
Redazione TirrenoNews
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uoLa tradizione del dono di uova è documentata già fra gli antichi Persiani dove era diffusa la tradizione dello scambio di semplici uova di gallina all'avvento della stagione primaverile, seguiti nel tempo da altri popoli antichi quali gli Egizi, i quali consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell'anno, i Greci e i Cinesi. Spesso le uova venivano rudimentalmente decorate a mano.
Il Cattolicesimo riprese le tradizioni che vedevano nell'uovo un simbolo della vita, rielaborandole nella nuova prospettiva del Cristo risorto.
L'uovo infatti somiglia a un sasso e appare privo di vita, così come il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto Gesù.
Dentro l'uovo c'è però una nuova vita pronta a sbocciare da ciò che sembrava morto.
In questo modo, l'uovo diventa quindi un simbolo di risurrezione.
Oggi l’uovo significa soprattutto sorpresa.
Non ha voluto mancare a questa tradizione Enzo Scanga il sindaco di Lago.
Ed ecco cosa ha nascosto nell’uovo di Pasqua 2018.
“In questa domenica delle Palme, in piena concordia con l’Amministrazione comunale, voglio partecipare a tutti che attraverso la rinuncia a due mensilità della mia indennità di Sindaco, si procederà a restaurare le due statue, realizzate dal compianto Artista Girlando Politano e che appartengono, da oltre settant'anni, al nostro patrimonio artistico, culturale e religioso,
FRA BERNARDO e CRISTO RE.
La ristrutturazione sarà affidata alle sapienti mani del Maestro Nicola Scanga.
Il progetto prevede anche un’adeguata illuminazione delle due statue e della villa dedicata al Frate Agostiniano in Via Pantanello.
C’è anche la ferma intenzione di bonificare l’area e trasformare i ruderi del monastero del 1600 in un luogo di attrazione culturale di Lago e ci adopereremo per riuscire anche in questo intento.
Buone festività Pasquali a tutti. Enzo Scanga”
E’ vero. Pasqua non è sempre e dovunque la stessa!
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Ha ragione Laratta quando dice al Pd: «Sbrighiamoci o ci cacceranno a calci»
Domenica, 25 Marzo 2018 21:46 Pubblicato in CetraroFranco Laratta, coordinatore regionale di Areadem - la componente pd vicina a Dario Franceschini - nel corso di un dibattito sulla situazione politica in Calabria, alla vigilia dell’assemblea regionale del Pd, ha detto che «sarebbe un grave errore rispondere alla crisi in cui versa il Pd calabrese con un "accordicchio" che porti a una semplice e frettolosa sostituzione del segretario regionale, senza uno straordinario piano di rilancio del partito.
A noi non serve una conta delle tessere, ma una conta delle idee.
Se sbagliamo questo passaggio andiamo verso il suicidio.
No ad accordi fra pochi: abbiamo bisogno di una svolta coraggiosa, fuori dall’ordinario, che apra il partito alle nuove generazioni, alla società, a tutti quei mondi che non si sentono rappresentati.
Basta con il partito chiuso e autoreferenziale: la nostra gente sta scappando via, stanca della nostra inconsistenza».
Laratta ha parlato di un partito in gravi difficoltà nei territori, tanto che la recente campagna elettorale è apparsa completamente spenta, vecchia, senza alcuna idea «e con diverse candidature inadeguate e fuori luogo».
«Eppure la Calabria – ha continuato – è stata al centro delle attenzioni del governo nazionale e del presidente del consiglio Renzi, venuto ben 12 volte nella nostra terra e non per fare chiacchiere.
Se è vero come è vero che la dotazione finanziaria che hanno lasciato alla Calabria i governi Renzi e Gentiloni ammonta a circa 9 miliardi di euro, noi abbiamo adesso la responsabilità di impiegare presto e bene queste ingenti risorse.
Abbiamo una ventina di mesi a disposizione per dare inizio alla Calabria del futuro. Oliverio ha ben presente tutto ciò. Ma se falliamo avremo gravissime difficoltà nelle prossime scadenze elettorali del 2019».
La discussione tocca anche il rimpasto annunciato dal presidente della Regione Oliverio: «Fa bene il presidente a mettere mano all’esecutivo, visto che i ritardi sono notevoli e le responsabilità sono molteplici.
Attendere oltre sarebbe grave. Siamo certi che ora Oliverio metterà in piedi un esecutivo forte, competente, autorevole.
Ma sarebbe auspicabile che fosse soprattutto un governo "politico", perché è giusto che la politica si assuma le sue responsabilità, mettendoci direttamente la faccia con gli uomini più forti e autorevoli, anche con amministratori capaci, con giovani che possano segnare una vera svolta.
Questo non è più il tempo delle attese o delle incertezze: ci giochiamo il futuro della Calabria. E fatemelo dire con un linguaggio crudo: sbrighiamoci o ci cacceranno a calci»
Un discorso forte e chiaro.
Una unica grave omissione.
Laratta non ha detto dove saranno tirati i calci!
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Julio Cortázar e la potenza di una virgola
Domenica, 25 Marzo 2018 21:17 Pubblicato in Amantea FuturaJulio Cortázar, all'anagrafe Julio Florencio Cortázar Descotte (Ixelles, 26 agosto 1914 – Parigi, 12 febbraio 1984), è stato uno scrittore, poeta, critico letterario, saggista e drammaturgo belga naturalizzato francese, maestro del racconto, particolarmente attivo nei generi del fantastico, della metafisica, del mistero.
Stimato da Borges, è stato spesso paragonato a Čechov e Edgar Allan Poe.
I suoi racconti non seguono sempre una linearità temporale ed i personaggi esprimono una psicologia profonda.
Nato a Ixelles, sobborgo di Bruxelles da genitori argentini, Cortázar passa la vita tra Argentina e Francia.
Il suo capolavoro è Rayuela (Il gioco del mondo), iperromanzo (o antiromanzo) in cui l'esperienza parigina e argentina si giustappongono e completano a vicenda.
Il libro è composto da 155 capitoli, che possono essere letti nell'ordine specificato dall'autore all'inizio del romanzo o in ordine di comparizione.
Questa scelta soggettiva del lettore segna il punto di maggior originalità del romanzo, che è inoltre caratterizzato da momenti di vita quotidiana intrecciati ad un'analisi filosofica della vita.
Cortázar ha anche tradotto in spagnolo le Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar.
Lo scrittore argentino è sepolto nel Cimitero di Montparnass.
Di Cortázar sono note alcune frasi
Una delle più belle è quella che descrive la potenza della virgola.
Eccola:
"Se l'uomo sapesse realmente il valore che ha la donna andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca."
Provate a leggerla ed a spiegarla.
A seconda di dove porrete la virgola a “quattro zampe ci andrà lì’ o la donna!”
Ed infatti Cortázar aggiunge:
“Se sei donna, certamente metteresti la virgola dopo la parola "donna".
Se sei uomo, certamente la metteresti dopo la parola "ha".
Cioè la frase diventa
"Se l'uomo sapesse realmente il valore che ha, la donna andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca."
Oppure:
"Se l'uomo sapesse realmente il valore che ha la donna, andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca."
Ecco perché dice che "La virgola è la porta girevole del pensiero".
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