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La durissima nota ( quasi una denuncia) di Filippo Vita , forse impone non solo e tanto una risposta da parte dei politici, di maggioranza e di minoranza, ma un intervento della magistratura.

Ma forse imporrebbe anche una partecipazione da parte dei tecnici che abitano questa città, una città silente ed addormentata dove, come ebbe a dire Giovanni Giolitti( nella foto) nel suo ultimo discorso alla Camera il 16 marzo 1928, la legge si applica ai nemici si interpreta per gli amici. Eccola:

“Ho letto sui social una segnalazione di un amico e collega circa la distribuzione di incarichi professionali nel nostro comune secondo una prassi ormai consolidata a livello regionale.

Da questo ne è scaturito un dibattito a distanza tra lui, un’ esponente dell'opposizione e l’amministrazione comunale che è intervenuta con un comunicato.

La domanda era questa: Nel caso di incarichi diretti (fino a 40 mila euro) è giusto privilegiare i tecnici locali oppure no?

In base a quali criteri voi scegliereste un tecnico per conferirgli un incarico?

Il mio amico, persona che ha famiglia numerosa (sic!) ha fatto le valige ed è andato al nord.

Per garantirsi una vita dignitosa impregnata però di quel sapore amaro inevitabile per il distacco dei suoi cari.

Quali sono state le risposte?

Il primo cittadino in una trasmissione pubblica ha dichiarato che questi incarichi andavano revocati.

Poi un silenzio che dura da due mesi.

Silenzio non come si può pensare ,ingiustificato, al contrario un silenzio dettato dai nomi illustri dei beneficiari.

Nomi ampiamente presenti nei vari comuni della regione con il solo merito, appunto, di essere parenti di persone “influenti” e che agli occhi di queste povere amministrazioni locali si presentano come “garanti” di finanziamenti.

Ubbidendo a quella che è l’origine della corruttela che caratterizza la nostra regione.

Il sistema (perdente) Calabrese è basato infatti sul rapporto tra l’amministratore locale “turraro” e il padrone.

Con gli opportunisti (di mezza tacca) che ne raccolgono qualche beneficio.

A discapito della dignità di un intero territorio.

Ora questi tecnici che sbancano con tanti incarichi hanno delle doti o una traiettoria professionale cosi’ brillante?

Insomma sono dei Calatrava, Renzo Piano o Fuksas?

No. Sono forse i progetti che richiedono delle competenze tecniche talmente elevate che escludono i locali?

No. Allora che beneficio ne trae il paese? Che ricadute hanno i giovani professionisti Amanteani immersi in una crisi di questa portata?

Nessuno. Non cresceranno mai. Vivranno nelle loro frustrazioni che sconfinerà nell’apatia o andranno via.

Beninteso, non è qualche incarico che risolve queste difficoltà, il problema risiede tuttavia nell’immoralità di tale gestione che fa arricchire pochi appartenenti alla casta a discapito di un impoverimento generale e con in mezzo chissà qualche scambio di favori (altrimenti non si spiega).

Gli enti locali dovrebbero intanto dotarsi di un osservatorio sui canali di finanziamento e puntare su programmi funzionali allo sviluppo ed il miglioramento del territorio.

Non quelli che vengono offerti dai figli di papà.

Creare un tavolo di lavoro con i tecnici del comprensorio ed interrogarsi su errori, successi, miglioramenti, strategie future senza inquinamenti politici.

Presentare progetti con professionisti che credono nel bene del paese ,disposti con un minimo di rimborso spese a lavorarci, salvo pagarsi a progetto approvato secondo tariffe professionali.

Privilegiare giovani professionisti magari in collaborazione con quelli più esperti per disegnare il futuro di Amantea.

Non ho mire personali.

Solo quello di lottare per una distribuzione equa e intelligente, secondo un indirizzo dettato da analisi fatte da persone preparate, non da burocrati e tantomeno da politici.

Come ho appena chiarito non ho interessi personali. Però nemmeno mi si possono fare proposte vergognose.

Mi spiego.

Qualche anno fa ho avuto un incarico dal comune di Amantea per il progetto dell’adeguamento alla normativa dei VVFF, della scuola elementare di Campora S.G.

In realtà era più che altro un opera sociale dal momento che l’importo della parcella era di 6.500,00 euro e dovevo farmi carico di due professionisti .

Geologo ed esperto VVf. Il progetto è stato redatto ed approvato. Non è mai stato realizzato.

Io e i miei collaboratori non abbiamo mai avuto un euro. Ad onor del vero non l’ho mai chiesto.

Quindi dove è il problema?

Sta nel fatto che mi chiamano un giorno, qualche mese fa per incontrare uno di questi beneficiari dei famosi incarichi.

Un giovanotto che mi è stato presentato non come professionista depositario di particolari conoscenze, ma  come figlio dell’ingegnere dirigente in regione.

La proposta (indecente) era quella di utilizzare il mio lavoro nell’ambito di uno suo più ampio di cui è progettista.

Gli faccio presente che ho responsabilità nei confronti di un geologo ed un ingegnere che non hanno ricevuto alcun compenso per il loro lavoro. E comunque ascolto la proposta.

La proposta di questo ragazzetto che ha un curriculum basato su frane, perfettamente allineato al mestiere del padre è di darmi 1800,00 euro.

Li ho mandati a quel paese con la minaccia che se avessero utilizzato il mio progetto li avrei denunciati.

E che preferivo, come è stato finora, rinunciare a qualsiasi pagamento ma non accettare elemosine.

