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1530Riceviamo e pubblichiamo.

A conclusione dell’operazione nazionale “Mare Sicuro 2016”, organizzata dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e coordinata, a livello regionale, dalla Direzione Marittima di Reggio Calabria, iniziata il 18 giugno e conclusa il 18 settembre, la Guardia costiera di Vibo Valentia fa il bilancio dei risultati raggiunti.

 

Le attività operative del vasto compartimento Marittimo di Vibo Valentia (uno dei più grandi d’Italia, che si estende per oltre 220 chilometri, da Maratea a Nicotera e ricomprende il territorio costiero di due regioni e quattro Province) sono state coordinate dai tre Circondari Marittimi di Vibo Valentia Marina, Cetraro e Maratea, seguendo le linee d’indirizzo emanate dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e dalla Direzione Marittima della Calabria e della Basilicata tirrenica di Reggio Calabria.

 

L’obiettivo di garantire una stagione tranquilla ai bagnanti è stato raggiunto grazie all’imponente dispositivo operativo messo in atto su tutto il litorale e all’importante sforzo giornaliero profuso dagli uomini e donne in servizio nei 10 Uffici marittimi del compartimento: ben sedici i mezzi navali e quattordici pattuglie terrestri quotidianamente impegnate sulla costa, per un totale giornaliero di 70 persone, circa 800 le richieste di intervento pervenute tramite il numero blu 1530 alle tre sale operative attive tutti i giorni nell’intero arco delle 24 ore, alle quali si è sempre dato risposta con interventi via mare o via terra.

 

Il dispositivo “terra/mare”, ha garantito una copertura del territorio ogni 10/12 miglia nautiche, quindi in media ogni 20 km di costa.

Dalle quotidiane attività di controllo, pianificate giornalmente dagli Ufficiali “Mission Coordinator Local” dell’operazione Mare Sicuro 2016, si riportano alcuni dei numeri di maggior rilievo, che meglio traducono l’impegno del personale nel Compartimento Marittimo di Vibo Valentia Marina (7.000 miglia nautiche percorse dalle Unità Navali – 45.000 km percorsi dalle pattuglie terrestri – 267 missioni di pattugliamento – 56 missioni di soccorso, dalle quali è stata prestata assistenza a 90 persone – 25 le unità navali soccorse e assistite – 4166 i controlli in materia di Sicurezza della Navigazione, diporto, ambiente, pesca e demanio, con particolare riferimento al rispetto dell’ordinanza balneare, che disciplina le attività svolte in mare con la fascia di rispetto destinata ai bagnanti – 169 i verbali amministrativi elevati, per un ammontare di oltre 160.000 euro di multe – 27 le notizie di reato inoltrate alle Autorità Giudiziarie competenti per territorio).

 

Inoltre, anche quest’anno l’iniziativa del “Bollino Blu” rilasciato dalle forze di polizia operanti in mare alle unità da diporto, ha evitato il ripetersi di controlli già eseguiti, così da garantire al diportista un’estate più tranquilla. Nel solo Compartimento Marittimo di Vibo ne sono stati rilasciati circa 300.

          Oltre 3000 gli studenti indottrinati da personale del corpo nel periodo febbraio – maggio, nelle scuole superiori, sia per quanto attiene il corretto utilizzo del mare, sia per informazioni di specifica competenza del Corpo delle Capitanerie di Porto.

          Si coglie l’occasione per ringraziare gli organi di stampa, che durante l’intera stagione estiva hanno sempre pubblicato i numerosi articoli di stampa relativi alle attività svolte e alle iniziative intraprese dal Personale della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, e che con il loro preciso e puntuale apporto hanno contribuito, attraverso la loro opera divulgativa, all’attività di prevenzione dei potenziali comportamenti scorretti.

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Come noto il giudice del Lavoro di Catanzaro, Laura Orlando, ha stabilito l'illegittimità della procedura con cui un dirigente regionale fu sostituito prima della scadenza del contratto.

 

A volerlo i politici regionali.

Ora la regione deve pagare i danni al dirigente licenziato.

Perché mai si chiedono i deputati M5s Dalila Nesci e Paolo Parentela se l’errore è degli assessori regionali e del presidente Mario Oliverio.

 

Troppo comodo.

Per questo i due deputati del M5s annunciano “ un nostro esposto alla Corte dei conti perché gli oltre 600 mila euro che la Regione Calabria deve sborsare per i licenziamenti illegittimi di alcuni dirigenti siano pagati dagli assessori responsabili e dal presidente Mario Oliverio».

 

Va ricordato che la vicenda è analoga a quella, sempre recente, di un altro ex dirigente della Regione Calabria, già condannata a pagare.

Concludono Dalila Nesci e Paolo Parentela: «Si tratta dell'ennesima dimostrazione dell'incapacità di gestione del governatore Mario Oliverio, che, malgrado le tante poltrone occupate nella sua trentennale carriera politica, ora giunta al termine, ha commesso a riguardo un errore marchiano». Poi proseguono «La Corte dei conti dovrà procedere contro i responsabili dell'ennesima beffa a danno dei cittadini.

Nel frattempo Oliverio dovrà spiegare perché non ci sono più soldi nelle casse regionali: dalla “bollitura” di Calabria Verde ai misteri della Fondazione Terina, sempre a discapito dei lavoratori, sino al mancato recupero di quei milioni che alcuni imprenditori incassarono, negli anni d'oro, pur senza le assunzioni pattuite».

 

Infine i deputati concludono «La Calabria deve andare al voto al più presto. Oliverio paghi di tasca propria le nomine degli amici e non con i soldi dei calabresi.

Poi potrà dedicarsi a una lunga e religiosa meditazione, tra le montagne della Sila, sulle importanti occasioni che ha bruciato» .

