
Paola. Attimi di paura sul treno regionale partito nel tardo pomeriggio di ieri 20 novembre da Reggio Calabria direzione Cosenza.
Il convoglio, infatti, è stato costretto a fermarsi all’interno della galleria "Santomarco", lungo la linea Paola-Cosenza,
dopo avere investito un estintore che persone non identificate avevano lasciato sui binari.
La ricognizione sui binari effettuata dai tecnici di Rfi e dagli agenti della Polfer ha portato alla scoperta di altri estintori staccati dai loro supporti nella galleria e abbandonati sui binari.
Un vero e proprio percorso ad ostacoli che avrebbe potuto causare gravissime conseguenze ai convogli in transito.
Il treno, infatti, a causa dell’urto con l'estintore, ha subito il danneggiamento della condotta dell’alimentazione.
I macchinisti sono riusciti a riparare il danno ed il convoglio è potuto ripartire dopo una sosta forzata di circa 50 minuti.
La linea tra Paola e Cosenza, che è a binario unico, è stata interrotta per consentire il completamento della ricognizione dei binari allo scopo di accertare la presenza di altri estintori.
Trenitalia per alcune ore ha istituito un servizio sostitutivo con pullman.
Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota dei Carabinieri Forestali
I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Scalea hanno posto sotto sequestro una area di 14.000 metri quadri in località “Petrosa” di Scalea.
Durante una serie di controlli si è accertato all’interno dell’area la presenza di uno sbancamento ed all’intero del cantiere, depositati dei cumuli di terreno e rocce da scavo e travi in cemento precompresso.
Dagli accertamenti effettuati nel tempo è emerso, che l’area in questione era sottoposta a vincolo paesaggistico e che non è stata rilasciata alcuna autorizzazione per il deposito temporaneo del materiale rinvenuto .
Lo sbancamento nonostante fosse stato autorizzato era stato effettuato su una superficie maggiore di quanto autorizzata e una parte di quest’area sbancata è stata riempita e livellata senza essere autorizzata.
Durante il controllo sono stati rinvenuti all’interno dell’area oltre ai cumuli di terre e rocce da scavo un cumulo di rifiuti di circa provenienti da demolizioni edili, pezzi di cemento, resti di piastrelle, materiale plastico vario, resti di imbarcazione, secchi di pittura, sacchetti di immondizia, materassi, residui vegetali.
Inoltre si è accertato che la destinazione attuale del suolo non è conforme con il vigente PSC, perché l’area è destinata a ambito urbanizzato residenziale e intervento diretto per cui per tali opere era necessario il permesso a costruire .
Pertanto si è proceduto al sequestro penale dell’area sbancata contestando al vecchio proprietario del terreno e titolare di concessione edile il reato di “Interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazione essenziale, opere eseguite in assenza di autorizzazione in difformità da essa, Distruzione o deturpamento di bellezze naturali, mentre all’ amministratore unico della società quale intestataria del terreno, è stato contestato il reato di “attività di gestione di rifiuti non autorizzata.
COSENZA – 19 novembre 2018 –
Dalla gestione del depuratore ai lavori di ripristino del lungomare. Al centro delle indagini gare e affidamenti sia del comune del primo cittadino Ramundo sia di Cosenza.
Elemento di collegamento fra i due enti un funzionario pubblico.
In manette 14 persone. Coinvolti imprenditori e professionisti. Tra i reati contestati corruzione, peculato e turbativa d'asta
Oltre 100 militari del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Cosenza sono impegnati dalle prime ore dell’alba, nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare personale e decreto di sequestro preventivo, emessi dal gip Maria Grazia Elia, su richiesta del Procuratore capo della Repubblica, Pierpaolo Bruni,e dei sostituti Antonio Lepre e Teresa Valeria Grieco, nei confronti di 14 persone (2 ai domiciliari e 12 in carcere), ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di corruzione, tentata concussione, indebita induzione a dare o a promettere, peculato, turbative di gare pubbliche e di procedimenti di scelta dei contraenti della Pubblica Amministrazione e falso ideologico. Complessivamente 20 le persone indagate.
Appalti truccati: in manette sindaco e vicesindaco
Il provvedimento cautelare è stato emesso nei confronti di 14 persone, fra le quali il sindaco, Gianfranco Ramundo, il vice sindaco-assessore, Paolo Cavaliere, ed un l'assessore al bilancio, sport, turismo e spettacolo Paolo Ercole Fuscaldo del Comune di Fuscaldo, nonché un funzionario pubblico, imprenditori, un professionista ed altri soggetti, a seguito delle indagini effettuate dalla Compagnia Guardia di Finanza di Paola, aventi ad oggetto la gestione di molti appalti pubblici ed affidamenti diretti sia del comune di Fuscaldo che del Comune di Cosenza, afferenti lavori, servizi e forniture di valore complessivo pari ad oltre euro 7,5 milioni.
