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Credere che si tratti di incendi spontanei significa essere imbecilli od almeno tendenzialmente tali.

Molto più credibile che si tratti di incendi provocati dall’uomo.

O meglio da un imbecille o da un folle. Uno o più di uno!

 

 

 

 

Troppi i punti di fuoco per credere che non si tratti di piromani o comunque di persone interessate.

Troppi in Calabria.

Troppi sul tirreno cosentino.

Troppi nella stessa Amantea.

E gravi, molto gravi, i danni.

Tra coloro che hanno subito gravissimi danni, parliamo di decine e decine di migliaia di euro, la azienda Delizia di località La Tonnara alla quale sono stati bruciati molti beni esposti sul cortile ed addirittura un’auto.

Ed il fuoco è sicuramente pervenuto dall’esterno.

Altri danni sulla collina di Coreca e sulla collina a nord del fiume Oliva.

Ma l’incendio più violento è quello scoppiato nei fabbricati di antica destinazione turistica siti in località La Tonnara.( vedi foto)

I sei vecchi fabbricati che avevano 12 mini alloggi, alla fine sono risultati totalmente distrutti.

Si notano solo le vecchie cucine e qualche resto di branda da letto.

La cosa più grave però sono i resti dei tetti in lastre di amianto.

Tetti quasi interamente bruciati ed ora esposti al vento che può portare lontano i microelementi.

Qualcuno si è lamentano del fatto che non sia stata fatta rispettare l’ordinanza sindacale che imponeva il taglio delle erbe e delle canne che potevano incendiarsi.

Come si sono incendiate.

Un fuoco fortissimo che ha fatto spaccare i vetri delle finestre vicine .

Ed è andata bene pensando che nessuna casa è rimasta bruciata e nessuna persone è rimasta ferita.

A subire i danni l’ambiente e purtroppo la ditta Delizia.

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Ecco l’ultima del Garante per l’Infanzia

Il garante ritiene che non erogare la mensa ai ragazzi i cui genitori non hanno pagato il ticket possa essere un reato

Ecco cosa dichiara: “Se, quanto dichiarato dalla segreteria provinciale Flc Cgil di Cosenza

risponde alla realta’ dei fatti, ci troviamo al cospetto di una lesione fondamentale ai diritti dei minori, che non puo’ avere cittadinanza in un paese ratificatore della Dichiarazione Universale Onu sui Diritti del Fanciullo”.

E’ quanto dichiara il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, nell’apprendere che la ditta che gestisce il servizio mensa per i bambini che nelle scuole elementari di Rende effettuano il tempo pieno, la Siarc, ha deciso di sospendere l’erogazione dei pasti per una ventina di bambini le cui famiglie risultano debitrici verso la ditta.

“Se poi tra queste famiglie ve ne sono anche a reddito zero, dunque nient’affatto debitorie, perche’ esenti dall’obbligo di pagare – continua Marziale – allora il tutto assume contorni legali, oltre che sociali, di portata gravissima.

Chiedero’ agli attori implicati nella vicenda, ossia Flc Cgil, amministrazione comunale di Rende e ditta appaltatrice del servizio mensa una relazione dettagliata al fine di vagliare i fatti ed eventualmente adire all’autorita’ giudiziaria.

Negare il pasto ad un bambino indigente – prosegue – offende la dignita’ di un soggetto di diritto tutelato a livello internazionale da una Dichiarazione che troppi amministratori, pubblici e privati, non conoscono e di conseguenza non rispettano, incorrendo sovente in azioni da stigmatizzare socialmente, ma soprattutto in reati da accertare e perseguire”.

Ora non resta che sperare che venga istituito nella regione Calabria anche il Garante per gli Anziani che in tal modo se poveri ed indigenti potranno avere pasti gratis.

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Continua l’attività di contrasto alla pesca illegale portata avanti dagli uomini e dalle donne della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina.

Nel corso della giornata del 20.09.2018, nell'ambito degli ordinari controlli sulla filiera della pesca, con particolare riferimento alla pesca illegale dei prodotti ittici, il personale a bordo della motovedetta CP 2096 della Guardia Costiera di Vibo Valentia ha sequestrato un attrezzo da pesca professionale utilizzato in maniera illegittima, presumibilmente da pescatori senza regolare licenza.

L’attrezzo sequestrato, una rete da posta del tipo “imbrocco” lunga circa 600m, era priva delle targhette identificative che la normativa vigente richiede di apporre agli attrezzi utilizzabili dai soli pescatori professionali, sulle quali vanno indicati i dati dei pescherecci su cui sono imbarcate.

L’attrezzo sequestrato si trovava al largo delle acque di Campora San Giovanni del Comune di Amantea (CS).  

Le attività di controllo da parte della Guardia Costiera continueranno nei prossimi giorni, sia via terra che via mare, al fine di garantire la costanza nell’azione di contrasto della pesca illegale e dell’immissione del frutto di tale pesca sul mercato.

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