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gigii

Credo che legittimamente ci si possa chiedere se la rivoluzione marxista sia inevitabile o meno. I requisiti di una sfera altamente efficiente e automatizzata di produzione è raggiungibile, come è dimostrato dal rapido avanzamento della robotica e l'automazione del computer nella produzione industriale. Allo stesso modo, non abbiamo bisogno di spremere la nostra immaginazione per dire che in realtà abbiamo la conoscenza e l’abilità tecnologica per poter produrre alimenti tali da nutrire tutti gli abitanti del pianeta. Si può inoltre chiedere, come fece il filosofo Herbert Marcuse, nel suo “L’uomo a una dimensione”, se questi risultati ci porteranno più vicini alla liberazione o ci spingeranno pesantemente sotto l'influenza di coloro che controllano l’uso della nuova tecnologia. La risposta a questa domanda dipenderà dal fatto se la tecnologia potrà rendere il raggiungimento della coscienza di classe impossibile per i lavoratori. Per Marx, anche se sono state raggiunte le condizioni economiche e produttive per la liberazione, nessuna vera rivoluzione è possibile senza il proletariato, che rappresenta la maggioranza dell'umanità, raggiungendo una coscienza di sé come classe. “ Tutte le liberazioni dipendono dalla coscienza collettiva di servitù”, come scrive Marcuse. In passato il Capitalismo ha sempre risposto a crisi come la sovrapproduzione in vari modi: distruggere i mezzi di produzione, conquistare nuovi mercati, o in modo più efficiente, sfruttando i mercati già esistenti. Marx riteneva che questo avrebbe creato un semplice stallo all’inevitabile e che le crisi future sarebbero state molto più severe e difficile da superare per il capitalismo che ha trasformato la natura nel corso degli anni, cosi come ha trasformato il lavoro e le classi sociali. Il capitale, nella sua fase avanzata di sviluppo storico, ha interferito, si è appropriato, ha manipolato, ha insozzato l'ambiente naturale della terra a tal punto che è sempre più difficile trovare un solo aspetto, una sola parte che non sia stata modificata in un modo o nell'altro. Questo cambiamento, questa depredazione della natura da parte del capitale, ad oggi, ha provocato una tale catastrofe agli ecosistemi naturali del mondo, che si sono evoluti in modo interconnesso, altamente complesso e insufficiente che la questione della sostenibilità stessa dei processi economici, in relazione con l'ambiente naturale, è diventata unapreoccupazione sempre più importante per la stessa classe di potere. Le nuove tecnologie e la conoscenza scientifica alla base del suo sviluppo, l'idea della conquista potenziale o della dominazione della natura da parte dell'umanità, ha visto l’alba, non solo come sogno. Senza entrare nei dettagli e nelle date, sappiamo che un certo numero di invenzioni tecniche nel periodo di ascesa della borghesia in seno alla società feudale diedero, a coloro che le dominavano, un enorme potere socio-economico e produttivo rispetto a quello che esisteva prima. Il crescente dominio sulla natura dell'economia ha portato ad un crescente dominio sul resto della società, e in ultima analisi, alla supremazia politica. Una tecnologia specificamente capitalista, quindi, è una tecnologia che è specifica del modo di produzione capitalistico propriamente detto, in cui prevale il dominio reale del capitale. Ma allora, cosa è la tecnologia, se può assumere forme diverse nella storia, in contrasto con una tecnologia che crescerebbe continuamente, in modo progressivo? Nel momento in cui una nuova tecnologia rotola, se non si è a bordo del rullo compressore, si è parte della strada. La necessità deriva dal cambiamento climatico, potenzialmente disastroso per la civiltà. Se il mondo starà bene, la vita andrà bene. Probabilmente perderemo grandi quantità di specie, e le foreste pluviali scompariranno se il clima continua a surriscaldarsi. Quindi è un problema globale, un fenomeno globale. Non succederà in un'unica zona del mondo. La prospettiva planetaria ora non è solo estetica. Non è solo la prospettiva. In realtà è un problema di dimensioni mondiali e richiederà soluzioni globali che coinvolgeranno forme di governo ancora inesistenti. Si tratterà di tecnologie che noi semplici cittadini possiamo solo intravvedere: i PC, I Pad, il Web e quant’altro. Anche alcuni ecologisti hanno cominciato a coniare parole come ingegneria eco sistemica. In natura i castori già lo fanno, come pure i lombrichi. Nel 1968 Stewart Brand, un hippie a dir poco geniale, rivoluzionò l’ informazione con una pubblicazione "Whole Earth Catalog", senza pubblicità e a basso costo. All’interno del catalogo furono raccolti ed elencati i migliori attrezzi e libri che si potevano trovare al mondo con immagini, analisi ed usi, prezzi e fornitori. Il lettore inoltre poteva ordinare alcuni articoli direttamente per posta attraverso il catalogo. In quell'anno vendette mille copie a cinque dollari ciascuna. In ogni edizione del catalogo si esaminavano centinaia di prodotti. Le idee di Brand anticiparono molte delle istanze che sarebbero diventate di attualità con l’avvento di Internet. Di questo mezzo infatti, e di molte spinte innovative di cui il Web si fece portavoce, Brand fu un autentico precursore. Brand ha sempre creduto nell’importanza della disponibilità delle informazioni, come lo strumento necessario ad abbattere il sistema dello sfruttamento dell’uomo su l’uomo e alla conquista della libertà. Per tale motivo il patrimonio del sapere e della conoscenza deve essere condiviso dal numero più ampio possibile di persone. Solo attraverso una conoscenza veramente accessibile ed aperta a tutti sarà possibile avanzare sulla strada dell’emancipazione sociale, politica e culturale.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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