
Crotone. I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Crotone hanno tratto in arresto il 27enne extracomunitario JOBE Ebrima per tentata rapina aggravata, in danno di due meretrici.
In particolare i militari, a seguito della segnalazione di una aggressione, hanno accertato che due donne di nazionalità Bulgara, rispettivamente di 19 e 45 anni, sono state avvicinate dall’uomo con la scusa di richiedere una prestazione sessuale, quindi minacciate con una spranga metallica al fine di sottrarre loro le borsette.
Le due donne hanno opposto resistenza e allertato i carabinieri che, prontamente intervenuti hanno tratto in arresto il 27enne.
Terminate le formalità di rito, l’arrestato, su disposizione del PM di turno della Procura di Crotone, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Crotone.
Al termine dell’udienza, il Tribunale di Crotone ha condannato l’uomo alla pena di anni 1 e mesi 8 di reclusione.
7 luglio 2019
Isola Capo Rizzuto. Ammontano a 640 anni di carcere, a fronte di richieste per quasi un millennio avanzate dal pm Antimafia Domenico Guarascio, le pene inflitte dal gup distrettuale di Catanzaro Carmela Tedesco contro 65 imputati che hanno scelto il rito abbreviato nel processo scaturito dall'operazione interforze Jonny, con cui nel maggio 2017 fu inferto un duro colpo alla cosca Arena di Isola Capo Rizzuto e, in particolare, sarebbe stata fatta luce sui tentacoli sul Centro d'accoglienza S. Anna, tra le più grandi strutture per migranti in Europa.
Venti anni erano stati chiesti dal pm per Leonardo Sacco, l'ex governatore della Misericordia di Isola e vice di quella nazionale, personaggio chiave dell'inchiesta insieme all'ex parroco Edoardo Scordio (che però ha scelto il rito ordinario insieme ad altri 37): gliene sono stati inflitti 17, ed è stato condannato anche per associazione mafiosa, ma è stato assolto per dodici capi d'imputazione relativi a ipotesi di malversazione e frode in forniture pubbliche.
Per Sacco( vedi foto) era stata avanzata la pena più elevata, al pari di quelle proposte nei confronti dei pezzi da novanta di una cosca tra le più potenti della 'ndrangheta – come Giuseppe e Pasquale Arena e Paolo Lentini - che aveva anche una sua “filiale” nel Catanzarese, sia pure agli ordini della più importante, nella gerarchia mafiosa, “provincia” di Cutro.
La condanna più alta alla fine è stata quella per Pasquale Arena, a 20 anni e 2 mesi, ma spiccano quelle a 20 anni a testa per i cugini Antonio e Ferdinando Poerio, titolari della società di catering Quadrifoglio, servente il Cara, mentre a Giuseppe Arena e a Paolo Lentini sono stati inflitti 16 anni e 4 mesi ciascuno.
Sedici le assoluzioni.
I particolari nell’edizione in edicola domani.
ANTONIO ANASTASI by Quotidianodelsud
Dalla Turchia al Mar Mediterraneo utilizzando un’imbarcazione battente con le bandiere Usa per arrivare al largo delle coste di Crotone con 45 extracomunitari a bordo.
La Corte di assise di Catanzaro ha condannato a 4 anni, 8 mesi e 675mila euro di multa i tre scafisti Balan Oleksandr, Kotik Volodymyr, difesi dall’avvocato Salvatore Perri e Ihor Rubinin Ibor, assistito dal legale Olesya Dzedzinska per favoreggiamento all’immigrazione clandestina, mentre li ha assolti dal reato associativo come richiesto dai legali difensori.
Una condanna inferiore rispetto ai 6 anni di reclusione e il pagamento di 675mila euro di multa ciascuno invocati in aula dal pubblico ministero Paolo Sirleo, che li ha ritenuti “rei” non solo di favoreggiamento, ma anche di associazione a delinquere.
Secondo le ipotesi accusatorie, infatti, gli imputati, tutti di nazionalità ucraina, con altre persone in corso di identificazione, operanti in Turchia e in altre zone del Medio-Oriente avrebbero fatto parte di una associazione che avvalendosi di mezzi di trasporto terrestri e navali, con ruoli e compiti ben definiti, avrebbero garantito l’accesso illegale di stranieri nel territorio italiano.
Alcuni di loro, avrebbero avuto il compito di contattare persone interessate ad entrare illegalmente via mare in Italia dietro un corrispettivo per il viaggio, altri, avrebbero organizzato ed eseguito in tutte le fasi il successivo trasferimento nel Bel Paese.
In concorso tra loro e con altre persone in corso di identificazione, avrebbero condotto da una località della Turchia, una imbarcazione battente bandiere Usa, diretta in Calabria, organizzando ed effettuando il trasporto di cittadini extracomunitari , privi di cittadinanza italiana e di titolo per poter risiedere permanentemente sul territorio nazionale.
Fatti che si sono verificati il 15 giugno del 1018, con le aggravanti, secondo la pubblica accusa, di aver esposto le persone trasportate a pericolo di vita e di incolumità, di averle, inoltre, sottoposte a trattamento inumano e di aver commesso il fatto allo scopo di trarne profitto.
Sono state le unità navali della Guardia di finanza ad intercettare al largo delle coste di Crotone la barca a vela, notando all’interno la presenza di acqua.
Immediate le operazioni di trasbordo, lasciando alla deriva l’imbarcazione, che ormai stava affondando.
Arrivati nel porto di Crotone i 45 migranti di nazionalità iraniana e irachena sono stati accolti dallo staff di prima accoglienza e successivamente portati al Regional Hub di Sant’Anna ad Isola Capo Rizzuto, mentre i tre scafisti sono finiti in manette.