
Redazione TirrenoNews
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Amantea entra nell’ultima settimana prima del voto: chi ha paura?
Lunedì, 05 Giugno 2017 09:24 Pubblicato in Primo PianoFrancesca Menichino ,Candidata sindaco di Amantea per il M5s giorno 30 maggio scriveva che il dissesto «certifica il fallimento non di un Comune inteso come comunità, ma di una classe politica che non è solo l'ultima giunta, ma tutte le giunte perlomeno degli ultimi 20 anni.
Pochi amanteani, direi i peggiori, che alternandosi e combinandosi in vario modo tra maggioranza e opposizione, hanno occupato la casa comunale, disegnando un'architettura in cui non c'era più spazio per i cittadini, ma solo per i politici, quei politici che hanno creduto di essere potenti e che gli andasse sempre bene (...)
E in effetti gli è andata bene……. qualcuno si è arricchito, qualcuno si è costruito case e pizzerie».
Lo riporta Il Corriere dei Calabria nel suo ultimo “HORROR SHOW” di Pietro Bellantoni.
Chi sta additando senza avere il coraggio di nominare, di chi parla, a chi si riferisce, con chi ce l’ha?
E poi è questa la linea strategica da seguire per vincere le elezioni, per arrivare al comune?
Ed infine questa politica della instillazione della disistima, se non dell’odio , aiuta Amantea?
Forse che i veri problemi della città sono questi e non –anche- la mancanza generale del senso della legge, l’abitudine ad andare oltre i confini della stessa legge, con la sicumera di restare impuniti( tanto così fan tutti), sollecitata non solo dalla politica, ma anche dall’establishment, se non dal silenzio di chi si colloca nel solco della cultura che tale forse non è e non sarà?
Ed infine chi l’ha eletta questa gente, oggi additata al ludibrio, ma presente–“perlomeno”- negli ultimi 20 anni, se non quella parte di popolo ( purtroppo la maggioranza” che oggi nemmeno parla, anzi che oggi –forse- si ripropone per ripetere le stesse scelte?
Non è certo incolpevole questa gente in nome della quale siamo arrivati al dissesto, che peraltro qualcuno nega, inducendo i potenti ad abusare del bilancio, a non pagare i debiti per pagare coloro che li aiutavano a sopravvivere ed a permettere la loro opera di distruzione di massa della nostra città!
Campora San Giovanni: Vandali danneggiano la statua di San Francesco
Domenica, 04 Giugno 2017 20:49 Pubblicato in Campora San GiovanniNella villa di Campora San Giovanni fa bella mostra di sè la statua di San Francesco da Paola.
E’ li da anni sotto il sole, al vento, sotto la pioggia.
Muta, osserva la comunità e coloro che le si avvicinano.
Ai suoi fedeli offre la benedizione, quella che ieri sera( o stanotte) non è stata sufficiente ad aiutarlo.
Ci hanno inviato le foto della statua di san Francesco mancante di mezza testa.
Qualche vandalo lo ha colpito.
Un atto evidentemente coraggioso.
Ci vuole, infatti, molto coraggio a danneggiare una statua che, come tutte le statue, non può difendersi.
Quello che sorprende è che nessun camporese abbia visto e fermato questi bulli, questi guappi.
Sappiamo però che la piazza è monitorata da alcune telecamere.
Non sarebbe male che venissero controllate.
Non solo quelle pubbliche ma anche quelle private.
Ci piacerebbe che i vandali venissero riconosciuti e segnalati alla comunità.
Oltre a pagare i danni, ovviamente.
Se questi comportamenti non vengono sanzionati domani potrà avvenire di tutto!
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La Guardia di Finanza denuncia Alberto Statti per estorsione continuata
Sabato, 03 Giugno 2017 18:31 Pubblicato in Lamezia TermeLa Guardia di Finanza sembra non far sconti a nessuno.
E così facendo si impone come colui che con le sue indagini può cambiare questa Calabria e darle un futuro.
