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Parliamo della inchiesta denominata Robin Hood.

L’operazione Robin Hood è quella che ha portato all’arresto di nove persone tra le quali l’ex assessore al Lavoro Nazzareno Salerno il quale avrebbe esercitato una pressione continua nei confronti dei dirigenti del proprio assessorato, per imporre scelte che gli avrebbero garantito ampia discrezionalità nella gestione del progetto Credito sociale e dei relativi fondi comunitari.

Questo anche grazie alla presunta complicità di Vincenzo Caserta, all'epoca direttore generale reggente del dipartimento di riferimento dell'assessorato, e di Pasqualino Ruberto, all'epoca presidente della fondazione Calabria etica.

Ora tre funzionari finiscono nel mirino della Dda di Catanzaro per le modalità di scelta della società deputata a gestire il “Credito sociale” per conto dell’agenzia guidata da Ruberto.

Ad essere indagati Maria Vincenza Scolieri, 41 anni, Cristiano Giacinto, 43, e Licia Soreca, 34 anni.

I tre nuovi indagati sono già stati convocati a rendere interrogatorio davanti al sostituto procuratore Graziella Viscomi.

Sono tutti accusati di abuso d’ufficio in concorso «in qualità di componenti la commissione esaminatrice nominata in relazione alla gara indetta dalla fondazione Calabria Etica, per conto della Regione Calabria, in relazione a un partner di service finanziario connesso alla gestione del fondo a favore di coloro che versano in una situazione di temporanea difficoltà economica di cui al progetto “Credito Sociale”, dunque di pubblici ufficiali o comunque incaricati di un pubblico servizio».

I magistrati della Procura di Catanzaro accusano che «nonostante la palese insussistenza dei requisiti per l’aggiudicazione della gara alla società Cooperfin spa e nonostante la specifica qualifica rivestita, che impone conoscenze e professionalità specifica», i tre componenti della commissione esaminatrice avrebbero omesso «ogni forma di controllo in relazione alla predetta società, unica partecipante alla gara e determinavano l’aggiudicazione del servizio in capo alla stessa».

La Cooperfin, secondo l’accusa, mostrava di non avere i requisiti per partecipare alla gara, in particolare di non avere ricevuto l’abilitazione ex articolo 107 Testo unico bancario e nonostante questo gli indagati «procedevano comunque all’aggiudicazione della gara» alla Cooperfin».

I militari del Nucleo investigativo di Catanzaro e le fiamme gialle del comando provinciale di Vibo Valentia hanno compreso che era necessario esternalizzare il servizio, sottraendolo all'ente in house della Regione, Fincalabra.

È sempre Salerno, rilevano gli investigatori, ad affidare la procedura per assegnare il servizio di esternalizzazione a Vincenzo Caserta, che gli inquirenti considerano la longa manus dell'ex assessore. A quel punto è Caserta ad affidare la gestione dello strumento di ingegneria finanziaria alla fondazione Calabria Etica (in realtà priva di competenze e dei requisiti per la gestione di uno strumento finanziario di microcredito).

In otto giorni da Calabria Etica il servizio passa alla esterna Cooperfin, grazie, secondo l’accusa e visti i recenti avvisi di garanzia, all’operato dei componenti della commissione esaminatrice.

In definitiva, per il giudice, la predisposizione del “bando” risulta “essere stato chiaramente il frutto di una collusione fra chi lo ha formulato (Ruberto), chi ne ha affidato indebitamente la predisposizione (Caserta), chi aveva interesse a che fosse la Cooperfin ad aggiudicarsi il servizio (Salerno) e chi ne ha beneficiato, non tanto aggiudicandosi il servizio, ma appropriandosi concretamente addirittura della maggior parte (ben l’80% circa) delle somme gestite (Marano).

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Lo dice la minoranza “Solidarietà e sviluppo” che emette il seguente comunicato stampa:

“Ci arrivano le bugie sull’aumento della tassa sulla spazzatura (TARI, Tassa rifiuti) diffuse dall’Amministrazione comunale e dal suo Sindaco.

Sono bugie con le quali si vuole nascondere il fallimento della gestione dei tributi comunali. Andiamo per ordine.

