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Redazione TirrenoNews

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Francesco Cirillo ricorda Enzo Lo Giudice.

Venerdì, 05 Settembre 2014 09:49 Pubblicato in Paola

Si è spento a Paola l’avv. Enzo Lo Giudice.

Francesco Cirillo lo ricorda ( chi altri , se no?) con una pagina forse indimenticabile e che riteniamo “giusto” diffondere perché non si dimentichi l’avvocato dagli stivali rossi!

“Conobbi Enzo Lo Giudice negli anni 70. Sapevo che era un militante combattente di “Servire il popolo” e che girava per la Calabria a difesa dei contadini occupatori delle terre e di tutti i proletari in difficoltà.

La sezione di “Servire il popolo” a Paola era fortissima e lo dimostrò quando arrivò il Ministro Fanfani in visita in Calabria alla fine degli anni 60.

Giunto a Paola, Fanfani si recò nel Comune per gli incontri istituzionali ed è fuori che la popolazione lo asserragliò.

Enzo Lo Giudice entrò nel Municipio scortato dalla polizia e dettò le loro richieste. “O mandate subito un decreto per fare le fogne e le case popolari qui a Paola  o da qui non uscite”.

Fuori c’era un popolo intero e le cose davvero si sarebbero messe male.

Il decreto arrivò nel giro di qualche ora da Roma e Fanfani potè continuare il suo giro per la Calabria.
Da quel giorno il nome di Enzo Lo Giudice, questo giovane avvocato risuonò in tutte le piazze.

Nel 1971 venne arrestato per un comizio indifesa dei contadini.

Mi incrociai con lui all’inizio degli anni 70, io dell’Autonomia proletaria calabrese, insieme ad un altro paolano combattente, Franco Malanga.

Nel ’77 Enzo partecipò alla tre giorni dell’Autonomia italiana a Bologna.

Difendeva allora i NAP e diffondeva documenti dell’organizzazione napoletana.

In una riunione di giornalisti all’università bolognese, io ed Enzo lanciammo volantini a favore dei prigionieri politici.

Avevo detto a lui di non farlo, ma lui disse che prima di essere avvocato era un comunista.

Quando gli volli regalare una mia opera, mi disse esplicitamente che avrei dovuto fare un magistrato con un pugnale in mano pieno di sangue.

Oggi quel quadro è ancora nel suo studio di Paola.

In seguito illustrai un suo libro di poesie.

Dietro suo suggerimento nel 1977 aprimmo, con Franco Malanga,  a Paola una libreria Area e cominciammo a stampare  e diffondere i libri di Enzo LoGiudice.

Enzo era un grande scrittore ed i suoi libri erano richiestissimi nell’area rivoluzionaria del tempo e venduti in tutte le librerie d’Italia che a quel tempo erano più di mille.

Nel ’77 quando venne a Diamante nella mia libreria Puntorosso la Digos circondò lo stabile e vietò alla gente di entrare. Enzo andò su tutte le furie ed uscì in strada sbraitando contro i poliziotti che vista la reazione preferirono allontanarsi.

Nell’80 quando venimmo arrestati, io Malanga ed altri quattro autonomi calabresi Enzo divenne il nostro avvocato di punta.

Ci seguì giorno per giorno per tutto l’anno e due mesi che restammo a girare per le carceri speciali.

Faceva le collette per noi e quando venne a trovare me e Malanga nel carcere di Potenza ci portò dei soldi.

Una guardia ci disse che era la prima volta che vedeva un avvocato portare soldi a un detenuto.

Fu Enzo al processo a Cosenza nel 1981 che imbeccò il Pm per farci uscire dal carcere.

Trasformare l’accusa di terrorismo in cospirazione politica, ed è così che dopo Mazzini fummo i primi ad essere condannati per questo reato. La sua arringa è stata fenomenale ed incantò tutti i presenti. Oggi lo identificano come “l’avvocato di Craxi” dimenticando tutto il suo percorso politico ed umano.

Enzo lo Giudice è stato prima di ogni cosa una persona ricca di umanità che ha messo la difesa del popolo davanti a tutto lavorando gratis per i proletari, gli operai, i disoccupati e non è una cosa da poco per quei tempi e quelli di oggi. 

Un esempio di vita”.

Francesco Cirillo

Beni di San Francesco di Paola : altri sequestri cautelativi

Venerdì, 05 Settembre 2014 08:46 Pubblicato in Paola

Non si conclude la vicenda dei beni di “San Francesco di Paola”, il santo povero che tutta la Calabria ama e venera, il santo che camminava a piedi e navigava sul mantello.

La vicenda come abbiamo scritto è seguita attentamente dagli uffici giudiziari paolani ed in particolare dal Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Paola Dott. Bruno Giordano, dal Pubblico Ministero Dott.ssa Linda Gambassi, ed insieme dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Paola Dott. Carmine De Rose.

La storia complessa dell’ammanco di milioni di euro ai danni del Santuario di San Francesco di Paola (CS) aveva già dato luogo ad una serie di sequestri cautelativi di beni tra cui 28 fabbricati, 8 terreni, 10 automezzi e disponibilità finanziarie per un totale di 17 rapporti finanziari nei confronti degli indagati tra Cosenza, Diamante, Praia a Mare, Paola, Napoli e Milano per un ammontare complessivo pari ad oltre 2.340.000 euro.

Ma gli investigatori non avevano smessi di indagare ed hanno così scoperto che due persone , già indagate e denunciate nell’ambito della stessa indagine, avevano registrato la proprietà di cinque immobili siti in Diamante, modificando i rispettivi luoghi di nascita e generando, in questo modo, due nuovi codici fiscali i quali sono risultati inesistenti.

