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Redazione TirrenoNews

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Cetraro. Il Sindaco Aieta aveva denunciato brogli ed iniziato lo sciopero della fame.

Ma in sole 24 ore interviene il sottosegretario Roberto Reggi che risolve il problema.

Ieri mattina Enza Bruno Bossio era intervenuta presso l'Ufficio Scolastico Regionale e il Ministero della Pubblica Istruzione per il ripristino immediato del l'autonomia scolastica dei licei di Cetraro sostenendo che il riconoscimento di questa autonomia è un diritto calpestato da interessi di parte che nulla hanno a che fare con le reali esigenze del territorio cetrarese, un territorio che, lo ricordiamo, comprende aree montane e una conformazione complessa e dispersa in diverse frazioni spesso distanti tra loro e senza contare il ruolo fondamentale che la scuola svolge quale presidio di legalità che la perdita dell'autonomia metterebbe oggettivamente in discussione.

La deputata aveva poi espresso la sua vicinanza alla battaglia che l'Amministrazione comunale di Cetraro e il sindaco Giuseppe Aieta stanno conducendo in queste ore in difesa della scuola cetrarese.

Stamani Aieta ha dichiarato : “Il Sottosegretario alla Pubblica Istruzione, Roberto Reggi, mi ha appena raggiunto telefonicamente informandomi che i Licei di Cetraro sono di fatto autonomi in quanto con 412 alunni e che tale Autonomia sarà formalizzata con la nomina di un nuovo Dirigente Scolastico“.

“Tale atto - ha evidenziato - si ufficializzerà nel giro di pochi giorni dopo la nomina del nuovo Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale, proposto dal Ministro, nella persona del Dott. Diego Bouché. Il Sottosegretario Reggi ha garantito che il Dott. Bouchè appena nominato, incontrerà il Sindaco di Cetraro”.

“Devo ringraziare il Sottosegretario Reggi per la disponibilità e la vicinanza dimostrata a questo territorio rispetto ad una legittima rivendicazione di un presidio di legalità e giustizia che l’istituzione scolastica rappresenta. La stessa vicinanza è stata dimostrata dalle istituzioni presenti sul territorio e, in particolare, dal Prefetto di Cosenza che con solerzia si è attivato per dirimere la intricata vicenda”.

“Così come – ha detto - un contributo costruttivo ha saputo dare il mondo della politica regionale e nazionale attraverso i parlamentari calabresi, i consiglieri regionali, l’Amministrazione Provinciale e i Sindaci dei comuni limitrofi. L’autonomia dei Licei di Cetraro rappresenta un patrimonio di tutta la provincia che nella Scuola trova un valido baluardo alle distorsioni della società”.

Ndr. Ci viene in mente quanto occorso ad Amantea per la autonomia dell’ IC di Campora SG .

Che diversità tra comune e comune!

A Cetraro interviene il Governo, ad Amantea il Tar.

La Notte Bianca di Amantea vista dagli organizzatori.

Martedì, 02 Settembre 2014 18:53 Pubblicato in Politica

Riceviamo la seguente nota degli “Organizzatori della Notte Bianca” con l’avviso che si tratta della nota integrale, probabilmente riferendosi a quella pubblicata dai giornali in modo parziale e con invito a pubblicarla integralmente . Non abbiamo come sempre alcuna difficoltà!

“E’ stato un evento al di sopra delle nostre aspettative; sapevamo, infatti, di non poter eseguire il nostro progetto per intero, ma abbiamo fatto più di quanto sperato.

Il nostro primo obiettivo era “fare meglio” rispetto alle edizioni precedenti, con poco più di un mese di tempo a disposizione, far compiere il necessario scatto in avanti ad una manifestazione che qualifica e rilancia l’immagine della città.

Se solo ce lo avessero permesso, la Notte Bianca di Amantea sarebbe già un evento ben strutturato e con regole semplici ma inequivocabili.