1.In questi giorni, stanno arrivando le cartelle (molto pesanti) per il pagamento della TARI.

I cittadini sono disgustati della politica e in particolare dell’attuale Amministrazione, la quale anziché tagliare le spese evitabili (vedi lo sperpero di denaro per le manifestazioni estive e invernali) ha aumentato l’unico tributo che lo Stato ha lasciato ai Comuni con facoltà di aumentarlo o ridurlo, perché tutti gli altri devono rimanere invariati.

2.Molti cittadini si stanno recando al Municipio per protestare contro questo aumento, che va da circa il 20% per le abitazioni domestiche a circa il 45% per le altre attività.

A queste sacrosante proteste gli amministratori, con a capo il Sindaco rispondono che l’hanno dovuta aumentare perché ci sono troppe persone che non hanno pagato e per responsabilità dell’ex Sindaco: NIENTE DI PIU’ FALSO.

Infatti, i tributi sui rifiuti vengono calcolati annualmente in base al costo del servizio, quindi sui costi del 2017, e non in base a chi non ha pagato in precedenza.

E’ ormai un vizio scaricare su altri quelle che sono degli attuali Amministratori e non di altri. Dobbiamo ricordare che l’attuale Sindaco (quello senza memoria o con la memoria corta), il presidente del Consiglio ed un altro consigliere facevano parte dell’ex maggioranza?

3.Se fosse vero quello che vanno dicendo, il Commissario Prefettizio che ha approvato le tariffe dell’anno 2016 avrebbe dovuto aumentarle, invece sono rimaste invariate rispetto al 2015 (come risulta dalla delibera n. 4 del 29 aprile 2016).

4.Il nostro Comune è in fase di spopolamento e le attività produttive sono ridotte al lumicino, e “quelli del Comune” anziché agevolarle con incentivi aumentano tributi e tasse varie aumentando le loro difficoltà che poi si diffondono sull’economia locale.

5.“Quelli del Comune” vogliono affidare il servizio di riscossione coattiva dei tributi a una società esterna (con costi aggiuntivi per il Comune e per i cittadini), quando appena due anni addietro è stato fatto un concorso per assumere un dipendente da utilizzare esclusivamente nell’ufficio tributi.

Non bastano ben tre dipendenti addetti al servizio di ragioneria, che costano alla collettività circa centomila euro all’anno? Perché rivolgersi all’esterno per recuperare residui che in parte sono prescritti?

6.Il Comune è in una situazione di grande difficoltà finanziaria; il termometro che misura la sua salute finanziaria è rappresentato da alcuni indici o parametri. Essi sono 10. Quando un Comune non rispetta almeno 5 di questi indici, deve essere dichiarato il dissesto finanziario. Nel nostro Comune se ne rispettano 4 e perciò esso è molto vicino al dissesto.

Quando un Comune è dichiarato in dissesto finanziario la legge prevede conseguenze molto dure che riguardano i tributi comunali, i controlli, il blocco delle assunzioni, i mutui e il taglio dei trasferimenti dello Stato.

7. Negli anni 2012 e successivi questi parametri erano scesi a 2. Oggi (2017), “quelli del Comune” li hanno raddoppiati e questo vuole dire che essi anziché migliorare la salute finanziaria del Comune l’hanno invece peggiorata molto seriamente.

8.La raccolta differenziata, anziché far diminuire la tassa sulla spazzatura per come previsto, ha causato invece un aumento della tassa, non perché il servizio è costato o costa di più, ma per ragioni che ancora non siamo riusciti a comprendere.

Nel 2016, il servizio è costato 288.000 euro, nel 2017 il costo del servizio è stimato pari a 347.455 euro, cioè circa 60.000 euro in più. In base a questo importo sono state calcolate le tariffe che hanno causato gli aumenti della TARI sopra ricordati (Per noi, il costo del servizio stimato ammonta a 220.000 euro).

Queste notizie dovevamo darle ai nostri concittadini per informarli del nostro impegno e per sbugiardare “quelli del Comune”, cioè quelli che hanno aumentato fortemente la tassa sulla spazzatura.

