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maialeI vigliacchi, i farabutti, i mafiosi anche durante le festività natalizie non si arrendono, sono sempre in agguato. Don Ennio Stamile ex parroco di Cetraro ed ora referente di “Libera” in Calabria ieri sera ha subito un grave atto intimidatorio. Stava cenando con alcuni amici scout quando ignoti hanno legato su di uno specchietto retrovisore esterno della sua autovettura un sacchetto della spazzatura con dentro la carcassa di un capretto morto. E’ chiaro il messaggio che questi delinquenti hanno voluto dare a don Ennio:- Tu farai la stessa fine del capretto. Sarai ammazzato -. Non è la prima volta che il sacerdote subisce un atto intimidatorio così grave. Nel 2002 qualcuno gli aveva fatto trovare una testa mozzata di maiale con uno straccio davanti la sua abitazione. Chiaro anche in questa occasione il messaggio mafioso:- Parli troppo, ti sarà tappata la bocca -. La testa di maiale mozzata è un messaggio mafioso di avvertimento, è la tipica epistola mafiosa, la prossima sarà la tua testa e viene recapitata a chi è inviso a un sistema di potere consolidato. E Don Ennio è inviso certamente a quel potere mafioso che opera nella nostra Regione Calabria e in special modo nel Basso Tirreno Cosentino.

Sul grave episodio stanno ora indagando le Forze dell’Ordine. Anche il Sindaco di Cetraro e il Consigliere Regionale Aieta hanno subito espresso la loro vicinanza a don Ennio, il quale anche questa volta certamente non si farà intimorire e procederà a testa alta per la sua strada. Solidarietà è arrivata pure dal Governatore della Calabria On. Oliverio. Così ha scritto don Ciotti, Presidente Nazionale di “Libera”:- Andiamo avanti. Ancora un grave atto intimidatorio che sollecita le nostre coscienze ad essere più vigili e che ci richiama a sentire sempre prepotente dentro di noi il morso del più, del dare e impegnarci di più. La strada da percorrere nella lotta alla criminalità organizzata ed alle illegalità è ancora lunga e ognuno, la politica,le istituzioni, i cittadini, è chiamato a fare la propria parte. Siamo vicini a don Ennio e andiamo avanti senza paura e senza alcuna esitazione, consapevoli che il nostro impegno non subirà alcun cedimento -.

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Provate a leggere questo articolo e poi ponetevi la stessa domanda.

“Titolari e dipendenti di una ditta di Rocca Imperiale hanno subito pestaggi e violenze per lungo tempo. In un caso si è verificato anche il sequestro di un autotrasportatore. 6 albanesi fermati ed accusati di estorsione e lesioni gravi

Terrorizzavano i loro datori di lavoro, più volte minacciati e percossi.

I carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro hanno dato esecuzione a sei misure cautelari in carcere, emesse dal gip del Tribunale di Castrovillari, nei confronti di altrettanti cittadini albanesi.

L’attività investigativa, svolta dai carabinieri della Stazione di Rocca Imperiale e coordinata dal procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciola e dal sostituto, Flavio Serracchiani, è stata avviata a seguito della richiesta di aiuto rivolta ai carabinieri da parte di alcuni dipendenti della ditta e dallo stesso titolare, dopo l’ennesima violenza subita dagli indagati.

Le indagini hanno permesso di riscontrare le testimonianze rilasciate dai dipendenti della ditta e dagli stessi titolari nonché di documentare, mediante l’acquisizione di registrazioni di impianti di videosorveglianza, le molteplici azioni delittuose perpetrate dagli odierni arrestati.

In particolare, si è potuto appurare come gli indagati, forti della coesione derivante dal legame di parentela e dall’appartenenza alla medesima comunità albanese, ben radicata a Rocca Imperiale, nonché abusando della loro superiorità numerica all’interno della stessa azienda, hanno tentato, talvolta, riuscendovi a imporre ai titolari della società diverse scelte imprenditoriali ed in particolare l’assunzione di manodopera a loro gradita da impiegare nell’attività ortofrutticola, ricorrendo spesso a minacce, percosse e vere e proprie estorsioni.

I militari dell’Arma di Rocca Imperiale hanno, inoltre, accertato come gli odierni arrestati agissero seguendo un particolare modus operandi caratterizzato dal sistematico ricorso alla violenza fisica e psicologica nei confronti dei titolari della ditta e degli altri lavoratori, determinando una vera e propria escalation di violenza nel tempo, sfociata dagli iniziali e plurimi tentativi estorsivi, alle susseguenti violenze fisiche, quali pestaggi, aggressioni e finanche il sequestro di un autotrasportatore per impedirgli di svolgere la propria attività lavorativa.

Gli arrestati dovranno rispondere a vario titolo di estorsione, tentata e consumata, sequestro di persona e lesioni gravi.”

