Ieri sera, in Catanzaro, c’è stato il secondo incontro della Rete delle associazioni dell’ex distretto di Amantea con il dr Fatarella.
Cordiale come sempre il rapporto con la dirigenza della sanità calabrese.
Presenti anche il dr Raffaele Mauro , direttore dell’ASP di Cosenza, Franco Iacucci della segreteria del presidente Oliverio , Giuliana Bernaudo direttore del distretto sanitario Asp del Tirreno.
Per l’amministrazione comunale solo il sindaco Monica Sabatino (mancava anche l’assessore Emma Pati).
Per la rete erano presenti il segretario del PD Enzo Giacco, Peppe Marchese, Tonino Chiappetta, Giuseppe Sconzatesta, Carmela, Laura Pagliaro, Domenico Vellone, Salvatore Amendola, il segretario della CGIL Massimiliano Ianni, Mazzotta Antonella, Egidio Viola e la consorte.
Durante l’incontro si è parlato dei 2,5 milioni di euro della legge 20 per il completamento della struttura del poliambulatorio.
Ha destato molta sorpresa la affermazione del dr Fatarella che ha dichiarato di non ricordare alcun atto di finanziamento di tale importo per il completamento della struttura poliambulatoriale.
In sostanza sembra si sia fatto un passo indietro rispetto alla affermazione della disponibilità di tale importo recata dalla stessa amministrazione comunale di Amantea dopo lì incontro con il precedente direttore Filippelli.
Sono scomparsi questi 2 milioni e mezzo?
O non sono mai esistiti?
E’ vero che sia il dr Fatarella sia il dr Mauro non hanno frapposto sostanziali difficoltà alla nuova dotazione finalizzata al completamento del poliambulatorio ed alle altre esigenze a suo tempo indicate.
Al punto che il dr Mauro scenderà sabato prossimo per visionare personalmente la struttura nella foto insieme al direttore Giuliana Bernaudo.
Può anche ritenersi che a questo accesso sarà presente il sindaco di Amantea Monica Sabatino ed il sindaco di Aiello Calabro Franco Iacucci
La domanda però si pone.
Ma questi benedetti 2 milioni e mezzo sono mai esistiti?
E se si dove sono finiti?
Ecco il comunicato dell’amministrazione comunale.
“E’ tutto pronto, il servizio di asilo nido comunale è finalmente una realtà, un nido comprensoriale che accoglierà l’utenza di tutti i comuni ricadenti nel distretto di Amantea.
Siamo arrivati al completamento di un iter iniziato qualche anno fa dall’idea di una professionista della città che voleva fare qualcosa per i bambini. Dalla sensibilità dell’architetto Tarquinia Alfano è nata la progettazione degli spazi e dei luoghi pensati per i più piccoli. La struttura è stata costruita attraverso un finanziamento regionale e oggi, grazie all’impegno dell’amministrazione comunale il servizio nido è una realtà.
I costi del servizio saranno garantiti in parte con i finanziamenti pac asili nido, fondi gestiti dal Ministero degli interni, e in parte con la compartecipazione delle famiglie che, a secondo delle fasce di appartenenza in base agli indicatori ISEE, dovranno versare una retta mensile.
Le fasce vanno da un minimo di 50, 00 euro ad un massimo di 170,00 euro, servizio mensa compreso.
Per il mese di marzo appena iniziato il servizio sarà interamente gratuito.
Invitiamo le famiglie interessate a prendere visione dei locali e dei servizi presso la struttura al fine di valutare di persona la qualità degli ambienti e la cordialità degli operatori.
Con l’apertura di questo servizio la nostra comunità fa un passo in avanti verso la crescita e il miglioramento dei presupposti per una buona qualità della vita . Una città che punta alla cura dell’infanzia e al sostegno ai genitori che ormai, necessariamente, devono entrambi lavorare per il mantenimento della famiglia, è una città che guarda al futuro e cerca di affrontarlo con buona volontà e determinazione nonostante i problemi e le avversità”.
Così scrive Giusi Osso: “ E’ dai banchi dell’opposizione che arriva la vergogna.”
E poi continua” Se è vero che il sistema elettorale lenisce il potere decisionale dei consiglieri di minoranza e ne limita la forza, ciò non può giustificare un atteggiamento di assenteismo o, al contrario, di inconcludente demagogia ed ostilità da parte dei medesimi”.
E poi l’affondo” Per non parlare della commissione consiliare, propedeutica al consiglio, durante la quale si è vista una minoranza spaccata a metà ma non per i diversi punti di vista, bensì per la mancata partecipazione ed il mancato apporto tecnico di quei consiglieri ai lavori della commissione fossilizzatisi su questioni effimere, scontate e non pertinenti”.
Poi una vera e propria denuncia, che non si sa a chi sia diretta , quando dice: “Mentre qualcuno ci accusa di arroganza” e di “leggerezza” vogliamo rendere noto alla nostra cittadinanza che i tempi in cui si convocavano quattro commissioni a settimana per non andare a lavorare sono ormai lontani”.
Ci sembra opportuno ricordare che questi fatti , se veri, per la loro gravità: “per non andare a lavorare” ci sembra, siano meritevoli di segnalazione alla Corte dei Conti, atteso che evidentemente si tratta di lavoratori dipendenti che avevano rilevanti costi pubblici!”.
Ma ovviamente si tratta di una competenza della denunciante!
Infine, una affermazione politicamente gravissima, da parte della consigliera, quando dice. “Gli unici a doversi alzare “dalle poltrone” dovrebbero essere proprio loro che sviliscono e mortificano il ruolo che gli è stato conferito”
A tal punto delle due l’una.
Se Giusi Osso ha ragione, dignità ( personale e politica) vorrebbe che chi svilisce il ruolo di consigliere comunale di opposizione, rassegni le proprie dimissioni( sempre sperando che Giusi si riferisse esclusivamente ai consiglieri di minoranza )!
Se, al contrario, Giusi Osso afferma il falso si impone se non una azione giudiziaria, almeno una azione politicamente “molto forte”.
Siamo dell’idea che la vicenda finirà come tanto altro in una bolla di sapone e che, al massimo, ci si limiterà ad un comunicato illeggibile, parolaio, tanto per poter dire che c’è stata una reazione!
Siamo dell’idea, cioè, che Giusi Osso resterà la vincitrice politica e morale di questa vicenda, essendo riuscita a dare voce a quella parte di comunità che si chiede dove sia e cosa faccia la minoranza, forse dimenticando di valutare che questi silenzi sono la “forza” della maggioranza.