Parliamo di quel buco dove si infilavano i debiti che non si voleva fossero scoperti e contabilizzati.
Quel buco denunciato anche dall’ex assessore Sergio Tempo prima di far cadere la giunta Sabatino.
Quel buco che la commissaria Greco aveva individuato e che stava tentando di quantizzare prima che venisse esautorata.
Quel buco che, molto probabilmente, è all’origine della scelta da parte del Prefetto Tomao della nomina a sub commissario del dr Domenico Giordano dirigente del Servizio Contabilità e Gestione Finanziaria della Prefettura di Cosenza.
Al dr Giordano, anche per la sua qualificazione professionale, non sfuggirà la gravità della situazione del comune di Amantea.
Gravità che, sicuramente, la commissaria Greco avrà descritto nella sua relazione al Prefetto.
Ieri, infatti, ad aspettare di essere ricevuto dalla commissaria Orsomarso c’era il progettista dei lavori della scogliera di Coreca.
Egli ha dichiarato di avere un credito verso il comune di Amantea di circa 110.000 euro.
Ci ha anche riferito di aver inoltrato la relativa fattura.
Sembra, però, che il richiamato debito non sia stato contabilizzato forse perché i lavori della scogliera di Coreca ed aventi una previsione di spesa di 1.100.000 euro siano stati definanziati dall’ente regione.
Il progetto a suo tempo venne contestato dagli ambientalisti, dal M5s e da altri.
Da quel tempo, era fine gennaio 2015, quasi nulla se si esclude che il 20 febbraio 2015( esattamente 2 anni fa) venne svolta una riunione alla regione Calabria in occasione della quale si decise di affidare alle Università calabresi di Cosenza e Reggio la redazione di un nuovo progetto meno impattante dal punto di vista ambientale.
Secondo Rosario Cupelli, cittadino attivista Movimento 5 Stelle, in quella riunione l’assessore Nino De Gaetano ( prima delle grane giudiziari nelle quali imbattè) si impegnò:
-A trovare le disponibilità economiche per coprire il costo di un nuovo progetto da affidarsi al sistema universitario calabrese, un nuovo impegno progettale per garantire il rispetto dell’ambiente e nel contempo la sicurezza della zona;
-A trovare ove necessario maggiori risorse finanziarie per coprire eventuali maggiori costi;
-A garantire la conservazione del finanziamento anche oltre il 31 dicembre 2015, data che in precedenza era stata indicata come ultima e non modificabile.
E comunque sempre il medesimo dichiarante affermò che: “Come M5S restiamo sempre attenti e vigili, affinchè:
-non venga usata la sabbia prelevata dal Fiume Oliva, altamente inquinata;
-l'intervento non sia sproporzionato rispetto all'entità del problema e persegua finalità esclusivamente pubbliche;
-controlleremo che i SOLDI PUBBLICI vengano spesi in maniera oculata;
-che i soldi pubblici non vengano utilizzati per favorire finalità di privati
Poi il silenzio.
Ed ora le richieste del primo progettista.
La parola ora alla commissaria Colosimo e nel caso di silenzio alla compente magistratura.