Noi non abbiamo fatto altro che partire dal progetto originario riordinando ciò che altri, fraintendendo la reale natura di questo evento, avevano reso confusionario.

Le aree tematiche non sono altro che contenitori da riempire, naturale esigenza di un evento che riesce ad unire tante cose diverse ma complementari: il mare, il commercio, la cultura, l’arte, la gastronomia, la storia.

Qualcuno ci chiede “il coinvolgimento delle competenze” volutamente ignorando che purtroppo, anche se invitate con l’umiltà che ci contraddistingue, si nascondono dietro motivi futili legati più al colore politico, al pregiudizio, alla mala fede e all’egocentrismo piuttosto che all’amore vero per Amantea.

A noi non importa altro … se non che la “notte bianca” possa davvero diventare la vetrina di questo paese, un’occasione promozionale per tutta la città.

Ma se la città non partecipa tutta unita, se tanti non si vedono affatto, quale dovrebbe essere la nostra colpa?

Più che incoraggiare le persone a partecipare cosa si dovrebbe fare?

Quanti di quelli che strapazzano il termine “cultura” sono andati a vedere la mostra del maestro Vigliaturo che ha presenziato alla inaugurazione della mostra, un’artista che ha esposto nei maggiori musei del mondo, ha partecipato alla biennale di Venezia e sarà ospite d’onore a rappresentare l’Arte e la Calabria all’ Expo 2015 di Milano.

Quanti hanno visto la mostra dei pittori Amanteani nella bellissima scalinata di S. Bernardino dove attraverso i loro dipinti abbiamo mostrato a tantissime persone i nostri Artisti.

E poi nessuno ha notato l’area bimbi con il personale qualificato che ha fatto divertire i tanti bambini che vi hanno trascorso la serata, incontrare nei percorsi i tanti artisti di strada e gruppi musicali.

E poi rivedere via dogana e piazza mercato di nuovo piene di gente, con tutti quelli che vi operano soddisfatti di aver potuto offrire il loro specifico prodotto, tutto questo non è stata una vera e propria “rivoluzione”?

Le critiche che hanno il fine di indicarci una strada sono le benvenute e sono da noi attese, quelle gratuite le rimanderemo al mittente, ad alcune proviamo a guardarci dentro mentre qualcuna la faremo anche noi.

Il centro storico, con lo spettacolo di rievocazione ed il cantastorie Nino Racco, non ha funzionato come sperato?

Era nostro intento dare un segno, al borgo antico appartengono di diritto le manifestazioni di carattere storico, chi ha competenze in materia se ne faccia carico; invece di limitarsi alla critica tout court si affianchino alle varie associazioni, e si superi, una volta per tutte, il triste operare in disparte.

La cosa che ci rammarica è che le persone, gli spettacoli, le arti, le scene di commedia ci sono già; basterebbe che le tante compagnie partecipassero – lo ripetiamo fino alla noia- in totale autonomia, prendendo uno spazio e valorizzandolo a modo proprio.

Se proprio vogliamo inserire la culturain questo evento, e la nostra Amantea ne ha da vendere, le persone che la detengono la mettano finalmente a disposizione della città e degli ospiti.

Lo stesso discorso vale per via dogana: nessuno si è accorto che a mancare erano le realtà locali?

E’ inutile e pure vergognoso “guardarci fare” e poi bocciarci, soprattutto perché, consci dei nostri limiti, abbiamo chiesto più volte suggerimenti e consigli a chi di Amantea marinara detiene tante conoscenze e materiali senza ottenere l’onore sperato.

Non abbiamo autorizzato nessun ambulante nella via Margherita e corso Vittorio Emanuele, accomodandoli in altre aree, e scoraggiando i tanti che non erano in armonia con la notte bianca per far si che la Fiera si faccia bene ad Ottobre.

Parliamo della gastronomia: abbiamo selezionato le attività ambulanti che avrebbero partecipato, scartando quelle che a nostro avviso non possedevano le caratteristiche che cercavamo (sia dal punto di vista estetico, inponendo l’uso del colore giallo che caratterizzava l’area, che di sicurezza sanitaria).

