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Il PD in Calabria e la sua ricostruzione

Mercoledì, 07 Marzo 2018 15:33 Pubblicato in Economia - Ambiente - Eventi

Riceviamo e pubblichiamo

Non ho, ovviamente, la presunzione di poter fare analisi compiute ed autorevoli come sanno fare altri che attraverso pensieri “altamente” filosofici tendono a nascondere i propri fallimenti politici e che con “faccia tosta” quasi insinuano nell’opinione pubblica addirittura l’idea che a perdere non sia stato il PD, ma quei cittadini che non lo hanno votato in quanto non avrebbero compreso le tante cose buone fatte dal partito al governo del Paese, al governo della Calabria e forse anche al governo di Amantea che, negli ultimi anni, ha annoverato e annovera tra i propri amministratori diversi aderenti allo stesso PD.

Nonostante ciò, voglio esternare qualche pensiero sull’ultimo risultato elettorale ottenuto in Calabria e ad Amantea dal Partito Democratico, partito al quale appartengo (e ancora apparterrò perché non sono stato mai abituato, al termine di una consultazione elettorale, a lasciare il carro dei perdenti per salire su quello dei vincitori).

Non avendo capacità filosofiche mi affiderò ai numeri.

Nel 2008 all’elezioni politiche il PD otteneva in Calabria il 32,6% delle preferenze e ad Amantea il 36% (a governare la Regione c’era il centrosinistra con Agazio Loiero);

-nel 2013, sempre all’elezioni per il parlamento italiano il PD otteneva nella nostra Regione il 22,4% dei voti e ad Amantea il 23,4% (Governatore della Calabria era invece Giuseppe Scopelliti del centrodestra);

-alle ultime elezioni politiche il PD ottiene in Calabria il 14,3% delle preferenze e ad Amantea il 13,6% (a guidare la Regione c’è Mario Oliverio del PD).

Le predette percentuali di voti ottenuti, per esigenze di semplificazione, sono tutte riferite alla camera dei deputati.

Negli ultimi dieci anni il PD ha, dunque, perso in Calabria 212.079 voti!

Come si potrà notare, la caduta di consensi del PD in Calabria è verticale e se si considera che il punto più basso è stato raggiunto ora, nel mentre al governo della Regione c’è proprio il PD, il dato dovrebbe indurre i principali dirigenti del partito calabrese ad una profonda analisi che dovrebbe portarli responsabilmente a rivedere il proprio ruolo di guida del partito.

Chi tiene alla buona politica, chi fa politica come servizio e non per interessi individuali, chi si richiama al senso comunitario del partito, come minimo avrebbe già dovuto presentare le proprie dimissioni dagli incarichi di partito visto che lo scollamento tra il partito e la gente è giunto quasi ad un punto di non ritorno (dobbiamo essere franchi: i pochi voti ottenuti dal PD in Calabria sono, in grandissima parte, i voti di chi dal partito ha ricevuto qualcosa … il voto di opinione ha premiato altre liste).

In qualità di segretario dell’allora PPI di Amantea, il sottoscritto presentò immediatamente le dimissioni dall’incarico all’indomani (giugno 1999) della sconfitta alle elezioni comunali.

Mi sembra che finora, in Calabria, questo non sia successo, cosa che mi preoccupa fortemente perché d’ora in avanti quello che sarà in gioco è proprio il futuro del PD calabrese, ad iniziare dalla sua stessa esistenza.

Non è che in altre Regioni d’Italia le cose vadano meglio ma almeno gli uomini di punta del partito hanno già preannunciato il loro passo indietro.

In Calabria, invece, dove il tracollo è stato quasi totale tutto tace, forse nella speranza che si dimentichi presto il fallimento e si possa continuare a mantenere il posto di comando.

La sensazione, però, questa volta è diversa… si potrà mantenere il sedile di guida della macchina, ma di una macchina che, continuando cosi, non avrà più motore, ruote e carrozzeria.

Idem per Amantea, ovviamente.  

                                                                                                    Gianfranco Suriano

La “pulizia” conseguente al “terremoto elettorale”.

Mercoledì, 07 Marzo 2018 14:21 Pubblicato in Politica

Riceviamo e pubblichiamo

Stimata Redazione di Tirreno-News.

In precedenza, precisamente il 5 febbraio scorso, sono stato ospitato nel Loro portale informativo esprimendo alcune mie considerazioni su quanto ci si aspettava con le nuove elezioni di Camera e Senato.

