, del tipo #hastag­­-aproquandoposso#

E pensare che c’era un tempo in cui si pensava ad un grande porto , un porto da mille barche.

Mi hanno accompagnato a nord del molo foraneo a vedere una spiaggia impressionante (ed invero bellissima) formatasi per via della diga foranea

 

E subito i miei accompagnatori mi hanno invitato a scrivere della necessità di rimuovere di 10­­-20-30 mila mc di sabbia per evitare che questa sia poi trasportata a sud riempiendo l’imboccatura.

Ovviamente oltre che liberare l’ingresso dalla attuale presenza di inerti.

Altri mi hanno parlato della misteriosa pompa che avrebbe dovuto garantire il trasferimento della sabbia da nord a sud, una pompa che a detta dei presenti non sarebbe mai stata utilizzata .

 

Ci è sembrato doveroso richiamare la inutilità del trasferimento degli inerti ( invero suggerito dagli esperti che avevano previsto l’insabbiamento ed avevano ipotizzato il trasferimento) e semmai la necessità di allungare il molo foraneo con un braccio che spingesse la sabbia verso il largo.

Poi siamo andati a sud a vedere la drammatica situazione della SS18 che resta la vera vittima di un porto di cui nessuno si addossa la responsabilità.

Un porto maledetto, anche giudiziariamente, visto che…..

 

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Due uomini, due sedie.

Sullo sfondo potrebbe esserci una porta, la porta di una bottega in cui si vende vino (in una qualsiasi strada di paese).

I due stanno davanti a questa porta immaginaria, e parlano di un tema a caduta libera: il brigantaggio.

Ne parlano dispiegando le loro conoscenze e con i modi di cui sono capaci, ne parlano mischiando la Grande Storia dell’Unità d’Italia con le storie riportate da testimonianze inedite o inventate, intrecciando cronache agiografiche, calunnie, leggende, materiali fotografici e documentari e un po’ di spensierato “sentito dire”.

Il testo è una polifonia che tiene in conto sia le voci contro e sia quelle a favore del brigantaggio, con l’obiettivo di svelare i limiti presenti in una lettura manichea del fenomeno.

I briganti non erano solo farabutti ma neanche solo eroi da leggenda, erano innanzitutto uomini che avevano scelto, o erano stati costretti a scegliere, di stare fuori della legge e dalla cosiddetta comunità civile, pagandone poi il prezzo più alto.

Accanto a storie note e divenute parte della cultura popolare, ci sono storie di tanti senza nome, che si sono fatti briganti per seguire un sogno, un’ideale, per una vendetta, un motivo d’onore, o solo per sfuggire la fame.

Il racconto dispiega così una storia frammentata e contraddittoria, che si sviluppa parallelamente a quella ufficiale e alle vicende della Calabria contemporanea.

Il dialogo fra passato e presente è continuo, la cronologia netta degli eventi cede il passo alla poesia, i documenti storici sconfinano nei deliri e nei sogni di chi il brigantaggio l’ha vissuto per interposta persona, senza agire, senza scegliere, ma continuando a raccontarlo, in qualche maniera, a cantarlo.

Lo stile della recitazione è semplice, privo di artifici, tutto si basa sulla parola, sulla capacità degli attori di dare corpo e voce a piccoli frammenti narrativi, in un continuo affastellarsi di stili, forme e dialetti, con una voglia di raccontarsi addosso e di togliersi il fiato a ricordare nomi, personaggi, luoghi, storie…

Manolo Muoio:

ha studiato recitazione con Francesco Lorenzo Gigliotti presso il Centro RAT Teatro dell’Acquario. Ha partecipato a diverse performance del Living Theatre, durante una loro tournée italiana. Nel 1998 ha studiato presso il Source’s Research Theatre di Bolpur (India), con Abani Biswas, allievo di Jerzy Grotowski. Ha studiato con Natalie Mentha, Yves LeBreton, Clive Barker, Tetsuro Fukuhara, Eimuntas Nekrosius, Marylin Fried, Michele Di Stefano/MK. Nel 2004 ha lavorato nel Romeo e Giulietta diretto da Nikolaj Karpov, docente di Plasticità Scenica al Gitis di Mosca. Nel 1998 è tra i fondatori di Teatro Rossosimona. Ha recitato negli spettacoli Sida e l’uomo dal fiore di Lindo Nudo (vincitore del Premio ETI – Vetrine 1996) e È il Momento dell’Amore di Lindo Nudo, (vincitore del Premio Scenario 2001), L'esausto di Lorenzo Gleijeses e Julia Varley.

Ernesto Orrico:

Attore, autore e regista, laureato al Dams dell’Università della Calabria, ha studiato con Maurizio Grande, Valentina Valentini, Marcello W. Bruno e Francesco L. Gigliotti. Ha frequentato laboratori teatrali con Mariangela Gualtieri e Cesare Ronconi del Teatro Valdoca, Lyudka Ryba del Cricot 2, Romano Colombaioni, Francesco Scavetta, MK, Vincenzo Pirrotta, Peppino Mazzotta, Armando Punzo. Dal 1998 al 2001, ha fatto parte di Teatro Rossosimona. Ha lavorato con Scena Verticale, Centro RAT – Teatro dell’Acquario, Carro di Tespi, Spazio Teatro, Zahir, Compagnia Ragli. Dal 2003 al 2014 ha collaborato con il Teatro della Ginestra di Cosenza. Ha scritto “'A Calabria è morta”, monologo teatrale edito da Round Robin (Roma 2008), le raccolte di poesie “Appunti per spettacoli che non si faranno” per Coessenza (Cosenza 2012) e “The Cult of Fluxus” per Edizioni Erranti (Cosenza, 2014).

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