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Redazione TirrenoNews

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Il mare che vi abbiamo mostrato ieri insieme con il caldo di questi giorni sono i primi responsabili dell’arrivo massiccio delle meduse

Ed i primi bagnanti sono stati attinti dai loro tentacoli urticanti

Ce lo aspettavamo visto che le migliaia di velelle velelle che sono spiaggiate anche sulle nostre spiagge altro non sono che piccole meduse.

Ce lo aspettavamo perché il nostro mare sta tropicalizzando e come spiega Paola Del Negro dell’Ogs “ è vero che già da qualche anno c’è un trend in crescita” e “la presenza delle meduse è costante e in aumento in tutto il Mediterraneo”.

Attenti allora.

La prima cautela è di controllare la eventuale presenza massiccia (non è il nostro caso) ed in questo caso evitare il bagno.

Normalmente, invece, ( è sempre il caso) usare gli occhialini per verificare la loro presenza ed evitarle. Le meduse infatti non ci attaccano e siamo noi che andiamo verso di loro senza avvertirle.

Le meduse normalmente si spostano verticalmente, quindi possono stare in superficie e possono scendere sul fondo e sempre normalmente si muovono e vanno dove le portano le correnti per cui mentre ti bagni possono arrivarti addosso.

Gli occhialini permettono di avvertirle con estrema facilità e di evitarle

Nessuna paura comunque, Da noi non ci sono meduse pericolose come la Pelagia ( i cui tentacoli possono arrivare anche a 10 metri) o la Physalia (chiamata anche Caravella Portoghese) i cui tentacoli raggiungono anche i 20 metri con il rischio che la medusa sembra lontana ma i tentacoli potrebbero esserci vicini.

Nel Mediterraneo non ci sono mai stati casi di vittime a causa di punture di medusa anche se talvolta le persone punte finiscono all'ospedale.

Problemi similari sono noti in Australia dove le meduse fanno più vittime degli squali on in Florida dove la Physalia ha ucciso.

Anche le nostre meduse comunque ( sia quelle bianche più grandi che quelle scure più piccole) devono essere trattate con cautela,

Non toccatele , né fatevi toccare.

Anche i loro tentacoli hanno i cnidocisti (i piccoli organelli cellulari che contengono il veleno) che possono restare sul palmo della mano e, se non le laviamo e poi ci tocchiamo gli occhi (o altre parti delicate), possiamo trasferire il veleno e provocare un'infiammazione.

La cosa migliore da fare se si viene urticati è quella di lavare delicatamente la parte dolente con la stessa acqua di mare e magari con un pezzo dell’asciugamano per tentare di rimuovere i cnidocisti. L’acqua di mare, invece, è fondamentale per pulire la pelle da parti di medusa rimaste attaccate alla pelle e per diluire la tossina non ancora penetrata.

A casa poi può essere utile un lavaggio con acqua e bicarbonato

Quando si è urticati scatta una reazione infiammatoria locale che dà bruciore e dolore. «La pelle si arrossa e compaiono piccole rilevatezze dette pomfi, ma dopo circa 20 minuti la sensazione di bruciore si esaurisce e resta la sensazione di prurito» spiega Francesco Sacrini, specialista in dermatologia presso l’Istituto Clinico Humanitas di Milano. Il grado di dolore-bruciore varia a seconda delle aree colpite e diventa insopportabile in caso sia colpita più del 50% della superficie corporea”.

Non usare sabbia per tentare di estrarre i cnidocisti

Non grattarsi la parte attinta dalle meduse

Un buon rimedio per avere un’immediata azione antiprurito e per bloccare la diffusione delle tossine è quello di applicare un gel astringente al cloruro d’alluminio al 5 % che non si trova in commercio ma che può essere preparato da un buon farmacista

Buon bagno!

Puntuale come ogni anno è arrivato il segnale che vieta la balneazione nei pressi del torrente Catocastro.

Lo impone la legge in prossimità dei fiumi che sono presunti( certi) inquinatori.

Lo si sa benissimo ma si fa finta di non saperlo, tutti( difficile trovare una eccezione)i fiumi sono recettori di materiale fecale ( umano od animale poco importa)per cui le acque sono piene di colibatteri fecali che vengono trasportati verso mare.

Qui le acque fluviali si miscelano alle grandi quantità di acqua del mare per cui le quantità di colibatteri fecali si riducono percentualmente fino a diventare “normali”.

Proprio per queste ragioni fino a quando non si elimineranno queste immissioni la legge vieta di fare il bagno nel pressi dei fiumi.

In genere 100 metri a dx ed a sx e, talvolta, anche 200 mt.

Questa dimensione permette una diluizione tale che i parametri normalmente inquinanti diventano normali

Ma se guardate il mare come abbiamo fatto stamattina, sia a dx che a sx della foce potete vederlo limpido e trasparente tanto da diventare difficile resistere alla tentazione di fare un bagno.

Non solo ma anche le acque del Catocastro stamattina era limpidissime

Il divieto quindi non è stato tenuto in alcuna considerazione.