Il ruolo del funzionario pubblico
Elemento di collegamento fra i due enti locali cosentini: la figura di un funzionario, dipendente a tempo indeterminato presso il Comune di Cosenza ed autorizzato ad esercitare part-time le funzioni di responsabile di settore al Comune di Fuscaldo. Si tratta dell’ingegnere Michele Fernandez. A Palazzo dei Bruzi era attualmente in servizio al settore Decoro Urbano. Contemporaneamente, con la formula del cosiddetto scavalco, lavorava anche nel comune di Fuscaldo per metà settimana. Fernandez era stato coinvolto anche nell’inchiesta sui cosiddetti appalti spezzatino del comune di Cosenza. Le investigazioni di Polizia Giudiziaria hanno consentito di accertare l’esistenza di un collaudato sistema corruttivo e di collusioni nella gestione della cosa pubblica, alimentato da abituali condotte illecite poste in essere da pubblici ufficiali ed imprenditori, ai danni dei due comuni cosentini.
Le indagini
Le molteplici turbative delle gare e dei procedimenti di scelta dei contraenti della pubblica amministrazione sono state scoperte all’esito di articolate e complesse indagini, sviluppate mediante specifiche attività tecniche, analisi di una enorme mole di documentazione cartacea ed informatica acquisita all’esito di perquisizioni e sequestri (aventi ad oggetto anche 26 supporti informatici: tra personal computer, tablet e telefoni cellulari), assunzione di dichiarazioni testimoniali, indagini finanziarie ed accertamenti patrimoniali. Per ciascuna gara pubblica e di procedimento di scelta del contraente, i finanzieri hanno ricostruito gli accordi clandestini e le collusioni fra i soggetti pubblici e privati, nonché i mezzi fraudolenti utilizzati per assegnare illecitamente i lavori ed i servizi da parte dei comuni, in violazione alle norme contenute nel codice degli appalti ed altre che regolamentano l’esercizio della funzione pubblica.
In diversi casi, le indagini hanno documentato che gli atti contrari ai doveri d’ufficio ovvero le omissioni di atti dovuti da parte di Pubblici Ufficiali venivano retribuiti, in termini di contropartita ed in virtù di accordi corruttivi per effetto delle condotte di indebita induzione, da promesse illecite di utilità – consistite in incarichi professionali, assunzioni di lavoratori ed utilizzo gratuito di struttura alberghiera– ovvero dazioni di utilità – rappresentate da trasferimenti di sede di lavoro di pubblici dipendenti – ed altri“doni”.
Le principali gare pubbliche oggetto di indagine:
- affidamento diretto della gestione del depuratore comunale di Fuscaldo: valore complessivo oltre € 1.000.000,00;
- aggiudicazione dei lavori di ripristino del lungomare di Fuscaldo: valore complessivo dell’appalto € 236.000,00;
- gestione della raccolta, trasporto e conferimento in discarica dei rifiuti – differenziata ed assimilata – servizio di igiene urbana presso il Comune di Fuscaldo: valore complessivo dell’appalto € 4.000.000,00;
- affidamento diretto del servizio di pulizia spiagge del Comune di Fuscaldo: valore complessivo € 16.550,00;
- conferimento da parte del Comune di Fuscaldo di un incarico professionale;
- assegnazione delle concessione demaniali, in relazione al piano spiaggia del Comune di Fuscaldo;
- rifacimento di un manto stradale pubblico nella città di Fuscaldo a spese di un imprenditore (quindi non dovuto), già affidatario di commesse;
- installazione di undehors (insieme degli elementi mobili per la ristorazione, posti sul suolo pubblico o asservito all’uso pubblico);
- lavori di completamento della chiesa San Domenico di Cosenza: valore complessivo € 1.920.000,00;
- lavori aggiuntivi per il miglioramento dell’efficienza energetica del Teatro Rendano di Cosenza: valore complessivo € 90.000,00;
- acquisto da parte del Comune di Cosenza di un personal computer di ultima generazione, del quale se ne appropriava un Pubblico Ufficiale: valore € 1.337,00.
Il sequestro beni e la misura cautelare per due società
Disposto il sequestro di beni nei confronti di alcuni indagati e società, per un valore complessivo di 215 mila euro. A due società, inoltre, è stata applicata la misura cautelare interdittiva del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione, per la durata di un anno.
LaCnews24