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Ci risiamo.

Se si voleva un’altra dimostrazione che il mondo del web è pericoloso e deve essere usato con la massima cautela ecco l’ennesima riprova

Vittime due giovani paolani di 20 e 22 anni

I ragazzi entrano in un sito di incontri per “cuori solitari”.

Dall’altro lato la loro interlocutrice , una bellissima donna, di un Paese dell’Est.

La donna li invita a mostrarsi, anzi a mostrare le loro parti intime. Una prova della loro virilità.

Ed i ragazzi ci cascano e si mostrano alla webcam.

Poi le richieste di denaro . Una vera e propria estorsione con la minaccia di pubblicare su internet i filmati rendendo pubblica la loro passione per le donne dell’est.

O magari di inviare i filmati ai genitori

Un vero e proprio adescamento riuscito in pieno

Una posizione difficile quella dei due ragazzi.

La rendiamo pubblica perché siano di monito a tanti altri

Ora i due paolani vivono momenti di fortissimo disagio.

La notizia potrebbe giungere alle proprie fidanzate e gli effetti potrebbero non essere piacevoli tanto più che in fondo si tratta di una bravata peraltro virtuale.

La notizia potrebbe giungere ad amici con la conseguente mortificazioni di essere additati come i fessi di turno.

Peraltro pagare non da nessuna sicurezza. Le richieste potrebbero essere reiterate , diventare eterne.

La stessa denuncia potrebbe diventare momento di imbarazzo.

Nessuno può poi escludere che siano stati solo loro due a cadere nella trappola ordita da professionisti del ricatto.

L’unica cosa che resta da fare è quella di segnalare ai giovani la esistenza di vere e proprie associazioni a delinquere che operano nel mondo del web invitando i ragazzi a non entrare nei siti per cuori solitari e comunque a non esporsi troppo nelle chat.

Meglio il mondo reale.

Meglio non lasciarsi attrarre da donne bellissime usate solo per attrarre i gonzi di ogni età.

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La vicenda è dello scorso 14 marzo, nella piazza pubblica di Paola, veniva schiaffeggiato Orofino, mentre si trovava in compagnia dell'inviato di Servizio Pubblico, Sandro Ruotolo, intento nell'intervista all'avvocato Nicola Gaetano nell'ambito dell'inchiesta "Asp Cosenza"

Chiuse le indagini preliminari per l’aggressione del giornalista Paolo Orofino.

Il cronista de “Il Quotidiano della Calabria”, il 14 marzo scorso è stato schiaffeggiato nella pubblica piazza di Paola, nell’Alto Tirreno cosentino, mentre si trovava in compagnia del caposervizio del “Corriere della Calabria”, Pablo Petrasso, e dell’inviato di “Servizio Pubblico”, Sandro Ruotolo, che era intento a intervistare l’avv. Nicola Gaetano sull’inchiesta delle parcelle d’oro all’Asp di Cosenza.

Unica “colpa” di Orofino è stata quella di aver tentato di scattare una fotografia a corredo del suo servizio giornalistico.

La Procura della Repubblica di Paola ha notificato l’avviso di conclusione indagini contestando, a vario titolo, ai due indagati i reati di tentata violenza privata, minacce e percosse.

Uno di essi ha impedito al giornalista di scattare la fotografia, mentre l’altro lo ha colpito con uno schiaffo in faccia.

Poco dopo l’episodio Orofino ha raggiunto la Stazione dei carabinieri di Paola denunciando gli aggressori che, nel volgere di poche ore, sono stati identificati dai militari dell’Arma.

“Ho accompagnato un collega a Paola – ha detto Orofino – per la vicenda delle consulenze dell’Asp di Cosenza. Stavo scattando una fotografia ed una persona me lo ha impedito. Successivamente una seconda persona si è avvicinata e, dopo alcune parole offensive, mi ha tirato uno schiaffo in faccia”.

