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Quando si ha un esercito occorre usarlo, quantomeno per fare esercitazioni.

L’alternativa è che o l’esercito , se possibile, diventi debosciato o inizi contestazioni, occupazioni con sventolio di bandiere, se non mini rivoluzioni.

 

In Calabria per taluni esiste il diritto al lavoro e Calabria Verde è tra questi.

Ed allora ecco la trovata, la boutade della politica.

Il personale di Calabria Verde passa dai boschi, nientemeno che alla archeologia.

Ed il passaggio è garantito da un protocollo di intesa ( che parola nobile) tra la Regione e la Direzione generale per i Beni culturali e paesaggistici.

Ovviamente il violento sistema protettivo dei potenti calabresi, che nel caso di Oliverio diventa incredibilmente intenso, ricorda che :

  1. «Il patrimonio culturale costituisce per tutti noi un'importante eredità che non dobbiamo disperdere».
  2. «La Regione e la Direzione Generale per i beni culturali e paesaggistici si muoveranno di concerto esaltando quel principio di sussidiarietà dinamica richiamato dal codice dei beni culturali e del paesaggio. Meraviglioso il termine di “sussidiarietà dinamica!”
  3. La Regione per raggiungere l'obiettivo, opererà attraverso l'ente strumentale Calabria Verde che nelle passate settimane, dando attuazione ad accordi con la Protezione Civile Regionale, l'assessorato all'Ambiente e l'Ente Parco della Sila, ha già fornito il proprio contributo nella pulitura delle spiagge di alcuni comuni della Locride, sulle quale annualmente nidifica la tartaruga marina Caretta-Caretta. Si impone la domanda: ma la Caretta caretta non nidifica nelle spiagge migliori e più pulite e prossime al mare più pulito? Ed allora?
  4. Calabria Verde che nelle passate settimane, ha già fornito il proprio contributo, nel recupero di rifiuti solidi urbani e speciali abbandonati nel Parco della Sila, che vogliamo far rientrare tra i beni paesaggistici ed ambientali dell'Unesco. Già; per rientrare deve essere pulito
  5. L'introduzione di questo nuovo meccanismo concertativo e la collaborazione tra i soggetti pubblici dovrà esaltare la primaria funzione della valorizzazione dei beni culturali: contribuire allo sviluppo locale.
  6. Il patrimonio culturale, infatti, in quanto luoghi della memoria del nostro passato, costituisce per tutti noi un'importante eredità che non dobbiamo disperdere. Costituisce la testimonianza delle nostre origini. Costituisce un insieme di valori storici, artistici ed ambientali da conservare per non disperdere le tracce della nostra identità culturale». Ma allora il presidente Oliverio manderà il suo esercito di forestali a pulire i nostri centri storici sporchi ed abbandonati?

E non basta!

Oliverio assicura che «Nei prossimi mesi si cercheranno con la Direzione Generale per i beni culturali e paesaggistici, in un contesto programmatico coordinato, altre attive forme di collaborazione, volte sempre a valorizzare e fruire il patrimonio culturale, compreso quello religioso, attribuendogli un più incisivo ruolo nei processi di organizzazione del territorio». In sostanza il patrimonio culturale calabrese non è fruibile se non con la presenza dei forestali, la caretta, caretta non nidificherà senza i forestali,la Sila non rientrerà tra i beni paesaggistici ed ambientali dell'Unesco, se non dopo la bonifica da farsi a cura dei forestali

Ed allora grazie alle falci ed ai decespugliatori del personale di Calabria verde potremo visitare i circa 50 siti d'interesse archeologico ed artistico calabresi per liberarli dall'aggressione della vegetazione spontanea esistente sia all'interno che nelle zone di avvicinamento ed accesso.

Ovviamente anche in questo caso “Il tutto avverrà alla presenza di personale della stessa Direzione Generale per i beni culturali e paesaggistici per garantire la correttezza degli interventi”.

Cosa sarebbe la Calabria senza i Forestali e senza Oliverio ?

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San Pietro in Amantea -Chiesa S.maria delle GrazieRiceviamo e pubblichiamo

Il giorno uno e due luglio di ogni anno si celebra nel nostro paese la festa in onore della Madonna delle Grazie. La devozione dei sampietresi e degli amanteani alla Vergine Maria ha origine antichissima e si perde nella notte dei tempi. Si raccontano di Lei prodigi e fatti miracolosi che hanno dello straordinario e del sensazionale. Le nostre nonne ce li raccontavano durante le serate invernali intorno ai focolari scoppiettanti. Li avevano appresi dalle loro mamme. Si dice che la Vergine sia apparsa per primo ad un pastorello che si trovava nella stalla ad accudire gli animali. La Vergine gli parlò e gli disse di dire alla gente del luogo che erigessero in suo onore una chiesa proprio sul posto dove si trovava la stalla. La gente non gli credette e fu varie volte messo alla prova. Un giorno riuscì ad aprire la porta della stalla con un fil di paglia. Quando poi i sampietresi scettici ed increduli trovarono un dipinto della Madonna che ora si trova in una nicchia sopra l’Altare Maggiore e si resero conto della veridicità del racconto del pastorello, tolsero dalla stalle le bestie ed eressero una chiesa intitolandola alla Madonna delle Grazie. Da allora questa chiesa è meta di continui pellegrinaggi, è diventata un luogo di culto e di preghiera. Subì enormi danni durante i terremoto che sconvolsero la Calabria, ogni volta però fu restaurata ed abbellita.

