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Calabria: uccide il figlio di 11 anni con le forbici, poi tenta il suicidio.
Martedì, 04 Marzo 2014 13:43 Pubblicato in CalabriaIncredibile. Che fine ha fatto il senso materno? Come è possibile che una mamma uccida il figlio undicenne sgozzandolo con un paio di forbici? E che senso ha che poi tenti di suicidarsi? Mille misteri tutti da scoprire.
“ Ha ucciso il figlio di 11 anni, Carmine De Santis, con un paio di forbici e poi ha tentato di suicidarsi, Daniela Falcone, di 43 anni, ma è stata salvata dalla polizia e adesso è ricoverata in ospedale. La donna si era allontanata insieme al figlio da sabato scorso da Rovito dopo essere andata a prendere il bambino a scuola.
Madre e figlio, secondo le prime notizie, sono stati trovati dalla polizia nella zona della "Crocetta", lungo la vecchia strada che collega Cosenza e Paola. Quando gli agenti sono giunti sul posto, hanno constatato che il bambino era morto per una profonda ferita alla gola. La madre, invece, che era ancora viva, è stata soccorsa dai medici del 118 e portata nell'ospedale di Cosenza
La donna era andata a prendere il bimbo a scuola a Rovito, prima della fine regolare delle lezioni, e poi era scappata facendo perdere le sue tracce. A dare l'allarme era stato il marito della donna. L'uomo, recatosi nell'istituto scolastico del paese alla fine delle lezioni, si era sentito rispondere dal personale che il bambino era andato via insieme alla madre che era passata a metà mattinata. L'uomo si era subito allarmato ed aveva denunciato la scomparsa della moglie e del figlio ai carabinieri.
Ci sarebbe un litigio con il marito per una relazione che quest'ultimo avrebbe avuto con un'altra donna all'origine della decisione della donna di fuggire con il figlio. La lite tra moglie e marito, secondo quanto si è appreso dagli inquirenti, sarebbe andata avanti per tutta la notte tra venerdì e sabato scorso. L'uomo, secondo quanto si è appreso, avrebbe anche confessato che, durante la relazione, l'altra donna sarebbe rimasta incinta.
Secondo una prima ricostruzione fatta dagli investigatori, la donna, assieme al bambino, si sarebbe diretta, a bordo della sua piccola utilitaria di colore giallo, verso Camigliatello Silano. Prima però aveva fatto rifornimento di carburante in una stazione di servizio lungo la strada che conduce sull'altopiano. Successivamente sarebbe arrivata ai familiari una segnalazione che dava i due nella zona di Magaro, sull'altopiano silano, nelle vicinanze di Camigliatello. A nulla sono valse, però, le continue telefonate sul cellulare della donna, che continuava a risultare irraggiungibile. Daniela Falcone è descritta, da quanti la conoscono, come una persona equilibrata, tanto che parenti e conoscenti della donna non sanno darsi una ragione di quanto è accaduto. Ansa”
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Meravigliosa e strana Calabria quella di De Rose, Gentile, Gratteri.
Martedì, 04 Marzo 2014 10:54 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaTutta l’Italia avrebbe voluto che Nicola Gratteri divenisse ministro di Giustizia, ma così non è stato.
Tanta Calabria non voleva Antonio Gentile sottosegretario alla Giustizia.
Quasi tutta l’Italia dopo le vicende dell’Ora di Calabria non voleva Antonio Gentile sottosegretario a qualunque cosa.
Ed è stato lui( spinto o meno dalle cose non importa) alla fine a dimettersi togliendo dall’imbarazzo sia Renzi che Magorno che Alfano che il NCD.
Ed ecco che la Procura cosentina chiarisce la situazione con una nota all'ANSA del procuratore, Dario Granieri rilasciata alle 20.14 di ieri 3 marzo.
Il senatore Antonio Gentile non è indagato nell'inchiesta sulle pressioni che sarebbero state esercitate sul quotidiano l'Ora della Calabria per non fare pubblicare la notizia che il figlio del parlamentare è coinvolto nell'indagine sugli incarichi da parte dell'Azienda sanitaria.
Non solo ma viene anche chiarito che nel registro degli indagati sarebbe stato iscritto Umberto De Rose, il titolare della tipografia che stampa il quotidiano, il telefonista a carico del quale s'ipotizza la violenza privata. Ne parla sempre l'ANSA. L'inchiesta è stata avviata dalla Procura di Cosenza, come atto dovuto, sulla base della documentazione presentata dal direttore del quotidiano, Luciano Regolo, che ha anche depositato la registrazione delle telefonate intercorse tra De Rose e l'editore del giornale, Alfredo Citrigno.
Adesso il Nord Italia scopre in sé il cancro della 'Ndrangheta. La Briangheta.
Martedì, 04 Marzo 2014 10:28 Pubblicato in ItaliaSottovalutare il fenomeno della ‘ndrangheta e pensare che fosse territorialmente circoscrivibile è stato sicuramente un fato di assurda presunzione.
Non combattere, come si doveva e si deve ancor più oggi, la ‘ndrangheta, l’evasione fiscale, l’abnorme spesa pubblica di favore , le spese della casta, sono stati e sono sottovalutazioni tali da porre in pregiudizio non solo la democrazia e le libertà ma anche la stessa esistenza dello stato.
Ed ora che si tenta di recuperare quelle attenzioni mancate si scopre che questi fenomeni a cominciare dalla ‘ndrangheta sono mortali.
In questi momenti la Polizia sta eseguendo oltre 30 ordinanze di custodia e sequestri per milioni di euro.
La polizia ha eseguito, nella prima mattinata di oggi 4 marzo, alcune decine di arresti in Lombardia e in altre regioni italiane al termine di un'indagine nei confronti di presunti appartenenti alla 'ndrangheta operanti in Brianza. In corso anche perquisizioni e sequestri di beni mobili, immobili e società per un valore di decine di milioni di euro.
L'inchiesta è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia milanese.
Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, riciclaggio, usura, estorsione, corruzione, esercizio abusivo del credito, intestazione fittizia di beni e società.
L'organizzazione, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, avrebbe più volte fatto ricorso all'intimidazione e alla violenza mentre in più occasioni sarebbe intervenuta per pacificare i dissidi sorti all'interno della stessa 'locale' di 'ndrangheta o con altre organizzazioni criminali.
Nell'ambito dell'operazione è stata anche scoperta a Seveso una vera e propria banca clandestina, in cui venivano riciclati i proventi delle estorsioni e dell'usura, grazie ad un'ampia rete di società ma anche alla collusione di imprenditori e di impiegati postali e bancari.
I capitali accumulati, hanno inoltre accertato gli inquirenti e gli investigatori, oltre a essere esportati in Svizzera e a San Marino venivano reimpiegati dall'organizzazione attraverso l'acquisizione di attività economiche nel settore edilizio, negli appalti e nei lavori pubblici, nei trasporti, nella nautica, nelle energie rinnovabili e nella ristorazione. Secondo gli inquirenti, i membri dell'organizzazione avevano anche organizzato una raccolta di denaro per sostenere i familiari di 'ndranghetisti detenuti.
Ne più ne meno……
Vedi Briangheta. La 'ndrangheta in Brianza a «centopassi» dal Lambro di Marco Fraceti
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