In sostanza l’occhio ha vinto sulla mente ed il divieto non è apparso credibile

Il bagnante infatti si lamenta semmai della schiuma che nota magari in posti distanti dalle foci dei fiumi e che gli appaiono ingiustificabili.

Noi dobbiamo comunque avvertire che il divieto è stato posto nel rispetto della legge anche se questa legge non appare più credibile ad alcuno.

E chiediamo invece che si eliminino le immissioni fognarie che sappiamo esistere non solo lungo il Catocastro ma tanto più lungo altri piccoli e medi corsi d’acqua.

Oppure che insieme al segnale di divieto vengano rese note le quantità di colibatteri nelle acque fluviali e che nessuno ( nessuno!) controlla.

Scrive Gigino Pellegrino:

“In questi ultimi giorni mi è stato rimproverato di scrivere solo per alcuni e troppo.

Sono convinto che scrivere per gli “intellettuali” è sempre un errore politico, ed è anche una forma di privilegio che si maschera dietro una strana forma di rispetto astratto per la scienza.

Lo scrivere “difficile” lo considero, in primo luogo, un vero e proprio atto di presunzione.

Io scrivo per essere capito.

Scrivo per chiarirmi e chiarire a chi legge le cose che vado dicendo.

Scrivo prevalentemente ai miei compaesani nella speranza che facciano qualcosa per porre fine a tutta una serie di brutture croniche che soffocano il nostro paese.

Scrivo, avendo chiaro in mente che il diaframma che separa questa presunzione dal più salottiero snobismo intellettuale non è sempre palpabile.

Privati dell’utopia di un futuro possibile, incapaci di pensare alle infinite manifestazioni del divenire, viviamo soggiogati, in particolare le nuove generazioni, dalla sintomatologia dell’effimero.

Se lo spazio della comunicazione massmediatica è tutto occupato da “un’arma di distrazione di massa" come si fa a trovare spazi di discussione sulle cose importanti, come si esercita il senso critico sulle questioni fondamentali della vita di Amantea e degli amanteani, come si raggiunge un grado sufficiente di informazione per operare le giuste scelte al momento di scegliere chi amministrerà la città, con il voto?

Semplice .. non si fa, direbbe il semplicione non comprendendo che quello che oggi viviamo è un totalitarismo di tipo diverso, la coercizione non è effettuata con la forza, ma con distrazione, spettacolo, divertimento, argomenti leggeri, rissa anche perché no, attrae molto anche quella ma non suscita riflessione, anche il dolore stesso spettacolarizzato in tv minimizza le sofferenze reali della gente, inibisce l'empatia, ma l'importante è anche riempire di notizie, servizi, informazioni, impedendo che quelle davvero importanti possano imporsi all'attenzione generale.

Ed è un modo come un altro per censurare, senza che se ne abbia però la consapevolezza.

Dietro a simili atteggiamenti degli amministratori di turno della “Cosa Pubblica”, al limite tra paternalismo, prevaricazione e difesa di interessi di casta, non troveremo di certo l’altruistico desiderio di “proteggere” i più deboli, utilizzato solo come specchietto per le allodole e ottimo per garantire interessi egoistici.

Ciò che ho sempre riscontrato nelle persone vogliose di “amministrare” una qualsiasi istituzione pubblica, sono i loro atteggiamenti basati principalmente sulla finzione, sulla adulazione, sulla mancanza di sincerità e spontaneità, al solo scopo di promettere ai loro concittadini cose che si sa in partenza non verranno mantenute.

Credo sia inutile richiamare tutto ciò che è stato promesso da tutti (non solo dai vincitori) durante la recente campagna elettorale.

In questo contesto si inserisce “l’appropriazione indebita” perpetrata dall’Amministrazione Comunale di Amantea nei confronti dei diportisti che ignari hanno versato ognuno i soldi per l’affitto annuale o stagionale del posto barca presso il porto “abusivo”.

Se i diportisti ignoravano il furto che veniva effettuato nei loro confronti, la stessa cosa non può esser affermata per l’Amministrazione comunale che pur conoscendo l’illegalità della situazione “portuale,   ha continuato, negli ultimi anni, a pretendere il pagamento dei diportisti che hanno pagato fino a due giorni prima del sequestro.

Certo l’atteggiamento è mendace e falso, e fa dell’inganno e della menzogna gli strumenti privilegiati per trarre in inganno il prossimo.

Bisogna, comunque, riconoscere che chiunque creda veramente a tutto ciò che viene promesso pecca, se non altro, di dabbenaggine.

Inoltre, una società che finge di non vedere i propri giovani, che sera dopo sera vedo barcollare per le strade del paese, incapaci di dare un significato alla propria esistenza presente e futura, è una società indegna che mette in scena la commedia dell’esistenza concedendo di ripetere all’infinito sempre la stessa parte oppure di indossare ogni giorno vesti diverse e di recitare nuove battute.

Per creare un futuro migliore da quello attuale, serve ben altro.

Altro che celebrare l’assenza, quale unico simulacro di continuità.

Siamo costretti a vivere un interminabile presente che nasce e muore ogni giorno. Questo è inaccettabile!!

Gigino Adriano Pellegrini

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