Alberto Statti è uno degli imprenditori calabresi più noti ed è anche presidente regionale di Confagricoltura.
Stando alle indagini Statti avrebbe sfruttato per anni i propri dipendenti dando loro uno stipendio notevolmente più basso rispetto a quanto risultasse nelle buste paga e obbligandoli a rinunciare persino al Tfr, il trattamento di fine rapporto.
Per questo è stato denunciato per estorsione continuata nei confronti dei suoi 23 dipendenti dal Gruppo della Guardia di finanza di Lamezia Terme nell’ambito dell’operazione “Spartaco”.
Nei suoi confronti il gip del tribunale lametino ha emesso un’ordinanza applicativa di misura cautelare interdittiva e reale.
In pratica gli è stato imposto temporaneamente il divieto di esercitare l’attività di impresa.
Secondo l’accusa chiunque, tra i suoi dipendenti, si opponeva alle condizioni imposte veniva minacciato di licenziamento e chi invece pretendeva di essere pagato con regolare contratto di lavoro non veniva assunto.
Si tratta di una delle operazioni a reprimere ogni forma di sfruttamento dei lavoratori che inquina il mercato del lavoro.
L’inchiesta è scaturita da controlli effettuati negli scorsi mesi dai finanzieri in diverse località delle campagne lametine, attraverso il monitoraggio di automezzi, sopralluoghi, appostamenti, pedinamenti e riscontri cinefotografici, effettuata anche col supporto dei mezzi aerei del corpo.
Secondo quanto si legge in un nota della Guardia di finanza, nonostante la ritrosia di quasi tutti i dipendenti a riferire le reali condizioni lavorative per paura di perdere il posto di lavoro, le indagini avrebbero permesso di verificare la reale estensione del fenomeno illecito accertando la fonte di arricchimento per l’imprenditore, quantificato in circa 290 mila euro. Per questo motivo è stato disposto un sequestro preventivo pari a circa 290 mila euro, cioè la cifra che i finanzieri ritengono essere l’illecito profitto derivante dalla presunta attività estorsiva posta in essere da Alberto Statti.
Statti si difende e si dichiara “Certo di chiarire la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono contestati , esprimo piena fiducia nell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura e confido in una celere definizione”.
Che non sia stato il suo ragioniere od il suo commercialista?
Ma leggiamo che uno dei più anziani dipendenti, tra i 23 sui quali sarebbe stata esercitata l'estorsione, ha riferito ai finanzieri:
«L'unica volta nella mia vita in cui ho firmato buste paga corrispondenti all'effettivo salario percepito è stato allorquando lavoravo in Germania negli anni '79, '80 e '81; in Calabria ciò non è mai accaduto».
Ed un altro operaio ora in pensione, dopo 30 anni nelle aziende Statti, ha riferito agli inquirenti: «Ho accettato le condizioni retributive impostemi dallo Statti Alberto in quanto avevo assoluta necessità di lavorare, essendo che a casa mia sono l'unico ad esercitare un mestiere; quindi non lavorare significava lasciare la mia famiglia senza reddito; quindi ho lavorato fino alla fine nella consapevolezza di essere sfruttato.
Nel corso del mio rapporto di lavoro ho avuto il coraggio di ribellarmi ottenendo come effetto il licenziamento, per cui ho dovuto per forza accettare di lavorare alle condizioni ingiuste imposte dallo Statti Alberto; tra l'altro, a Lamezia Terme e credo dappertutto, nessun lavoratore può permettersi il lusso di pretendere i propri diritti, altrimenti non trova lavoro da nessuna parte; ciò in quanto, qualsiasi imprenditore, prima di assumere una persona chiede le referenze presso le aziende dove il lavoratore stesso ha lavorato precedentemente e se viene a sapere che questi ha creato problemi in tal senso, non viene certamente assunto; io, infatti, vi sto riferendo quanto è a mia conoscenza solo perché sono in pensione poiché non ho più nulla da temere; qualora fossi stato ancora alle dipendenze del mio datore di lavoro non vi avrei mai riferito la verità».
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