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Fiume Oliva, acqua non utilizzabile per uso umano, irriguo e zootecnico.

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Il nuovo anno inizia con la conoscenza di una brutta notizia. Ne dà informativa il Comitato Natale De Grazia evidenziando che in occasione dello spettacolo teatrale “Occhi a perdere” scritto e diretto da Virginio Gallo svoltosi il 27 dicembre scorso al Campus Temesa e messo in scena da “La Buffa”, il presidente del Comitato ha letto il seguente testo:

“Procedimento Penale n. 2210/08 R.G.N.R. – Tribunale di Paola -

Estratto dalla Relazione preliminare, redatta dal Servizio per le Emergenze Ambientali – Settore Valutazione del Danno Ambientale – dell’ ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) del Ministero dell’Ambiente

Aprile 2013. Oggetto del procedimento è lo smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti, in numerose aree prossime all’alveo del fiume Oliva, in provincia di Cosenza. Lo smaltimento è avvenuto mediante interramento di rifiuti nel corso di un periodo che ha avuto inizio almeno 20 anni addietro.

I rifiuti sono stati rinvenuti in otto aree, per un totale massimo stimabile di circa 140mila metri cubi.

La contaminazione si è estesa anche alla falda acquifera della zona.

La contaminazione è tale da escludere la possibilità di utilizzare la risorsa – acqua – per il consumo umano ed a fini irrigui o zootecnici.

Si sono inoltre prodotti numerosi danni ambientali dovuti alla perdita di funzioni naturali ed antropiche delle risorse.

In particolare, sono ipotizzabili i seguenti danni:

- La compromissione della salubrità, rappresentata da un aumento statistico delle patologie, associabili alle sostanze inquinanti rinvenute nei suoli e nelle acque;

- La compromissione della fruibilità delle acque – sotterranee e di superficie – del fiume Oliva per il consumo umano;

- La compromissione di alcune coltivazioni, anche di pregio, nelle aree irrigate con le acque sotterranee e con le acque di superficie del fiume Oliva;

- La compromissione della funzione di habitat del fiume Oliva, in particolare per le specie ittiche più sensibili all’inquinamento;

- La compromissione della fruibilità della zona per fini ricreativi e la conseguente perdita del valore di attrattiva turistica;

- La compromissione delle caratteristiche estetico/paesaggistiche dei siti soggetti a tale vincolo;

- La compromissione delle funzioni di tutela idrogeologica dei siti soggetti a tale vincolo.

Per il momento è possibile definire solo il costo massimo delle attività di rimozione e smaltimento dei rifiuti interrati che, alla luce dei prezzi di settore praticati corrisponde a 21 milioni di euro.

L’illecito interramento dei rifiuti ha determinato una serie di gravi danni ambientali attuali e temporanei alle risorse della zona, e rappresenta oggi una permanente fonte di rischio di aggravamento e di estensione della contaminazione. Aprile 2013”

NdR.Ne prendiamo atto. Doverosamente.

Ma riteniamo doveroso chiedere all’ISPRA quali sono gli inquinanti riscontrati e quali le percentuali di inquinamento.

Non solo ma l’ISPRA dovrebbe dirci da quale punto verso il mare le acque sono inutilizzabili per uso umano, animale ed agricolo. E tanto perché i comuni vietino l’uso di tali acqua anche a fini agricoli per evitare che gli inquinanti presenti nell’acqua si trasferiscano nei prodotti di coltura e da qui , tramite il loro consumo, negli utilizzatori.

Chiediamo anche all’ISPRA se gli inquinanti presenti nelle acque dell’OLIVA possano provocare danni all’habitat marino nei pressi della sua foce e se i pesci in tale mare pescati siano commestibili o siano dannosi per l’uomo.

A tal proposito riteniamo che il comune di Amantea debba disporre immediate indagini sulla popolazione gravitante intorno al fiume.

Ma chiediamo anche a tutti i comuni limitrofi all’OLIVA ed a valle del punto di inquinamento se siano a conoscenza di tale relazione dell’ISPRA e se abbiano vietato l’uso di tali acque e se non lo hanno fatto perché.

Chiediamo anche ai comuni sopra detti se e quali misure abbiano attuato per evitare danni ad uomini ed animali.

Chiediamo inoltre che l’ente provincia, competente ci sembra in materia di acque fluviali e di autorizzazione al loro uso, intervenga con urgenza in merito.

Chiediamo infine a regione e Ministero della Sanità di accertare che gli enti sottoposti adempiano a tutte le misure di sicurezza necessarie per la tutela dell’uomo e del suo habitat sostituendosi eventualmente agli enti inadempienti.

E’ vergognoso che si abbia notizia ( vedi testo in grassetto ) di inquinamenti compromettibili “della salubrità, rappresentata da un aumento statistico delle patologie, associabili alle sostanze inquinanti rinvenute nei suoli e nelle acque” e non si faccia niente per evitare l’aumento delle patologie.

Redazione TirrenoNews

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