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Coinvolto nella maxi-inchiesta della Dda di Reggio Calabria anche Francesco D’Agostino, il noto imprenditore originario della piana di Gioia Tauro, titolare dell’azienda “Stocco & Stocco” di Cittanova.

 

Francesco D’Agostino è stato eletto nella lista “Oliverio presidente” nelle regionali del novembre 2014 con 7.900 voti.

Oggi è vicepresidente del Consiglio regionale.

Secondo, infatti, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Gaetano Paci, D’Agostino sarebbe sospettato di essere una delle pedine di cui si servivano i clan per portare a termine i loro affari. L’operazione “Alchemia” condotta questa mattina dagli agenti della Dia e che ha messo in luce le infiltrazioni della ‘ndrangheta in Liguria e al Nord, ha portato anche al coinvolgimento non solo dell’onorevole Pino Galati.

 

A carico di Francesco D’Agostino è stata disposta la perquisizione.

Francesco D’Agostino risulta “in passato essere stato oggetto di attenzione da parte della Stazione dei carabinieri di Cittanova in quanto indicato quale uomo di fiducia del clan mafioso Raso-Albanese”.

Inoltre, secondo gli inquirenti, il politico calabrese è “solito accompagnarsi con pregiudicati inseriti nel clan e della Piana di Gioia Tauro”.

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E’ una storia già datata che riemerge oggi .

Una storia che emerge dalla testimonianza fornita ai magistrati della Dda di Reggio Calabria da Giuliano Di Bernardo (nella foto) e che trae spunto dalle dichiarazioni del cosentino Ettore Loizzo.

 

“Ettore Loizzo di Cosenza, mio vice nel Goi, persona che per me era il più alto rappresentante del Goi, nel corso di una riunione della Giunta del Grande Oriente d’Italia che io indissi con urgenza nel 1993 dopo l’inizio dell’indagine del dottor Cordova sulla massoneria, a mia precisa richiesta, disse che poteva affermare con certezza che in Calabria, su 32 logge, 28 erano controllate dalla ‘ndrangheta. Io feci un salto sulla sedia”.

A dirlo è stato l‘ex-gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Giuliano Di Bernardo in carica nei primi anni ’90 e fondatore poi della Gran Loggia Regolare d’Italia sentito il 6 marzo 2014 dal pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo nell’ambito dell’inchiesta Mammasantissima sulla cupola segreta degli “invisibili” della ‘ndrangheta.

Nel corso della testimonianza Di Bernardo prosegue: “Gli dissi subito: e cosa vuoi fare di fronte a questo disastro? Lui mi rispose: nulla. Io ancora più sbigottito chiesi perché. Lui mi rispose che non poteva fare nulla perché altrimenti lui e la sua famiglia rischiavano gravi rappresaglie.

Fu questo – ha aggiunto Di Bernardo al pm – che mi indusse prendere contatti con il Duca di Kent, che è al vertice della Massoneria Inglese che è la vera Massoneria, a cui esposi la suddetta situazione. Lui mi disse che già sapeva questa situazione tramite notizie da lui avute dall’Ambasciata in Italia e dai servizi di sicurezza inglesi. Io feci espresso riferimento alla commistione fra criminalità organizzate e Goi”.

Giuliano Di Bernardo uscì poi nel 1993 dal Goi per fondare la “Gran Loggia regolare d’Italia” ottenendo il riconoscimento della massoneria inglese per la sua nuova obbedienza ritenuta dai massoni del Regno Unito come l’unica regolare presente in Italia.

La massoneria inglese negò quindi, a seguito dell’inchiesta dell’allora procuratore di Palmi Agostino Cordova e del suo aggiunto Francesco Neri, il riconoscimento al Goi (la massoneria italiana più antica e più numerosa come numero di adepti).

Riconoscimento che manca tuttora. Giuliano Di Bernardo spiegò molti segreti della massoneria del Goi alla Procura di Palmi, ma dopo il trasferimento di Agostino Cordova a procuratore di Napoli, tutta l’inchiesta sulla massoneria deviata passò a Roma che, con il gip Augusta Iannini (moglie del giornalista Bruno Vespa), l’archiviò interamente sostenendo che si era in presenza di “notizie”, ma non di “notizie di reato”, pur scrivendo nel suo provvedimento di archiviazione che gran parte del materiale proveniente dalla Procura di Palmi (migliaia di carte e fascicoli) erano divenuti “inconsultabili” in quanto ammassati senza ordine e senza un indice in uno dei tanti scantinati del palazzo di giustizia di Roma. La decisione dell’archiviazione provocò le “rimostranze” dell’allora procuratore di Napoli, Agostino Cordova, che fece notare l’incomprensibilità di un’archiviazione con l’ammissione da parte di un gip di non aver esaminato tutti gli atti. In ogni caso, Cordova fece notare che il gip di Roma avrebbe potuto archiviare solo la parte dell’inchiesta sulla massoneria deviata che interessava territorialmente la competenza della Procura di Roma, ma non certo l’intera inchiesta che abbracciava invece tutta Italia ed i cui atti avrebbero dovuto per questo essere trasmessi a tutte le Procure italiane territorialmente competenti.

