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Su Amantea esiste una maledizione. Non può essere diversamente.

Ed è quella che i suoi porti sono sempre destinati ad insabbiarsi.

Non sappiamo se, come le maledizioni romane, sia stata lanciata da qualcuno che voleva male alla nostra città.

( Nella antica Roma, attraverso un rito ben preciso, si consacrava alle divinità infernali la persona oggetto del proprio odio: un rivale in amore, un concorrente nelle competizioni sportive (come nel caso riportato sopra), un avversario nei commerci e magari, perché no, anche nella lotta politica; o più semplicemente uno che ci stava sulle scatole in maniera irresistibile.

Era sufficiente una lamina di piombo sulla quale si scriveva il nome dello sfortunato, con una certa cura, affinché la maledizione potesse risultare della maggiore efficacia possibile. Così, e non certo per spirito di pignoleria, si consacravano agli inferi anche specifiche parti del corpo. Di solito la lingua, ma anche le mani, i piedi, orecchie, cervello, polmoni; ultragettonati erano l’intelligenza e l’anima stessa.

Poi si inseriva la lamina in un anfratto, una cavità. Sovente un sepolcro, più di rado un pozzo, oppure un tempio o una sorgente d’acqua calda. Del resto è noto, le divinità degli inferi stanno “sotto”. Alla fine del procedimento, la lamina veniva saldamente assicurata mediante un lungo chiodo che la attraversava tutta).

Poco importa se si tratti di un progetto sbagliato.

Anche questo può essere inteso come una maledizione.

Come non parlare di maledizioni di fronte alla foto che mostra la barca che oggi 21 ottobre si è arenata all’ingresso del porto?

Come nelle favole quello che ha colpito i porti di Amantea nei secoli è ancora peggio di una maledizione, sembra addirittura un incantesimo malefico, per attuare il quale non è sufficiente essere ben motivati ma è anche necessaria una certa dose di sadismo e di crudeltà mentale che non tutti i posseggono.

Solo che nelle favole prima o dopo c’è una figura altrettanto magica, talvolta vestito di azzurro e su un cavallo bianco che scioglie il maleficio, libera dall’incantesimo, sveglia il bene, vince il male.

Ci sarà mai un principe azzurro capace di svegliare questa città dormiente in quasi tutte le sue cose?

Riusciremo mai ad avere un porto che non si insabbi e dove le barche possano entrare ed uscire liberamente per goder del nostro mare?

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L’altra parte del PD amanteano ieri è andata a chiedere al segretario uscente Enzo Giacco i modelli per la presentazione del candidato a segretario e per la presentazione del direttivo.

È inutile negare, da un lato, la sorpresa e, dall’altro, la preoccupazione del segretario e del direttivo in carico.

Dietro questa iniziativa sembra ci siano coloro che da tempo sono politicamente sull’Aventino.

A chiedere i modelli sembra sia stato Antono Rubino.

Ma dietro all’ex consigliere, è inutile celarlo, ci sono tanti altri, forse tutti gli altri.

Nulla trapela sulla compilazione dei modelli e tantomeno sul nome del candidato concorrente di Enzo Giacco.

Circolano, comunque, due nomi uno dei quali è quello dell’ex assessore camporese al bilancio.

Ancora meno circola sui nomi del direttivo.

Ancora poche ore e sapremo.

Nulla poi sul ruolo dell’ex assessore al bilancio Tempo.

Ancora meno sul ruolo dell’onorevole Mario Pirillo.

Non escludiamo, infine, che sia presentata solo un candidato a segretario e solo una lista per il direttivo.

Quello che cogliamo è che qualcosa cambierà nel partito democratico nepetino

Voci ci dicono che si uscirà dalla contestata posizione di stagnazione grazie alla costituzione di un organismo gestionale snello, produttivo, incalzante e decisorio.

“E’ necessario per il partito- ci dicono- è necessario per Amantea!”

Vedremo.

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11 giorni fa, esattamente il 7 ottobre abbiamo scritto un articolo con il quale segnalavamo che tanti giovani amanteani erano in attesa di sapere se erano stati scelti o meno per il servizio civile.

 

In un periodo di altissima disoccupazione la opportunità del servizio civile non è da perdere.

Peraltro i progetti appaiono di rilevante interesse.

Ricordiamo che essi sono ben 5 per 44 posti. Non pochi.

Ben 20 sono quelli della Project Cooperativa sociale- Onlus.

Altri 24 sono quelli dell’Associazione FUTURA centro di Studi politici, culturali, economici, sociali e giuridici.

-Progetto Antonio Ammaturo, posti 6,

-Progetto Giuseppe Saragat, posti 6,

-Progetto io Mi ricordo, posti 6,

-Progetto San Francesco d’Assisi, posti 6.

Intanto piano, piano altri progetti si sono configurati nelle loro graduatorie ed i lavori stanno per iniziare.

Molti giovani ci stanno chiedendo notizie, atteso che dal comune non giunge nessuna notizia.

Voci riferiscono che la graduatorie sarebbero pronte ma senza essere pubblicate

Un ritardo probabilmente dovute alla farraginosità delle graduatorie, come abbiamo scritto nel precedente articolo, ma il ritardo agli impazienti giovani disoccupati appare eccessivo e qualcuno vorrebbe rivolgersi più in alto.

Non ci sembra il caso, ragazzi.

 

Ma forse una maggiore sollecitudine da parte dei titolari dei progetti non sarebbe inutile

E comunque che il comune valuti la opportunità di inserirsi direttamente nel novero dei soggetti che possono partecipare al prossimo bando.

Basta assegnare tale compito ad uno dei consiglieri con poche deleghe.

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