Parliamo della gastronomia locale, dei gestori che pur invitati hanno deciso di non partecipare al contrario di alcune aziende di comuni vicini?

Nell’attesa di capire cosa vuol dire promuovere la propria attività e il proprio lavoro a persone che non si raggiungerebbero mai diversamente, e nell’attesa che cambi l’idea che investire in promozione non conviene, noi saremo costretti ad ospitare gli ambulanti; quindi, anche in questo è necessaria la collaborazione di tutti gli operatori gastronomici di Amantea.

Dicono che oltre 40.000 persone sono venute ad Amantea di questi, molti hanno dovuto mangiare qualcosa, tutti i locali erano strapieni e per avere un panino ci volevano un quarto d’ora di orologio, segno che era tutto saturo e tutti hanno lavorato a pieno regime.

Per quanto riguarda le aree che ad una certa ora rimangono scoperte da iniziative, il motivo è direttamente collegato alle risorse che si investono, sia da parte dei commercianti che degli amministratori, e comunque l’attenzione secondo noi va spostata nelle diverse aree della citta per stimolarne la visita complessiva.

Per fare un esempio piazza cappuccini ha goduto della presenza di eventi per buona parte della serata con il dispendio delle maggiori risorse da parte dell’organizzazione.

Molti immaginano che il contributo versato all’associazione serva a farsi mettere il gruppo musicale o l’artista davanti alla propria attività o a garantirsi lo spazio libero.

Niente di più sbagliato!

Il contributo, infatti, serve a metter in moto le tante attività di organizzazione promozione ed offerta che hanno il fine di far arrivare ad Amantea la mole di gente che siamo stati capaci di attrarre e per finanziare le zone di Amantea prive di attività commerciali (scalinata S. Bernardino, centro storico, mostra di Vigliaturo ecc.).

Noi crediamo che la Notte Bianca di Amantea possa diventare uno degi eventi piu importanti dell’intera regione ed Amantea annoverata tra le grandi città della Calabria che offrono grandi eventi.

Se alziamo un po il tono non vogliatecene, è per spronare alla partecipazione, perché siamo certi che donando ognuno un po’ di sé, senza “se” e senza “ma”, tutti insieme si farebbero cose grandiose, insieme!

Le persone da ringraziare sono talmente tante che sicuramente dimenticheremo qualcuno; siamo sicuri che quelli che hanno collaborato con noi (Gennaro Perri, Daniele Perricone e Francesco Perri) dell’associazione notte bianca lo hanno fatto anche per la stima personale, l’amicizia ed il rispetto reciproco che da anni coltiviamo, ovvio il dispiace di aver perso qualcuno per strada … sicuramente non per nostra volontà!

Anzi ci siamo umilmente prodigati oltre ogni normale forma di conprensione e di competenza per scongiurare forme di egoismo indifferenza e chiusura che ci hanno lasciato con l’amaro in bocca e che sarebbe stato meglio non esercitare, se si crede nel bene comune.

Davvero tante invece le persone che ci sono state vicine e che hanno collaborato fattivamente, dai tanti commercianti (non parliamo del contributo) che ci hanno aiutato a risolvere i non pochi problemi che si affrontano il giorno della festa.

Grazie di cuore: alla Proloco, con Luigi Suriano e tutti i suoi angeli; all’associazione Klampete e al suo vulcanico presidente; all’associazione giovani Amanteani con Simone Vairo e Salvatore Pulice per le coreografie; a Tiziano Grillo, che avrà fatto chissà quanti chilometri per fotografare tutta la serata; a Francesco Perna per la grafica, a Rocco Sicoli per il sito web, a Rosy Arlia e Miryam Argentino per la mostra degli artisti locali ed un caloroso ringraziamento a tutti i pittori di Amantea che gentilmente hanno concesso le tele per allestire la mostra.

