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Redazione TirrenoNews

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E’ con vero piacere che cogliamo e diffondiamo la notizia di un evento che celebra la Festa dell’8 marzo e in essa le donne coraggio, quelle che hanno ideali ed il coraggio di mostrarli. A tutte Queste donne ancora nascoste è dedicato il nostro rispetto ed il nostro saluto quotidiano:

“ Le Associazioni APEIRON e RISVEGLIO IDEALE

Sabato 8 marzo alle ore 17.00 presso la Sala Carnì del Comune di Isola di Capo Rizzuto, l’autore Paolo De Chiara, presenterà il Libro

“IL CORAGGIO di DIRE NO”, Storia di Lea Garofalo,

edito da Falco Editore.

I lavori saranno moderati dalla giornalista Angela Corica, interverranno:

Maria Maio, Consigliere provinciale di Crotone,

Mariella Villirillo socia Apeiron,

Maurizio Mesoraca Università UPMED, (Università Popolare Mediterranea di Crotone)

Marisa Garofalo sorella di Lea

Michele Falco Editore

Angela Napoli collaboratrice commissione parlamentare antimafia

Paolo De Chiara Autore

E’ prevista la partecipazione di autorità civili, militari e religiose.

La popolazione tutta è invitata a partecipare.

Isola di Capo Rizzuto, 5 marzo 2014 “

Falso allarme. E’ stato un falso allarme. Si era vista da lontano la potente corazzata, quella che se fosse entrata in porto avrebbe creato problemi a qualunque nave vi si fosse trovata ormeggiata ma adesso ha virato verso il largo.

E c’era chi non aveva dormito notti tranquille. Non tanto e solo la paura delle sue armi , quanto lo stesso movimento delle acque avrebbero mosso le acque ed intimorito sia a bordo che sul molo.

La certezza di un capitano di provata esperienza era la garanzia per tutti coloro ch la aspettavano, certi di un viaggio senza timori e soprattutto certi del ritorno.

Invece ( come si temeva per la verità) il capitano ha sciolto negativamente la riserva ed augurando felicità e successi alla “sua” corazzata , è sceso sul molo avviandosi verso i suoi interessi. Ad accompagnarlo il suo fido stratega Tonino che lascia anche lui la iniziativa.

Superfluo evidenziare che qualcuno ci è rimasto male avendo supposto che la corazzata con il comandante Michele avrebbe potuto avere il governo del mare e della città.

Pochi come lui hanno dimostrato di avere tali capacità. Per quanto non se ne sia nemmeno mai vantato, al contrario di tanti rovinosi “schettino” che hanno determinato disastri incommensurabili.

Qualcuno si è anche incazzato perché un comandante come Michele sarebbe stata la necessaria condizione di equilibrio interno e di buon governo.

Anzi dopo l’articolo qualcuno si era preoccupato di tale presenza che avrebbe evidenziato le azzardate manovre di altre navi che camminano solo se trainate dai rimorchiatori.

L’equipaggio ora dovrà cercare un altro capitano al quale affidare la potente nave ed il suo destino. Non è tanto per la divisa , affatto. Anzi ci dicono che ci sono in giro per Amantea decine e decine di divise di comandante pronte ad essere indossate e che qualcuno dei candidati ha ordinato anche l’acquisto del gran pavese –ovviamente a spese del comune-.

La ricerca del capitano invero era iniziata da tempo.

Non è che manchino coloro che presumono di poter guidare la nave “Amantea” . Anzi.

Il problema è che nessuno teme naufragi della nostra città: un naufragio, infatti, può esserci soltanto se la nave sta viaggiando al largo non certamente se la nave è già “stracquata” ed arenata come è i questo momento la cara Amantea.

E questa consapevolezza è così diffusa che nessuno si fa problemi di salirvi, sapendo, infatti, che non prederà più il largo, che il suo ferro diventerà ruggine, che le onde del mare piano, piano la faranno a pezzi, che poi i “mercanti d’affari” la venderanno ai robivecchi come ferro vecchio, perché nessuno di quelli che vediamo ha interesse a far ripartire la nave-città.