Morale della favola. Gente di fuori che non capisce niente e si arricchisce e nostri giovani che passeggiano la mattina e sono liberi di pomeriggio.

E comunque aspettiamo cosa ci dicono il Sindaco e il suo Portavoce.

Aspettiamo pure i risultati del comunicato o newsletter dove si annunciavano che FORSE, PROBABILMENTE, PUO DARSI, faremo alcune cose…

La verità è che l’amministrazione comunale non è attrezzata per proporre cosa fare di Amantea, come purtroppo non è attrezzata l’opposizione.

Da qui la necessità di colmare questa carenza.

La vicenda della scuola media Mameli di cui sembra tutti si siano dimenticati appartiene ed è conseguenza di questo sistema.

Fatto di interessi, connivenze e soprattutto ignoranza.

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Le intercettazioni sono al vaglio della Procura di Castrovillari, che indaga sulla truffa della legna a Calabria Verde.

E potrebbero aprire un filone investigativo inedito e forse più inquietante di quelli già emersi nelle due inchieste (una affidata agli uffici giudiziari del Pollino, l’altra alla Procura di Catanzaro) in corso.

È ancora presto per valutare la portata delle conversazioni captate. Per capire se troveranno riscontro o rientreranno tra i (tanti) pettegolezzi che gli uomini del Corpo forestale dello Stato sono stati costretti ad ascoltare indagando sull’agenzia regionale.

A Calabria Verde – i fatti si riferiscono al periodo precedente all’arrivo del commissario Aloisio Mariggiò – tutti (o quasi) i manager erano pronti a pugnalarsi alle spalle, utilizzando dossier più o meno dettagliati.

E al telefono parlavano liberamente di pratiche illecite intestate ad altri.

Come il 7 aprile 2016, quando un dirigente spiegava a un collaboratore in dialetto cosentino: «Stai attento a M., è pericoloso; a chiru là ca si portava a Cusenza, chiru du panificiu, te lo ricordi?

Sa quantu c’ha fricatu? 15mila euro perché gli aveva detto che lo faceva entrare come… e chissu venia tutti i juarni là, io non riuscivo a capire (…) sembrava un dipendente».

I militari traducono: «Si parla del fatto che tale M. è pericoloso perché si fa pagare, come nel caso di un ragazzo di Amantea, proprietario di un panificio, dal quale si sarebbe fatto dare 15mila euro con la promessa di farlo diventare un dipendente».

E non è l’unico caso riportato nella chiacchierata: analoga promessa sarebbe costata a un’altra persona circa 3mila euro più un carico di legna.

La storia si era già proposta all’orecchio degli investigatori qualche giorno prima.

Stesso dirigente, diverso interlocutore: «Te lo ricordi quel ragazzo del panificio di Amantea, sai quanto gli ha fottuto a quello? 15mila euro… perché gli aveva detto che lo faceva entrare a Calabria Verde. Per questo quello ogni giorno stava là?

Io… non ci penso… ci portava i dolci… potevo pensare una cosa del genere, una cosa gravissima». Gravissima e contenuta nei faldoni che raccontano quel ramo dell’inchiesta che coinvolge gli uffici della Cittadella regionale.

La pratica viene citata, sempre con riferimento a questo dipendente ritenuto «pericolosissimo», anche con riferimento a un altro ruolo – evidentemente – ambito dai dipendenti.

«Ti devo dire – questo colloquio risale al 14 marzo 2016 – che ha chiesto dei soldi, che si è fatto pagare da persone che già hanno preparato tutto quanto per farle diventare guardie giurate (…) si è fatto dare cinquecento euro».

Ogni cosa aveva il suo prezzo nella vecchia Calabria Verde.

Pablo Petrasso

https://www.laltrocorriere.it/quindicimila-euro-un-posto-calabria-verde/

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Si parla tanto di sicurezza.

Tanto che sembra saranno installati autovelox e tutor sulla SS18 nel tratto che attraversa Amantea.

Bene.

Bene perché forse con il Giro d’Italia risolveremo i problemi di bilancio del nostro comune.

Già provate ad immaginare quante auto passeranno nella occasione del Giro d’Italia e quante infrazioni saranno rilevate se davvero il Prefetto ha autorizzato la applicazione di autovelox e tutor senza obbligo di contestazione immediata.

Praticamente è possibile che tutta la carovana sarà contravvenzionata.

Non solo ma le auto che saranno state fermate per garantire il transito dei ciclisti una volta ripartite sicuramente per recuperare un po’ di tempo tenteranno di viaggiare a velocità superiore ai 50kmh. Un business.

Una disattivazione di tutor ed autovelox è impossibile. Sarebbe infarti la dimostrazione che tutor ed autovelox sono una scelta illogica che va contro le ordinarie attività della vita, competizioni sportive comprese.

Noi, ancora, ci stiamo ponendo la domanda se la carovana di ciclisti sarà fata transitare attraverso la galleria di Coreca dove è stato apposto il divieto di transito ai ciclisti , tanto più perchè i ciclisti non hanno luci, o se il circuito prevederà di impegnare la strada della Tonnara.

La qual cosa ci piacerebbe perchè mostrerebbe la zona più bella di Amantea.

Certo che se gli organizzatori del giro d’Italia non saranno a conoscenza del divieto di transito nella galleria di Coreca , lo Sato farà un bel pò di soldi con le contravvenzioni che dovranno essere elevate a tutti i ciclisti.

E invece sarà rimosso il divieto di transito sarà la dimostrazione che il divieto va contro le ordinarie attività della vita, competizioni sportive comprese.

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