Si raccontano ancora altri miracoli operati dalla Vergine Maria. Ha fatto guarire un bambino che i medici avevano dato già per morto. Non pioveva da molti mesi e il raccolto dei campi era completamente distrutto. I fedeli si rivolsero alla Vergine e un 6 maggio di tantissimi anni fa portarono la Statua della Madonna in processione attraverso i campi. Era una giornata di sole, nessuna nuvola in cielo che potesse annunziare una pioggia imminente. Molti ridevano e scherzavano, tra i quali un Regio Carabiniere della Stazione di Amantea venuto a San Pietro per mantenere l’ordine pubblico. Dicevano:-Un pezzo di legno non poteva fare miracoli e da un cielo azzurro non poteva scendere la pioggia-. Improvvisamente un lampo squarciò il cielo azzurro. Seguì un tuono fragoroso che cantavano e pregavano. Il cielo si oscurò all’improvviso e dopo pochi minuti una pioggerellina benefica incominciò a cadere lentamente continuando per tutta la giornata.

La festa della Vergine inizia col suono delle campane a festa e con alcuni spari di mortaretti. Poi si da inizia alle Sante Messe mattutine e verso le 18,30 alla processione della Statua per le vie del paese. La processione è accompagnata dalla banda musicale di Amantea. Una volta dalle bande più rinomate pugliesi. Al ritorno la Santa Messa solenne in Piazza. In serata si esibiscono in Piazza IV Novembre i complessi musicali. Alla fine i soliti fuochi artificiali.

La devozione alla Madonna delle Grazie negli ultimi anni si è particolarmente estesa, grazie all’opera dei Padri Francescani Conventuali del Convento di San Bernardino in Amantea, grazie anche alla collaborazione dei fedeli sampietersi e alla fattiva partecipazione degli abitanti di Amantea e dei paesi vicini. La Madonna delle Grazie è stata sempre la più venerata e ne danno testimonianza la massiccia partecipazione alla novena e alla Santa Messa serale. I Comuni di San Pietro e di Amantea, per l’occasione, mettono ogni anno a disposizione dei fedeli che vogliono raggiungere la chiesa due scuolabus. Fino agli anni settanta si svolgeva in piazza una grande fiera di merci e bestiame, ora scomparsa. La grande piazza, le vie adiacenti, le strade, invase dalle bancarelle e dagli animali erano una festa di colori, di voci, di suoni, di scenette piene di un loro sapore paesano. Veniva da Amantea il signor Sicoli Alberto a vendere i suoi famosi gelati E Ricuzzo Morelli in una grande bagnarola di alluminio ricoperti di ghiaccio veniva a vendere le sue famose gassose.

Nella fiera le nostre contadine barattavano i prodotti agricoli con stoffe e suppellettili per la casa, oppure vendevano gli animali da cortile. L’occasione della festa offriva ai giovani il pretesto di iniziare il dialogo amoroso che avveniva spesso negli incontri voluti o casuali tra una bancarella e l’altra. Le voci dei rivenditori si confondevano col suono delle campane, della banda musicale, coi canti dei pellegrini, coi nitriti degli asini, con lo scoppio dei mortaretti. L’anima della festa della Madonna delle Grazie era tutta lì, nei colori delle bancarelle disseminale lungo le vie,, nelle grida festose dei bambini attorno ai venditori di mandorle tostate, di palloncini colorati, di giocattoli, di ninnoli e anche nell’odore acre delle salsicce che venivano arrostite. Era dunque una festa popolare anche se per molti versi doveva essere una festa religiosa con i suoi riti, i suoi tempi, le sue tradizioni e le sue caratteristiche immutabili: sparo dei mortaretti, arrivo e sfilata della Banda Musicale per le vie del paese, suono festoso delle campane, celebrazione del rito eucaristico, incanto, processione, giuochi popolari, volo delle mongolfiere, sparo dei fuochi d’artificio.

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marioE’ oramai una consuetudine quella di recarsi in Piazza IV Novembre a San Pietro in Amantea, per le sue sempre più frequenti iniziative. Questo fine settimana infatti, proprio in virtù della Festa della Madonna delle Grazie, gli organizzatori hanno messo in piedi una due giorni, di musica ed intrattenimento. Si inizia da domani, Venerdi 1 luglio con il maestro di fisarmonica Michele Mazzotta alle ore 21:30. Ed, inoltre, approfittando anche della passione calcistica degli italiani e della buona performance espressa dalla Nazionale Italiana di Antonio Conte, che ha brillantemente superato la pratica Spagna e si appresta ad affrontare la Germania, in Piazza IV Novembre, sabato 2 Luglio, verrà per l’appunto allestito un Maxi schermo. Mentre alle 22:30 sempre di sabato 2 luglio, sarà invece l’occasione per ascoltare della buona musica con Ciccio Nucera. Ricordiamo che durante le serata vi sarà spazio per diverse degustazioni di prodotti tipici, come Panino con Salsiccia, Porchetta e Spezzatino. Non resta che augurarvi, buon divertimento, buon appetito e Forza Azzurri.

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I Racconti

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