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Redazione TirrenoNews

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La storia è semplice.

Il 6 agosto scorso l’ufficio postale di Sangineto subisce una rapina.

Un delinquente armato di mazza si fa consegnare dall’impiegata 1500 euro

L’ufficio dopo la rapina è stato chiuso

Ovvi i problemi per tanta gente , in particolare per i pensionati.

Da qui l’intervento del consigliere di minoranza Francesco Cataldo, del gruppo “Obiettivi comuni”che ha inutilmente sollecitato la riapertura dell’ufficio postale.

A questo punto Cataldo si rivolge all’onorevole Stefania Covello del PD che risolve il problema

L’ufficio appena possibile riaprirà

E Cataldo “Ringrazio l’onorevole Covello, da sempre vicina alle esigenze dei sanginetesi perché da anni trascorre qui le sue vacanze, per il tempestivo interessamento alla vicenda. Finalmente si pone fine ad un periodo di disagi per i cittadini ed in particolare per le fasce più deboli”.

Cosa faremmo senza i parlamentari ?

La storia è quella dell'inchiesta sulla gestione Arpac, l'Agenzia regionale per l'Ambiente

Il GUP di Napoli aveva escluso l'accusa di associazione a delinquere contestata a Clemente Mastella .

Il pronunciamento del Gup venne impugnato in Cassazione dal Procuratore di Napoli.

La Suprema Corte, sesta sezione penale, ha accolto il ricorso ravvisando illogicità e carenze nella sentenza del Gup solo nella parte relativa al reato di associazione a delinquere.

La cassazione ha ritenuto «palesemente infondate le preliminari osservazioni del Gup» secondo cui l'accusa «non sarebbe in simmetria con lo schema tipico del reato di cui all'art 416 c.p.». Non solo ma ha ribadito che «Contrariamente a quanto affermato dal Gup, risultano contestati una serie di reati specifici, sia in questo che in altri procedimenti, alla cui commissione la contestata associazione sarebbe stata diretta»

Infine secondo i giudici della suprema Corte è «del tutto assertiva la constatazione del Gup in base alla quale da una lettura complessiva delle conversazioni telefoniche intercettare sarebbero emersi in capo agli imputati unicamente rapporti di amicizia e di interesse, collegamenti derivanti dalla comune appartenenza politica, ma non risulterebbe l'esistenza di un vincolo associativo diretto alla commissione di illeciti».

Per questo la Cassazione ha rinviati gli atti al riesame del Gup.

Sequestrato uno stabilimento balneare abusivo

Mercoledì, 28 Agosto 2013 18:43 Pubblicato in Cosenza

Guardia Costiera di Cariati appartenente al Compartimento Marittimo di Corigliano Calabro insieme all’ufficio tecnico comunale, dopo lunghe e laboriose indagini ha scoperto che il lido balneare sito sul litorale di Mandatoriccio, in località Procello, era abusivo.

Un lido importante metri quadrati con annessi bar, gazebo, giochi, docce, locali igienici, ombrelloni e sdraio che occupava ben 3500 mq di spiaggia

L'attività veniva esercitata senza i dovuti provvedimenti amministrativi

Gli agenti hanno scoperto anche che lo stabilimento balneare era stato realizzato abusivamente su area demaniale marittima e in parte anche su proprietà privata senza le prescritte autorizzazioni demaniali ed edilizie e senza permesso di costruire.

Inoltre le strutture in questione si trovano in zona a vincolo paesaggistico - ambientale, nella fascia di rispetto dei 300 metri dalla linea di costa e in un sito di interesse comunitario, le Dune di Camigliano, per cui la loro realizzazione senza le dovute autorizzazioni deturpa il paesaggio e l’ambiente costiero.

Da qui il sequestro disposto dalla Procura della Repubblica di Rossano per evitare che dal prossimo periodo primaverile e sino al termine della stagione estiva 2014 si potessero protrarre od aggravare le conseguenze del fatto.

ll responsabile dell’abuso è stato ovviamente denunciato all’Autorità giudiziaria per la violazione delle norme previste dal Codice della navigazione in materia di gestione dei beni del demanio marittimo e della normativa edilizio – urbanistica, ambientale di tutela dei siti sensibili e sismica.

Nessun danno alla azienda visto che ha potuto lavorare quasi fino a fine estate 2013

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