Oggi, con grande soddisfazione, ritengo sia doveroso esprimere le sensazioni positive provenienti dall’esito del voto e quindi chiedo di potere essere nuovamente loro ospite esprimendo un grande ringraziamento in merito.

Il “terremoto elettorale” e la conseguente “pulizia” che ne è derivata ( qualche granello di polvere era inevitabile che rimanesse sul campo) credo permetta guardare con più fiducia al futuro di questa nostra cara Italia.

Al momento noto le varie dichiarazioni che danno quale poco probabile la costituzione di un nuovo Governo, salvo “accordi” classici della vecchia politica (quella che ci ha trascinato nelle condizioni attuali), senza volere considerare che se i "nuovi" modificano il concetto di politica di questi ultimi 30 anni e si mettono veramente al servizio del popolo italiano, é possibile arrivare ad un governo che travalica le ideologie, ormai sostituite dagli interessi personali, con lo scopo di favorire il miglioramento delle condizioni di vita di tutti indistintamente e non dei soliti pochi "eletti".

Ritengo, infatti, che ci siano finalmente le condizioni per una svolta positiva se si punta, finalmente!, a migliorare la società italiana e non il proprio orticello; del resto la politica é tale solo se basata sul dialogo delle parti altrimenti, perdonatemi, diventa un'altra cosa! (Quella di cui spero ci stiamo liberando!)

La cecitá di alcuni politici (ma a dire il vero non é una novitá) viene evidenziata dagli interventi isterici a difesa del proprio status secondo cui, e per la vecchia nomenclatura politica, i cittadini rimangono sempre "coloro che non hanno compreso.."; nessuno che dica : "forse non sono stato capace...".

Ed invece di fare un bagno di umiltà, continuano ad essere litigiosi, dimostrando (se ce ne fosse bisogno) di essere anche ottusi oltre che ciechi.

Ce la faremo?

Se il buon giorno si vede dal mattino, la speranza é viva!

Prima che magari il "virus della vecchia politica" possa riprendere vita!

Vorrei, poi, evidenziare qualcosa di molto curioso: avete notato la suddivisione "elettorale" dell'Italia dopo il 4 marzo?

Siamo sicuri di essere nel 2018 e di non avere fatto un salto nel passato 1860?

Emerge un punto in comune: oggi, come allora, si deve puntare non allo scontro ma all' Unitá di questa nostra splendida Italia!

La Politica, dal greco politikḗ (tékhnē) “arte di governare”, deve considerare le realtà presenti e la convergenza delle iniziative che favoriscono il popolo.

Ma ciò si raggiunge solo dialogando e rispettando le altrui posizioni!

Credo che ci siano abbondantemente i presupposti per farlo, evitando la difesa delle fazioni a scapito dell’interesse generale dei cittadini.

Nel mio precedente intervento manifestavo la speranza in un finale diverso dal film di Ficarra e Picone.

Il primo passo è stato compiuto.

Ce la possiamo fare e dare un buon futuro ai nostri giovani!

Lony Del Campo

Le ultime elezioni sono ancora tutte da scoprire nei suoi accadimenti nascosti

Tra tutti segnaliamo quelli occorsi nel Vallo di Diano.

A parte le chiusure anche a mattina inoltrata considerata la lentezza delle operazioni di voti e la burocrazia necessaria per portare a termine tutti i compiti ecco cosa è successo.

In un seggio si è dovuto rincorrere un cane di un elettore che ha cominciato a correre tra banchi e scrutatori.

Poi una persona che voleva votare all’esterno della cabina elettorale.

Dopo essere stato ripreso due volte dal presidente di seggio , si è deciso ad entrare nella cabina ma non senza rivolgere duri attacchi verbali.

Sono dovuti intervenire i carabinieri per sedare l’animo dell’elettore ed accompagnarlo fuori.

Ma il fatto più emblematico e simpatico è stato quello di un uomo che intorno alle 5 del mattino ha chiesto al presidente, non con toni gentilissimi, di far tornare la moglie, scrutatrice, a casa considerato che fosse tardi.

L’uomo ha spiegato che doveva andare a lavorare.

L’uomo, ha ascoltato l’intervento del presidente di seggio che spiegava che la cosa non era possibile, e ha iniziato ad inveire tanto che il presidente si è visto costretto a chiamare i carabinieri per farlo allontanare dal seggio

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