Grazie a padre Francesco Celestino per aver concesso il chiostro per la mostra, a Luigi e Massimo Donato, impegnatisi per avere in città il maestro Silvio Vigliaturo, a Giuseppe Catalano per il prezioso aiuto nell’allestire l’inaugurazione della mostra, a Massimo Restuccia per l’aiuto e la vicinanza nel programmare il percorso storico, a tutti quelli che hanno creduto nel nostro progetto e ci hanno aiutato a realizzarlo ed a farlo comprendere a tutti gli altri.

Per ultimo, perchè ha dimostrato sul campo di essere un primo attore di questa Notte Bianca edizione 2014 , grazie a Giovanni Battista Morelli che veramente ci è stato vicino come meglio non avrebbe potuto, ascoltandoci ed aiutandoci a risolvere i tanti probblemi che man mano si presentavano, un sicuro punto di riferimento in qualsiasi momento.

A Monica Sabatino, che vedendoci lavorare ha creduto in noi incoraggiandoci nei momenti difficili ad andare avanti e dandoci la sicurezza che ci ha permesso di operare con la necessaria serenità. Grazie al personale degli uffici comunali, agli uomini del servizio manutenzione per il supporto e la puntuale collaborazione, a tutte le forze dell’ordine per l’ottimo lavoro svolto.

A tutti veramente a tutti grazie dal profondo del nostro cuore.

Meridionali Brava Gente di G el Tarik

Martedì, 02 Settembre 2014 18:48 Pubblicato in Economia - Ambiente - Eventi

Riceviamo , ringraziamo e pubblichiamo l’ultimo “lavoro” diGigi:

“In questi primi giorni di Settembre proverò ad occuparmi di una questione che apparentemente non interessa nessuno di voi che leggete, perché ognuno sente solo i mali propri. Ma cerco di stimolarvi a volare al di sopra dei vostri interessi immediati; e vi richiamo ad osservare un problema che, in fondo, come illustrerò in seguito, è di interesse generale. Dal Mezzogiorno si trasferiscono al Parlamento Nazionale, quasi sempre deputati ministeriali! Le vittorie, in campo di politiche sul territorio, sono sempre più rare e di breve durata. E questo spiega, secondo la mia modesta opinione, l’odio, direi quasi personale, che hanno i meridionali, ma anche tutte le persone oneste, contro i poteri smisurati del Nord. Dagli inizi degli anni 50 ad oggi abbiamo avuto molti ministri che hanno calpestato, corrotto l’Italia meridionale; ma nessuno ha così sistematicamente e cinicamente calpestato il nostro onore e la nostra dignità di “Sudisti”.  Questa spiegazione è un pochino frettolosa ma necessaria. Giudicate Voi. Nel meridione, fare opera di rinnovamento, è quasi impossibile. Le persone dovranno ben presto avvedersi che manca loro il terreno sotto i piedi, manca l’aria per respirare. Si parla di un territorio, dove la gente che lavora ( una volta si sarebbero chiamati proletari) non riesce in alcun modo ad avere una certa influenza sull’andamento politico ed economico dello stesso. I meridionali, è risaputo, non godono di buona fama. Particolarmente i Calabresi. Se si mette da parte la retorica unitaria, un po’ retrò e umiliante per i meridionali, un fatto è certo non sono molto stimati in tutto il Nord a partire da quello italiano. Questo pregiudizio becero, chiaramente non tiene conto degli ottimi professionisti che imperversano, non solo in patria ma anche all’estero: “quando noi siamo buoni”,diceva Gaetano Salvemini, “siamo buoni per davvero e sappiamo essere anche migliori” fra i migliori al mondo. Purtroppo questi, calati in un ambiente diabolico, sotto la campana “protettrice”, esterna al loro territorio di origine, a volte, intristiscono e muoiono asfissiati. Si fa sempre un grande spreco di solidarietà; ma quando la parte dell’Italia più misera, più sfinita, più povera, quella più degna di simpatia e di aiuto, chiede un atto di vera solidarietà, allora non trova che scherno e ostilità.