Ed ecco l’appello del Procuratore : “ Denunciate”

«Tutto parte da una denuncia, risalente a qualche settimana fa, dalla quale abbiamo saputo di queste violenze ai danni del datore di lavoro», ha detto il sostituto procuratore della Repubblica di Castrovillari, Luca Primicerio, che ha partecipato alla conferenza stampa, tenutasi a Corigliano Calabro.

I sei arrestati lavoravano in un’azienda ortofrutticola e vessavano il proprietario e i colleghi di lavoro. «La denuncia è importantissima – ha detto ancora il magistrato – e invito a non avere paura; oggi lo Stato prevede numerosi ed efficaci strumenti a protezione di chi denuncia».

«La perfetta sinergia tra carabinieri e Procura ha portato, in meno di un mese, a una ordinanza di sei misure cautelari in carcere, grazie anche al coraggio di chi ha deciso di ribellarsi all’ennesima violenza di questo gruppo», ha detto il capitano Cesare Calascibetta, che comanda la Compagnia dei Carabinieri di Corigliano Calabro.

«L’episodio più grave è quello del sequestro di un autotrasportatore, che è stato prelevato a forza dal camion – ha detto il capitano – ed è stato portato via dagli indagati».

«Al momento – ha detto ancora il pm Primicerio – non abbiamo elementi per sostenere l’esistenza a Rocca Imperiale di un clan di albanesi, ma sicuramente con gli arresti di oggi abbiamo posto fine a una vicenda di estrema gravità, fatta di minacce, percosse, violenza fisica e psicologica per costringere i datori di lavoro ad assumere manodopera gradita dagli arrestati e per condizionarne le scelte imprenditoriali».

Le persone arrestate sono Kullolli Et’Hem, di 61 anni; i figli Artur, (33) e Demir (36); i cugini Robert e Kelment Sulovari, di 42 e 33 anni, e Luan Qerreti (33).

Le indagini sono partite dalla richiesta di aiuto rivolta ai carabinieri da parte di alcuni dipendenti e dallo stesso titolare della ditta in seguito all’ennesima violenza da loro subita da parte del gruppo di albanesi.”

Da https://www.laltrocorriere.it/minacce-ai-datori-lavoro-arrestati-6-albanesi-video/

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Amici di Tirreno News ecco una notizia bomba che farà molto scalpore.

Ma davvero il Senatore Antonio Gentile, Sottosegretario nel Governo Gentiloni ha abbandonato il partito fondato da Angelino Alfano?

Ma davvero ha invitato i suoi elettori che sono tanti in Calabria e nella sua Cosenza a votare il prossimo 4 marzo per Forza Italia, proprio quel partito che aveva abbandonato alcuni anni fa?

Non ci credo. I

l Sen. Gentile era stato eletto coordinatore nazionale del suo partito alcuni giorni fa.

Ma davvero ha deciso di lasciare il suo incarico?

Se è così, il Pd in Calabria prenderà una bella mazzata.

Il Clan Gentile è forte in Calabria e il fratello del Senatore è Consigliere regionale e ricopre la carica di Vice Presidente del Consiglio Regionale.

In Calabria ci sono tanti consiglieri comunali, provinciali, regionali e Deputati e Senatori che fanno capo ai Gentile.

Se ha deciso di lasciare il Partito che insieme ad Alfano ha fondato ci dovranno essere validi motivi. Forse si è accorto che alle elezioni politiche prenderebbe una bella scoppola, ed allora per non fare una brutta figura ha gettato la spugna.

Ecco cosa ha scritto “Il Giornale”:

Dopo la scissione del centro e l'annuncio di Angelino Alfano di non ricandidarsi alle prossime elezioni, di fatto cominciano le "grandi manovre" in vista delle urne.

E così il coordinatore nazionale di Ap, Antonio Gentile ha deciso di lasciare il suo incarico e invita a votare Forza Italia e Berlusconi: "Mi dimetto dalla carica di Coordinatore nazionale di Alternativa popolare.

Il progetto di costituire una forza di centro autonoma, liberale e riformista al quale molti di noi avevano fermamente creduto è fallita.

Non voglio assegnare responsabilità ad alcuno ma ho trovato un partito sfasciato e ingestibile senza alcuna capacità reattiva che per sopravvivere e' alla ricerca di una innaturale mutazione genetica che lo spinge fortemente a sinistra".

Poi l'invito in vista dell'appuntamento per il voto del prossimo 4 marzo: "Invito i singoli parlamentari, i consiglieri regionali, provinciali, sindaci e militanti di Alternativa Popolare a votare per l'unica forza moderata e liberale esistente nel nostro Paese rappresentata da Forza Italia e dal suo presidente Silvio Berlusconi".

Un invito quello di Gentile che è stato apprezzato dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi: "Ho molto apprezzato la decisione del senatore Antonio Gentile, una scelta nobile e responsabile che va nella direzione dell'allargamento dell'area moderata, in piena coerenza con la sua storia politica.

Sono certo che il suo impegno politico non verrà meno, anche senza la diretta partecipazione alla vita del Parlamento, e che la sua esperienza e la sua competenza saranno molto importanti per far crescere Forza Italia in Calabria e a livello nazionale".

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