Un espediente che ha, così, consentito di preservare i locali dalla prima azione coercitiva, ma solo per pochi mesi.

Grazie all’esperienza maturata “sul campo” ed all’incrocio di numerosi elementi, i finanzieri hanno scoperto lo stratagemma, ricostruendo l’effettiva proprietà di cinque locali, di cui due abitazioni, due magazzini e uno ad uso ufficio per un valore catastale che si aggira intorno ai 200.000 Euro.

Da qui l’ulteriore sequestro recentemente eseguito

Una vicenda ancora non chiusa e foriera di ulteriori indagini e sviluppi

La vicenda attiene ad una denuncia per calunnia formulata dall’Amministrazione del Comune di Belmonte Calabro contro il Coordinatore del Profilo Facebook denominato Concretezza.

Una denuncia sorretta da una volontà espressa dallo stesso Consiglio comunale alla unanimità.

Il consigliere Giancarlo Pellegrino interviene, però, senza entrare nel merito della vicenda ma segnalando la sua assenza da questo Consiglio comunale al quale non sarebbe stato nemmeno invitato.

E quindi chiede al Quotidiano la rettifica dell’articolo e comunque al sindaco di sapere se sia vero quanto reso dal quotidiano locale e finora, comunque, non smentito : ecco le due note!

1)Al Sig. Direttore   de Il Quotidiano della Calabria                       COSENZA

“Egregio Direttore,

sul Quotidiano della Calabria del 02.09.2014 è apparso un articolo a firma S. Alò mediante il quale si da notizia di una determinazione del Consiglio Comunale di Belmonte Calabro, nel Quale mi onoro sedere in qualità di Consigliere di Minoranza, avverso il Coordinatore del Profilo Facebook denominato Concretezza.

In particolare, detto articolo precisa che tale determinazione, che investe profili penali di responsabilità nei confronti del predetto Coordinatore, sarebbe stata assunta all’unanimità, coinvolgendo anche la mia figura istituzionale.

Nel tempo indicato nel corpo dell’articolo, lo scrivente non ha ricevuto alcuna convocazione di Consiglio Comunale recante all’OdG il punto in questione, né partecipato, a nessun titolo, a discussioni e determinazioni in merito.

Al fine di chiarire alla collettività belmontese tutta la questione sollevata dall’articolista, il sottoscritto ha inoltrato formale interrogazione urgente a risposta scritta al Sig. Sindaco del Comune di Belmonte Calabro, che allega alla presente in copia e della quale chiede contestualmente dare opportuna informazione.

Pertanto, è del tutto gratuita e destituita di ogni fondamento, la notizia, propagata a mezzo stampa, secondo la quale il Sottoscritto, nella sua veste istituzionale di Consigliere di Minoranza, abbia partecipato a discussioni, decisioni e determinazioni avverse il Coordinatore del Profilo Facebook denominato Concretezza.

Reputo superfluo evidenziare che, fondamento del buon giornalismo, e del supremo compito dell’informazione, sia la verifica ed il controllo delle notizie diffuse a mezzo stampa.

Eludere totalmente o parzialmente effettuare tale supremo compito, genera disinformazione o, peggio, informazione di parte, a scapito della veridicità dei fatti e delle azioni.

Con la preghiera di voler rettificare ad horas ed in maniera chiara ed esaustiva sulla prestigiosa testata da Ella diretta, cordialmente La saluto.

Belmonte Calabro, 04.09.2014                      Dott. Giancarlo Pellegrino

  1. Al Sig. Sindaco del comune di          Belmonte Calabro

Oggetto: interrogazione a risposta scritta ex art. 20 Regolamento Comunale - chiarimenti articolo di stampa-

Premesso che:

  • Un recente articolo comparso sul “Quotidiano della Calabria”, a firma S. Alò, reca la notizia di una determinazione del Consiglio Comunale avverso il Profilo Facebook denominato Concretezza;
  • Secondo tale articolo la determinazione, assunta all’unanimità nel corso di un Consiglio Comunale all’uopo convocato, si concretizza in una denuncia per calunnia, quindi di natura penale, nei confronti del Coordinatore del Profilo Facebook menzionato;
  • L’unanimità di intenti in seno al Consiglio Comunale coinvolge giocoforza anche l’intento del sottoscritto Consigliere- Capogruppo di Minoranza .

Tanto premesso, il sottoscritto, con la presente interroga la S.V. Ill.ma, con richiesta di risposta scritta urgente, al fine di conoscere se risponde al vero quanto contenuto ed esposto nel corpo del citato articolo a firma del Sig. S. Alò, e più in particolare:

  • Se e quando è stato convocato il Consiglio Comunale per la discussione del punto all’OdG riguardo all’assunzione di determinazione nei confronti del Coordinatore del Profilo Facebook denominato Concretezza;
  • Se e quale è stata l’ampiezza della discussione nell’ambito del Citato Consiglio;
  • Se e quali le comprovate motivazioni che hanno portato all’assunzione della giustificata decisione;
  • Le presenze dei Consiglieri Comunali convocati al citato Consiglio, le assenze, e quanto altro utile al fine di definire le posizioni assunte nell’ambito della discussione.

Ed infine, non essendo giunta al sottoscritto nessuna convocazione per il precitato Consiglio, se realmente convocato ed espletato, le ragioni e le profonde motivazioni, recondite e palesi, che hanno indotto la S.V. Ill.ma ad escludere dalle convocazioni, e quindi dalla discussione, il sottoscritto, attesa la sua particolare figura di Consigliere di Minoranza e, per suo tramite, di una consistente parte di elettorato cittadino dal medesimo rappresentato.

In attesa di cortese sollecito riscontro

Belmonte Calabro, 04.09.2014          Dott.Giancarlo Pellegrino

                                                                

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