Negli ultimi anni, il Sud e la Calabria hanno ripreso “le valige” e questo sta sconvolgendo tutto il territorio: è tornata l’emigrazione a dissanguare e dilaniare questa parte dell’Italia. Si continua, come negli ultimi 80 anni, a parlare della “quistione” meridionale, quale era tanti anni fa; mentre l’Italia meridionale di oggi è tutt’altra cosa. Il meridionale, ancora una volta, si vede costretto a prendere suo malgrado la strada per l’estero dove cercherà e otterrà una coscienza di cittadino, che gli viene negata nel Proprio Paese. L’Italia non può più ospitare i figli poveri del suo Mezzogiorno e se ne sbarazza mandandoli via per poi ritrovarseli sugli spalti degli stadi esteri a tifare per la squadra del Paese che gli ha dato i natali e non li ha voluti. Mentre succede tutto questo, a Roma si parla della necessità di combattere, si fa per dire, ogni aumento di spese militari. Parlare di non aumentare le spese militari, ora non serve a nulla, per il semplice fatto che già sono state aumentate. I mass-media, su questi argomenti, arrivano sempre con un po’ di “ritardo”. E, anche quando si dovesse correggere qualcosa, affermando la necessità di chiedere la diminuzione delle spese militari, il problema rimarrà. Ora, con quali intenzioni Matteo Renzi, (l’uomo dei mille giorni come Anna Bolena), come prima Berlusconi, Monti e Letta, parla di riforme? Promettendo alla gente che ancora spera in un lavoro, riforme dalla possibilità pratica inesistente? Oppure parlare di riforme solo per fare proseliti, per tener caldo l’ambiente, per avere una futura piattaforma elettorale? Non vi pare, cari concittadini, che sia giunta l’ora, finalmente di agire dal basso e riprenderci un Paese che sentiamo nostro fin nei più profondi meandri del nostro animo? I politici meridionali che ci hanno rappresentato in oltre 70 anni sono qualcosa tra il servo e il mafioso. Il politico meridionale si è sempre insediato, nel Parlamento Nazionale, con l’arrogante convincimento a curare i propri interessi e quelli dei suoi “sponsors” e facendo in modo, per dirla alla De Robertis, che “tutto cambiasse perché nulla cambiasse”. E’ risaputo che per un politico meridionale sensibile, ve ne sono decine e decine forniti di peli sullo stomaco per “traghettare il Paese fuori da imbarazzanti impaludamenti”. Come molti anni fa, l’onorevole Giuseppe Pica , abruzzese, il quale racchiudeva in sé il tipico atteggiamento del politico meridionale di denigrare la “truce” bassezza” del popolo che rappresentava. Oggi ci ritroviamo i Razzi e gli Scilipoti che perpetuano quella meravigliosa tradizione. Non intelligenti ma furbi, non lungimiranti ma abili nelle emergenze (soprattutto quando si tratta di far sparire i fondi), disinteressati al bene comune ma molto attenti a restituire i favori, soprattutto quando il creditore é utile o pericoloso. Una classe politica siffatta, deve essere tornata assai utile ai poteri forti, banchieri ed imprenditori visigoti d’Italia. Il piccolo e insignificante politico meridionale a questo punto, abbandonata qualsiasi rettitudine morale, si dedica con convinzione alla pratica del potere, scendendo a compromessi sempre più bassi e, alla fine, portando beneficio solo a se stesso e ai suoi mandanti.

Se si eccettuano rare e, tutto sommato, poco efficaci eccezioni (Salvemini, Fortunato, Sturzo, Dorso e qualcun altro), lo sciagurato e amebico politico meridionale é indistruttibile e si organizza su diversi livelli: quello che arriva ai vertici della politica italiana, quello che "fa numero" nelle varie sedi della iperburocratica macchina politico-amministrativa e quello che è addetto al controllo del territorio dal basso, non raramente in tacito accordo con le fiorenti associazioni a delinquere.

Settembre 2014          Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik

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