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La Procura di Cosenza si appresta a chiedere il rinvio a giudizio dei protagonisti dell’inchiesta sulle “consulenze d’oro” erogate dall’Asp di Cosenza.

Nei giorni scorsi, si è svolto l’interrogatorio di Maria Rita Iannini, l’ultima indagata che aveva chiesto di essere sentita dal pm Domenico Assumma.

A quest’ultimo, dunque, toccherà ora tirare le fila dell’inchiesta, chiedendo al gip l’incriminazione o meno delle persone coinvolte. L’indagine, avviata a settembre del 2013, riguarda nove persone ai quali sono contestati i reati di abuso d’ufficio, falso ideologico e truffa.

Oltre a sei dirigenti dell’Azienda sanitaria cosentina, con in testa il direttore generale Gianfranco Scarpelli – attualmente sospeso dall’incarico su disposizione del Tribunale troviamo i legali Dario e Nicola Gaetano.

Con loro, si entra nel vivo della faccenda.

Dicevamo, infatti, delle parcelle milionarie. A trarne i benefici sarebbe stato proprio Nicola Gaetano che, tra il 2009 e il 2012, avrebbe ottenuto una sfilza di incarichi di patrocinio legale per conto dell’Asp, «senza alcuna procedura di evidenza pubblica e con modalità strettamente fiduciarie», incassando qualcosa come 800mila euro.

Del resto, che vi fosse un eccesso di spese legali nei bilanci dell’Asp se n’era accorta in precedenza anche la Corte dei Conti, ma i successivi accertamenti disposti dai finanzieri, hanno consentito di stabilire, ad esempio, che solo nel 2010, l’Azienda ha conferito 119 incarichi legali spendendo 1,3 milioni di euro; l’anno successivo gli incarichi distribuiti erano 58 per 700mila euro di parcelle e, dulcis in fundo, nel 2012: 52 incarichi e 500mila euro in meno dalle casse aziendali.

L’ipotesi, dunque, è che in tale contesto, a fare la parte del leone sia stato proprio Nicola Gaetano, il cui periodo aureo si sarebbe dispiegato a cavallo tra la gestione commissariale di Franco De Rose e l’attuale direzione di Scarpelli.

E non a caso, entrambi sono ora indagati per abuso d’ufficio insieme al direttore dell’Area legale dell’Asp, Giovanni Lauricella.

Eccesso di spese legali, dunque, circostanza che, un paio d’anni fa, Scarpelli giustificò con «la carenza di personale interno».

Penuria di avvocati, insomma, al punto tale che l’Asp sarebbe stata costretta a farsi difendere da chi avvocato non lo era.

Dario Gaetano, ad esempio, già impiegato dell’Afor con la qualifica di sorvegliante idraulico che, un bel giorno, si è ritrovato a svolgere la mansione di “legale” per conto dell’Asp cosentina.

Diciotto, in tal senso, i processi da lui seguiti nel Tribunale di Paola, ma l’aver indossato la toga potrebbe costargli ora l’incriminazione per esercizio abusivo della professione, dal momento che la Procura ritiene che egli fosse sprovvisto di abilitazione alla pratica legale.

Proprio il presunto abusivismo di Gaetano, inguaia per il momento Scarpelli e la stessa Iannini, dirigente dell’Ufficio legale di Paola: nessuno dei due, infatti, si sarebbe “accorto” di aver ingaggiato un abusivo.

La vicenda in questione segna anche il coinvolgimento di Andrea Gentile, figlio del senatore Tonino, la cui posizione però è stata stralciata ed è ora oggetto di valutazione da parte della Procura di Paola.

Nel frattempo, si è sempre in attesa che il Tribunale della libertà decida se revocare o meno il provvedimento interdittivo emesso contro Scarpelli. A tal proposito, i giudici decideranno il prossimo 10 aprile


Da L’Ora della Calabria del 3.4.2014

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