Lo sport popolare infatti è solo quello di salire sulla tolda,là dove, anche se piccolo o nano, potrà essere visto da lontano.

La fregatura è che Amantea è davvero una nave e come su tutte le navi la legge è affidata allo stesso comandante e nessuno può contestarlo. Ecco perché ci vuole non solo un capitano capace ma soprattutto onesto.

Peccato.

Ma ci dicono che potrebbe tornare e con un altro buon capitano.

Chissà!

Perviene e ne diamo pubblicazione la nota del consigliere Pellegrino che contesta la mancata copertura assicurativa dell’anfiteatro comunale da parte dell’ A.C.

Ecco la lettera:

“Al Sig.Sindaco                     Sede

Alla Cittadinanza di   Belmonte Calabro

OGGETTO: Risposta vertenza Mazzotta   Rosa Prot. N°800 del 20/Feb. 2014

Seguito risposta fornita al sottoscritto in relazione alla interrogazione proposta in data 17.02.2014 e riguardante il Trauma denunciato dalla Sig.ra Mazzotta Rosa, occorso in data 09.07.2011 ed avvenuto presso l’Anfiteatro comunale di Belmonte Calabro, temporaneamente e gratuitamente concesso a privati per effettuazione spettacolo di danza, si osserva che:

Il Comune di Belmonte Calabro, nella persona giuridica del Sindaco pro-tempore e/o della Giunta Comunale, concede a privati, a titolo gratuito , un bene della collettività, assumendone contestualmente ogni occorrenda responsabilità, penalmente e civilmente perseguibile.

Tanto si verifica in quanto il Comune di Belmonte Calabro, per il caso di specie, come si evince dalla risposta fornita al sottoscritto dal Segretario Comunale, “non è stato adottato uno specifico regolamento per la utilizzazione dell’anfiteatro Comunale dove si dovrebbero prevedere non solo le modalità ma anche gli oneri (eventuali)da fare gravare sui richiedenti e tutte le notizie ,destinazione dei proventi compresi, di cui ai punti da 7 a 9 della richiesta”

Va da sé che la grave negligenza, perdurante nel tempo, arreca grave danno, sia all’immagine complessiva del Comune, sia alle (non floride) casse comunali costrette a sopportare esborsi per finalità non previste

A fronte della gratuita concessione a privati, il Comune difatti assume su di se anche l’onere della copertura economica-risarcitoria per eventuali eventi traumatici, accidentali o meno, in assenza di una dovuta copertura assicurativa

Il Comune di Belmonte Calabro, costretto per legge, utilizza in maniera impropria risorse economiche, destinabili a vantaggio dell’intera collettività, per sanare vertenze che assumono tutta la fattispecie di contenzioso privato.

L’intera vertenza costa alle casse del Comune di Belmonte Calabro, cioè soldi pagati dai cittadini di Belmonte Calabro, un ammontare di euro 10.000 ( diecimila) vale a dire 20 milioni di vecchie Lire, come di seguito specificato:

  1. Euro 7000 alla signora Mazzotta Rosa, comprensivi di spese legali,
  2. Euro 2000 del patto compenso all’Avvocato di fiducia del Comune,
  3. Euro 484 spese di avvio del procedimento di mediazione,
  4. Spese varie non altrimenti quantificabili

Somma che poteva , e doveva !!!, essere impegnata per risolvere altre problematiche inerenti la collettività belmontese.  Ai cittadini, cui la presente è inviata in forma di lettera aperta, il giudizio sulla Buona Amministrazione Bruno, enfatizzata da articoli giornalistici ad hoc, il cui costo però che ammonta ad euro 1500 (millecinquecento) come risulta agli atti con apposite determine autorizzate dal Sindaco, viene sostenuto con ( ennesima)dazione di pubblico danaro.                                                                               

Belmonte Calabro 05.03.2014   Dott.Giancarlo Pellegrino   Consigliere Comunale Di Minoranza                                                                                                                                                        

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