Da quanto abbiamo riportato risulta chiaro che:

-gli aumenti della tassa sui rifiuti sono consistenti e indiscriminati (dal 20% a 45% circa in più)

-sono stati decisi da coloro che sono in carica oggi e non dall’ex Sindaco-

-la condizione finanziaria del Comune risulta peggiorata e molto vicina al dissesto, e tutto questo per responsabilità degli attuali Amministratori, non di altri.

Diffondere notizie diverse dalla realtà è una pratica alla quale ricorrono i bugiardi.

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Il 1946 le donne votarono.
E le elettrici furono più degli elettori.
E così, in particolare nei piccoli comuni, furono elette donne sindaco.

 

“Due di loro furono elette in Emilia, due in Sardegna, una nelle Marche, una in Umbria una in Calabria”.

“Quattro ‘sindachesse’ erano maestre e avevano la licenza di scuola superiore; una, avvocata. Quattro di loro erano comuniste, tre democristiane. Tutte erano delle lavoratrici, solo due casalinghe benestanti.“

A San Pietro in Amantea venne eletta l'Insegnante Ines Nervi in Carratelli.

Ne parlò sin dal 1982 nel suo primo libro:-Storia di San Pietro in Amantea - a Pag. 53 e Pag. 75 Francesco Gagliardi tracciando il suo ruolo di “donna, di mamma, di insegnante”

L’amico Gagliardi ci ricorda che “E' stato il caro amico Silvio Clemente, che letto il mio articolo su Tirreno News del novembre dello scorso anno, ha avviato la pratica per un riconoscimento ufficiale. Il mese scorso ho trovato nell'archivio del Comune L'insediamento del Consiglio Comunale del 31 marzo 1946. E' stato mandato a Roma alla Camera dei Deputati ed ieri 3 maggio 2017 alla presenza del Presidente On. Laura Boldrini nel Salone della Regina è stata ufficialmente messa la foto della carissima maestra accanto alle altre donne elette nel lontano 1946.

Ricorda anche Francesco Gagliardi che

“Montecitorio, e precisamente la Sala delle donne, si arricchisce di due nuovi busti: quelli di Salvatore Morelli e Anna Maria Mozzoni, due personaggi che tanto hanno fatto per la questione femminile già nell’800.

I due busti sono stati inaugurati nel corso di un evento che si è tenuto il 3 maggio (ore 10.30 Sala della Regina) al quale ha partecipato anche la Presidente della Camera, Laura Boldrini, e che è stata l'occasione per fare il punto sulle pari opportunità di oggi nel nostro paese.

“A Montecitorio due nuovi busti: Salvatore Morelli e Anna Maria Mozzoni, femministi nell'800 - E i femministi di oggi?” è il titolo dell'evento al quale hanno partecipato anche Maria Grazia Colombari e Livia Turco e che viene moderato dal giornalista Giorgio Zanchini.

 

L'appuntamento è stato anche l'occasione per scoprire un nuovo ritratto che si aggiunge a quelli delle madri della Repubblica, sempre nella Sala delle donne.

Si tratta dell'undicesima sindaca eletta nel 1946, Ines Nervi Carratelli, prima cittadina di San Pietro in Amantea, in provincia di Cosenza.

Salvatore Morelli, deputato del Regno italiano nella X e nella XII legislatura, fu autore fra l'altro  di una proposta di legge per l'abolizione della schiavitù domestica e per l'estensione alle donne dei diritti civili e politici, a cominciare dal diritto al voto.

Tutto questo impegno in favore delle questioni di genere gli valse il dileggio dei colleghi e l'appellativo di “deputato delle donne”.

Annamaria Mozzoni può essere considerata la nostra prima suffragetta.

Anche lei si batté moltissimo per il voto alle donne e sul tema presentò la prima petizione in Parlamento nel 1877. Giornalista, attivista dei diritti civili, è forse la figura più importante della vita politica italiana e internazionale fra otto e novecento.

Intuì con molto anticipo i grandi nodi che la donne italiane dovettero affrontare per vedere riconosciuti i più elementari diritti umani”.

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