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Oggi ha piovuto. Nemmeno tanto, in verità. E anche lentamente, in modo che le acque potessero facilmente raccogliersi ed avviarsi a rifiuto.

Ma non è successo dappertutto.

Per esempio via Ticino e strade attinenti sono rimaste allagate.

Non da acqua soltanto, ma da acqua mista a fogna.

Molta la preoccupazione delle abitazioni con scantinati

“Ma per fortuna che c’è il Riccardo, che da solo gioca al biliardo” , diceva la canzone di Giorgio Gaber; noi invece diciamo : “ Ma per fortuna che c’è il Riccardo, che da solo vale un miliardo”; e Riccardo è Rocco Cima che anche se non è pagato da mesi prende il mezzo attrezzato , raggiunge via Ticino e spurga la rete fino a risolvere il problema del potenziale allagamento degli scantinati di alcune case sottomesse al livello delle strade.

Ma perchè basta una sola piccola pioggia e si rischia l’allagamento delle abitazioni?

A noi sembra il segno della approssimazione con la quale Amantea è stata costruita.

Costruzioni selvagge e senza la preventiva realizzazione delle reti confacenti per dimensioni alle abitazioni programmate.

O forse costruzioni abusive e tali che da non riuscire ad avere i necessari servizi

Ci siamo abituati. Ad Amantea tantissimi mancano i parcheggi, le strade hanno larghezze insufficienti, molti marciapiedi non esistono e quando esistono sono selvaggiamente occupati.

Non è solo un fatto di mancata programmazione urbanistica . Amantea sembra un Far West.

E così stasera ho sentito gente che gridava, che voleva chiamare i carabinieri, forse come estrema ratio ( meno male che ci sono almeno loro) , quasi che taumaturgicamente loro possano risolvere problemi gravi come quelli esistenti, inventandosi anche programmatori urbanistici.

Problemi che vengono a lontano e di cui nessuno è responsabile, perché le cose vanno così anche perché , in fondo, la gente vuole costruire e non tollera che i tecnici privati o del comune suggeriscano od impongano comportamenti corretti.

Mi piacerebbe che una commissione di tecnici valutasse la città ed indicasse gli errori urbanistici, magari anche senza mandare in galera nessuno ma semplicemente facendo l’elenco di chi ha voluto distruggere una città che poteva essere funzionale . Restereste sorpresi.

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Sostenere che la sanità in Calabria è da rifondare non è affatto peregrino.

 

Lo dimostra, anche, quanto sta succedendo in tante parti della regione, Amantea compresa.

Come noto il laboratorio di analisi cliniche presso il poliambulatorio di Amantea ( ex ASL ed ex Distretto) è un fiore all’occhiello, da potenziare , da sviluppare, mentre è noto che il commissario Scura, emissario della “reina sanitas” Beatrice Lorenzin, ne vuole la chiusura in nome della “spending rewiew”( Decreto commissario ad Acta n 84 del 21 luglio 2015), ma a tutto danno della utenza che è costretta a pagare la inefficienza della nostra sanità.

 

Ecco cosa succede ad Amantea.

Arrivano ogni giorno al laboratorio di analisi cliniche , anche da altre province, decine e decine di pazienti , spesso, con doppie ricette sanitarie, una di colore rosso, cioè appartenenti al sistema sanitario pubblico , ed una di colore bianco, emesse da un medico generico o da un medico specialista.

Grande e grave è l’imbarazzo degli addetti che possono accettare soltanto la ricetta rossa e non quella bianca, pur essendo anche essa valida per la erogazione del farmaco o della prestazione.

 

Come spiegare all’utente che il laboratorio pubblico di analisi cliniche non può prestare i servizi indicati su ricette bianche, pur provenienti, magari, da uno specialista, nemmeno quando il cittadino intende pagare il servizio laboratoristico .

Incredibile!

Ed è ancora peggio quando occorre spiegare all’utente che il laboratorio pubblico non può operare in forma intramoenia, come tanti medici del sistema pubblico.

Ed fortissime sono le reazioni degli utenti quando viene loro detto che dopo aver fatto il prelievo per gli esami indicati nella ricetta rosa devono andare in un laboratorio privato e farsi fare un altro prelievo per le Analisi indicate sulla prescrizione bianca.

Utenti, uomini e donne, trattati come animali da macello, avviati come animali al pascolo. E questo in aperto spregio del diritto alla salute, del diritto alla sanità

 

E tutto per 10 euro! Eh si, perché con la ricetta rosa si preleva un ticket aggiuntivo di 10 euro introdotto dal 17 luglio 2011, prima a carico delle regioni «spendaccione» come Puglia, Abruzzo, Calabria, Lazio, Campania, Liguria, Molise, Piemonte, Sardegna e Sicilia e poi esteso a tutte, ticket che non può essere esatto con la ricetta bianca, così che il servizio non viene reso.

Ma quello che è inaccettabile è che una analisi come l’azotemia fatta presso un laboratorio privato costa 4 euro e presso uno pubblico 14 euro perché deve essere pagato il ticket aggiuntivo!

Ma perché non si autorizza il laboratorio pubblico di Amantea od altrove ad eseguire le analisi su ricetta bianca alle stesse condizioni dei laboratori privati?

Perché questa inaccettabile differenza tra pubblico e privato? Già! Perché ?

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Per la prima volta sanzionati i dirigenti comunali del comune di Amantea. Direte o penserete che c’è sempre una prima volta. E’ vero.

 

Anche per le sanzioni amministrative. Anche per Amantea. Anche per i suoi dirigenti.

Ed, infatti, questa volta, per la prima volta, a tutti loro è stata comminata “ una sanzione pari all’indennità di risultato per gli anni dal 2012 al 2015”

A comminarla la segretaria generale dottoressa Maria Luisa Mercuri a conclusione del procedimento disciplinare aperto nei loro confronti a seguito della segnalazione del Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza su delega dell’Ispettorato per la Funzione pubblica.

Il nucleo è stato presente negli uffici comunali nei giorni dal 16 al 20 novembre 2015.

 

Ben tre gli agenti del Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza.

Ed a conclusione dell’ispezione, è stata emanata apposita relazione partecipata al comune di Amantea dal direttore dell’ispettorato del dipartimento per la funzione pubblica , nella quale , sono stati ricordati gli “effetti sanzionatori previsti dall’art 11, comma 9, del dlgs 150/2009 ( divieto di erogazione della retribuzione di risultato) ed articolo 46 del dlgs n 33/2013( valutazione ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio collegato alla performance individuale) a carico dei dirigenti che omettono gli adempimenti di pubblicazione degli incarichi.

 

Invero, il vice segretario comunale dr Mario Aloe aveva avuto ,modo di ricordare agli investigatori della Guardia di Finanza che “per gli anni 2012, 2013, 2014 non sono state erogate somme né a titolo di retribuzione di risultato, né a titolo di trattamento accessorio collegato alla performance individuale”.

Ed infatti la segretaria generale nel comminare la sanzione sopra precisata ha evidenziato che la “indennità di risultato, siccome non ancora erogata, non deve essere restituita e non sarà più corrisposta”.

Ovviamente, come per legge la segretaria ha avvertito i dirigenti che l’atto comminante la sanzione può essere impugnato presso il Giudice del lavoro.

Occorre, quindi, aspettare se i dirigenti adiranno il competente Giudice del lavoro.

Sospettiamo che nessuno lo farà. Ma chissà?

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