Turismo in declino, paese abbandonato e spiagge sporche e malcurate, l’amarezza di Raffaele Romano ex consigliere di frazione e candidato alle ultime elezioni comunali.
Amantea – Dopo mesi di presento silenzio ma non di certo di mancata operatività, Raffaele Romano ex consigliere di frazione nonché candidato per la lista “Insieme per la Città” delle elezioni di maggio 2014, amareggiato e leggermente deluso sia come cittadino che come operatore turistico oltre che come ex rappresentante pubblico, cita i problemi di una città quasi sull’orlo del collasso economico e sociale.Qui lo riguarda in prima persona come operatore turistico: <<In piena stagione estiva non è ammissibile e tollerabile lo stato fatiscente delle spiagge e dei luoghi limitrofi, la prima cosa che salta all’occhio di un turista o di un avventore del posto è lo stato di pulizia, cura e igiene del territorio, qui ci ritroviamo in uno stato di totale abbandono, mal curanza e apatia del territorio che se saputo sfruttare può essere una tra le risorse di sviluppo e crescita economica e culturale che avrebbe continuità tutto l’anno, non solo dei brevi mesi estivi>> continua <<stamane un nostro concittadino da anni radicato nel Varesotto, ma sempre con l’amore e l’affetto per il nostro paese è venuto da me al lido a chiedere gli attrezzi per ripulire un tratto di spiaggia libera ma sporca, armato di rastrello, carriola e pala e soprattutto di un grande senso civico e grande forza di volontà ha ripulito e ripristinato un tratto di spiaggia (vedi foto). Questo sia come esempio e monito alla negligenza dei consiglieri di Campora San Giovanni e dell’unico assessore rappresentante la nostra frazione, Ben vengano le iniziative di pitturazione e abbellimento degli angoli vicino il lungomare o zone adiacenti, o anche serate di alta cultura , moda, teatro e simili, ma questo spiacevole inconveniente o pecca ha fatto perdere come dei punteggi all’amministrazione, sono le piccole cose che fanno grande una città ben amministrata. Il mio non sia un gesto di presunto scherno o rimprovero, ma un consiglio di semplice cittadino e operatore nel settore turistico ora più che mai provato e martoriato sia dalla crisi che dalla negligenza degli amministratori che di parte della popolazione che si sente come non colpita da questo problema, ma nel profondo del cuore vorrebbe esporsi così come ho fatto io. Ne prenda atto anche di questo l’assessore al Turismo e Vicesindaco quale saluto con stima di cittadino e di “contendente” alle scorse elezioni>>. Dopo questo Romano chiede una risposta sia per lui che per i cittadini e turisti che trovano un paese che dovrebbe essere una meta turistica raffinata e di nuova generazione ridotta ad un paese terzomondista.
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa della consigliera comunale Concetta Veltri”
Vorrei esprimere la mia soddisfazione e rivolgere un vivo ringraziamento a Poste Italiane spa per la decisione di prolungare l’orario di sportello dell’ufficio postale di Campora San Giovanni, che dal 1 Settembre p.v. sarà aperto anche di pomeriggio.
Con questa operazione Poste italiane spa dimostra di voler rivolgere un’attenzione sempre maggiore, nei riguardi dei cittadini che rappresentano un cospicuo numero di utenti che frequentano le proprie strutture sposando le loro esigenze, soprattutto per le fasce più deboli.
Infatti, i cittadini della popolosa frazione, potendo usufruire dei servizi in una fascia oraria più ampia vedranno ridurre i tempi di attesa, e si eviteranno i disaggi di trasferte vs altre sedi , spesso costretti a fare per via di scadenze finanziarie.
Il mio augurio di buon lavoro, và alla direttrice Anna Suriano, da sempre disponibile vs le crescenti esigenze degli utenti, ed a tutti i dipendenti dell’ufficio postale di Campora SG.
La consigliera comunale CONCETTA VELTRI
Le ferite della guerra erano ormai guarite e la comunità di Campora San Giovanni, pur colpita da un fortissimo processo di migrazione, aveva assunto una dimensione notevole.Oltre che comunità economica e civile , però, aveva un forte bisogno di diventare anche comunità religiosa.
Ed allora decise di costruirsi una propria chiesa.
Parteciparono tutti; ognuno con quello che aveva.
Qualcuno mise un po’ di soldi, qualcuno le tavole, altri il materiale necessario, altri ancora il lavoro
Si veniva via un po’ prima dai campi per dare una mano alla costruzione della nuova chiesa.
E non c’era differenza tra il lavoro maschile e quello femminile; ognuno partecipava, dando quello che poteva.
E piano piano la chiesa cominciò a prendere corpo fino diventare completa.
Anche il campanile nacque piano piano, svettando nel cielo con la sua punta aguzza soprastante la campana e sormontata dalla croce
Si vedeva da ogni parte di Campora quel campanile e si sentiva anche da lontano
Un campanile che sorvegliava la laboriosità dei camporesi
Una chiesa che identificava innanzitutto la comunità e che aiutava a sentirsi eguali anche se si era originari di Terrati, o di Serra, o di Cleto, o di Aiello, o di Nocera e via di seguito
E poi ognuno poteva dire “la chiesa è mia”.
Non era stata donata alla neonata comunità camporese era stata da loro faticosamente costruita giorno dopo giorno.
E che festa la domenica.
Ma poi la popolazione di Campora crebbe esponenzialmente, nacquero i primi negozi, le prime attività artigiane , le scuole
E la chiesa divenne troppo piccola.
Non solo ma cominciarono le prime lesioni alla vecchia struttura muraria.
Venne realizzata la nuova chiesa che piaccia o non piaccia era una chiesa capiente, moderna.
E fu così che il destino della vecchia chiesa del popolo venne deciso da una sola parola: via.
Ora che sei vecchia e c’è quella nuova non servi più , puoi andare via ; anzi sei un peso .
E poi con la tua mole copri la visuale della chiesa ad una parte del corso.
Basta con il vecchio, basta con il passato, basta con le memorie di una Campora piccolo borgo.
Ora Campora è grande, ha una forte economia, ha il porto, ha il PIP, gli alberghi, i supermercati, la nuova chiesa, la più moderna dell’intera Amantea.
Ubna chiesa che è come le spose bagnata e fortunata
La vecchia chiesa, peraltro cadente, è un pugno negli occhi, è il passato, contrasta con il futuro glorioso verso il quale Campora viaggia.
Non solo, se si abbatte, Campora avrà anche la più grande piazza dell’intera cittadina.
Nessuna remora, allora.
Nessuno che abbia alzato gli occhi verso il cielo per sapere se era giusto quello che si stava facendo, quel cielo da dove sicuramente don Peppino Arlia osservava i suoi camporesi , forse quei camporesi che non capiva più.
Nessuno che sia andato con la memoria indietro, ai propri avi che lasciavano i campi per portare sui cesti le pietre per la costruzione della chiesa o che aggiungevano ai calli della zappa anche quelli del piccone e della mazza necessari per spaccare le pietre della loro chiesa!
Nessuno che ricordasse che quella chiesa ed il casello ferroviario erano stati il simbolo del ventesimo secolo e della comunità camporese.
Ora i treni non fermano più come prima e la vecchia chiesa è “salita in cielo”, sotto la potenza non del maglio dell’escavatore ma della gioiosa indifferenza di un popolo che non la amava più!
Il prossimo passo?
Questo l’ho sentito mentre la chiesa cadeva
Il prossimo passo è l’autonomia da Amantea; Campora comune non più frazione!
Basta cordoni ombelicali con il passato!