Sabato prossimo l’ACD Amantea Calcio 1927 potrà iniziare tranquillamente il campionato di calcio.
È stato comunicato alla Lega Calcio il referente responsabile della squadra.
E’ una new entry.
Si tratta dell’avvocato Salvatore Politano.
Superato, quindi, l’empasse della dirigenza della squadra di calcio cittadina
Allenatore è Alfonso Caruso (vedi foto).
Auguri alla squadra di un ottimo campionato.
Non solo il TG3 racconta del mare sporco di Amantea, ma addirittura il Quotidiano dedica al nostro mare la prima pagina.
Ovviamente non d’iniziativa ( sic) ma perchè un anonimo cittadino invia una foto con una macchia di schiuma a mare.
E non è stato l’unico, perché un altro , il giorno prima, ne aveva inviata ad un sito web una seconda con un’altra macchia di schiuma fotografata un po’ più avanti( a Coreca)
Foto che hanno contribuito a distruggere quel poco di immagine turistica che ancora conservava il nostro mare e la nostra città
Ovviamente la vicenda deve essere sfuggita all’amministrazione comunale ed al suo addetto stampa perché non hanno reagito.
In alcun modo.
Non hanno ricordato il vanto. ormai quasi decennale. di “mare eccellente”, quello che ormai viene diffuso ripetutamente come uno slogan e perfino fatto oggetto di 6x3 diffusi in giro sul territorio.
Si tratta di un silenzio molto espressivo, perché se di “vergogna” si tratta è una vergogna da condividere con l’intero sistema di controlli pseudo sanitari
Non ci risulta nemmeno se sia stato chiesto al Quotidiano il nome dell’ informatore , non fosse altro che per avere certezza che si trattava di una foto scattata proprio in questi giorni visto che si trattava certamente di Amantea.
Né è stato evidenziato che si tratta di un fenomeno da condividere con quasi tutta l’Italia tirrenica.
Richiamarlo, in sostanza, come un fenomeno amanteano è una sostanziale non verità che segnala più che un mare Tirreno sporco, il mare di Amantea come sporco
Perché questo silenzio di fronte all’ennesimo attacco ad Amantea ?.
Forse perché sanno che nessuno la difende?
Ma nessuno si rende conto che in questo modo uccidono una città già turisticamente morta?
Ed infine perché l’amministrazione comunale non fa nulla perché Amantea abbia un mare più pulito?
Eppure al comune sanno che è ben possibile!
Ciccio Svedese è uno di noi; parlo di noi amanteani che amiamo la nostra città.
Anzi, forse, lui è un esempio di questo amore che lo ha visto emigrante per il mondo, ma sempre con Amantea, anzi la sua Calavecchia, nel cuore.
Ed ancora oggi, ogni anno, è lì, dove c’è la sua antica abitazione , quella della sua famiglia, quella della sua infanzia, dei suoi amici, dei suoi ricordi più intensi e profondi.
Una piccola parte di quel quartiere vivo e pulsante che, tra l’altro, era il Trait d’union tra la “chiazza” e la “taverna”
Quella casa e quel quartiere che sono la radice principale dell’albero della sua vita, quello che, anche per ognuno di noi, piano, piano si vuota delle sue foglie di cui riempie il terreno sottostante, o, nel caso di Ciccio, e per ora, il suo primo libro.
Affatto emblematico il titolo “Foglie” , non pezzi di vita, non ricordi, non memorie, ma parti dell’insieme della vita di ognuno, componenti di quello che è la macchina della storia di ogni uomo.
Un dono, un altro dono, oltre la sua voce, offerta per anni ai suoi compaesani.
Brevi storie nelle quali si può intravvedere la Amantea che non c’è più, quella della semplicità, dell’amicizia, o se volete quella povera di mezzi finanziari e che ha costretto tanti al dolore della emigrazione, ma ricca di sentimenti, di amore, quelli che emergono vincenti dai racconti che Ciccio offre ai suoi amici in Italia e nel mondo.
Ed affatto emblematica è la foto della prima pagina, quella che presenta un pomeriggio sfocato di una lontana New York, dove un uomo solo, di spalle, cammina sulle foglie degli alberi ancora vitali, ascoltando la musica del fruscio delle scarpe; un uomo che cammina verso il suo destino, senza timori o paure; con la consapevolezza di un ricco passato e di un ricco futuro
“Foglie” ci sembra davvero un libro che sa parlare al cuore ed alla mente, che sa far ricordare, con dolcezza momenti di vita comune, che Ciccio descrive con la consapevolezza che appartengono a tutti.
Luoghi e persone vivono fatti emozionali che sono non soltanto memoria, ma, forse, invito a ritornare a rivivere la dolcezza di tempi troppo presto andati via con i tanti giovani e le tante famiglie che sono emigrate da questa plaga che poi hanno contribuito , e solo per amore, a dar nuova linfa vitale.
Ecco questo voglio leggere nel “dono” di Ciccio, un invito a rileggersi ed a rimemorizzare momenti ancora non dimenticati e proprio per non dimenticarli.
In fondo, e Ciccio lo sa, noi siamo, soprattutto, il nostro passato e quel poco di voglia di vivere onestamente e consapevolmente il nostro futuro.