Nessuna informazione su quali fossero le logge controllate e quali no, e se questa situazione sia perduri.n (L’operazione "Mammasantissima" di Reggio Calabria ha messo in luce i rapporti tra ndrangheta e massoneria).

Da http://www.grandeoriente.it/

Queste le logge in Calabria:

N° Loggia Loggia Oriente
153 Michele Morelli Vibo Valentia
267 Tommaso Campanella Catanzaro
269 Bruzia – P. De Roberto 1874 Cosenza
271 Francesco Saverio Salfi Cosenza
272 Ettore Ferrari Palmi (RC)
273 Giovanni Amendola Paola (CS)
275 Giovanni Bovio Reggio Calabria
276 Pitagora Reggio Calabria
277 Giuseppe Logoteta Reggio Calabria
278 Michele Bello Siderno (RC)
363 La Sila – Dionisio Ponzio Decollatura (CZ)
387 I Pitagorici Crotone
523 Il Nuovo Pensiero Catanzaro
556 Bernardino Telesio Cosenza
597 Italia Nuova Catanzaro
718 Francesco Sprovieri Acri (CS)
752 Giosuè Carducci Vibo Valentia
905 Pietro Mazzone-G.Ruffo Roccella Jonica (RC)
972 Luigi Minnicelli Rossano (CS)
978 Giordano Bruno Catanzaro
980 Giovanbattista Martelli Soverato (CZ)
990 La Fenice Catanzaro
991 Placido Martini Catanzaro Lido
992 Bertrand Russel Cosenza
995 I Figli di Zaleuco Gioiosa Jonica (RC)
1018 Bereshith Cosenza
1033 Giuseppe Mazzini Reggio Calabria
1038 La Concordia Reggio Calabria
1043 Fratellanza Italiana Lamezia Terme (CZ)
1057 Oreste Dito Scalea (CS)
1099 XX Settembre 1870 Amantea (CS)
1100 Federazione Achea Rossano (CS)
1101 Rhegion Reggio Calabria
1112 Fratelli Bandiera Cosenza
1133 Prometeo Cosenza
1139 Monteleone Vibo Valentia
1145 Ettore Loizzo Cosenza
1168 Pitagora-Ventinove Agosto Palmi (RC)
1194 Monti D’Arete Amantea (CS)
1195 Mediterraneo Crotone
1207 Federico II Lamezia Terme (CZ)
1211 Gli Eccellenti di Menesteo Squillace (CZ)
1213 Giuseppe Garibaldi Reggio Calabria
1230 Giuseppe Garibaldi Paola (CS)
1232 Umanità e Patria S. Marco Argentano (CS)
1234 San Giovanni Catanzaro
1239 Albert Schweitzer Reggio Calabria
1240 Risorgimento Cosenza
1241 Eduard Eugeen Stolper Cosenza
1245 Giovanni Bovio Acri (CS)
1249 Eadem Resurgo Reggio Calabria
1253 Benjamin Franklin Gioia Tauro (RC)
1254 Vincenzo De Angelis Brancaleone (RC)
1259 Uomini Liberi Acri (CS)
1265 San Giorgio Reggio Calabria
1269 Francesco Galasso Rossano (CS)
1291 Antonio Jerocades Catanzaro
1292 Francesco De Luca Catanzaro
1301 Paolo Ungari Trebisacce (CS)
1302 Domenico Romeo Reggio Calabria
1304 Quatuor Coronati Rende (CS)
1315 Gioacchino Murat Vibo Valentia
1316 Martiri delle Grazie Curinga (CZ)
1318 Randolfo Pacciardi S. Marco Argentano (CS)
1319 Benedetto Musolino Vibo Valentia
1329 Mazzini-Mori Gioia Tauro (RC)
1338 Melchisedek Catanzaro
1346 Fenice Bruzia Cosenza
1362 Armonia Siderno (RC)
1363 Gli Argonauti Cosenza
1385 Le Colonne d’Ercole Cetraro (CS)
1391 Gaetano De Rose Cosenza
1400 Libero Pensiero Rende (CS)
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118 soccorso spiaggia Nonostante le proibitive condizioni del mare e le bandiere rosse issate sui pennoni degli stabilimenti, numerosi bagnanti sono presenti sulle spiagge della costa degli Dei.

 

Costante, nell’ambito dell’operazione mare sicuro, e’ stato l’impiego e la presenza sul litorale di mezzi ed uomini della guardia costiera di vibo valentia, i quali nel pomeriggio del 14 luglio scorso hanno effettuato tre attivita’ di soccorso in favore di bagnanti in difficolta’ nelle acque antistanti i comuni di ricadi – capo vaticano.

 

Tutti gli interventi, occorsi a poca distanza di tempo l’uno dall’altro, sono stati causati dal forte modo ondoso che ha creato problemi ai nuotatori.

 

Tali situazioni di pericolo hanno portato all’impiego di un motovedetta e un battello pneumatico veloce della guardia costiera di vibo valentia, di una motovedetta della guardia costiera di gioia tauro e l’allertamento di un mezzo navale e di un elicottero del roan della guardia di finanza di vibo valentia.

 

Nonostante l’immediato intervento di persone e mezzi, uno dei bagnanti in difficolta’ di nazionalita’ statunitense, ha perso la vita, inghiottito nel giro di qualche secondo dalle alte onde del mare.

 

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