
Siamo a Paola. In Via Bernardino Telesio.
Parcheggiati l’uno vicino all’altro una Fiat Panda, una Fiat Multipla e due scooter.
Un unico proprietario , T.C., 59 anni, un incensurato.
Sono le 02,30 quando la sirena dei Vigili del Fuoco squarcia il silenzio notturno e si avvia a spegnere il fuoco che avviluppa i mezzi
Un fuoco partito ,sembra, dalla Panda per muovere verso la Multipla
Un gesto grave . Un gesto che presenta i parametri del dolo vista l’ora tarda.
Si spera comunque che il fatto non rientri nella serie di intimidazioni che sono state perpetrate nella città del Santo nelle ultime settimane e preoccupanoseriamente a preoccupare l’intera cittadinanza.
Sul posto una squadra dei vigili del fuoco di Paola.
Gli scooter sono stati danneggiati, uno in maniera non grave, mentre le due automobili sono andate completamente distrutte.
Lievi danni alle abitazioni limitrofe.
La pattuglia del Commissariato di pubblica sicurezza di Paola, diretta dall’ispettore capo Antonio Montagnese, ha eseguito i primi rilievi.
Successivamente è intervenuta anche la scientifica e la squadra giudiziaria, agli ordini dell’ispettore capo Giuseppe Sciacca, per esami più specifici sui mezzi dati alle fiamme e per l’inizio dell’attività investigativa specifica, mirata all’individuazione dei responsabili del gesto.
E’ sempre lo stesso burlone a creare tensione e paura segnalando la presenza di bombe in luoghi pubblici solo per il piacere insano di immaginare e se possibile di guardare tutto il trambusto creato dalla sua telefonata.
Oggi ha telefonata, come altre volte al 117, della guardia di finanza per segnalare la presenza di una bomba nel tribunale di Paola.
E come al solito gli è andata male ed è stato subito identificato dai carabinieri di Aiello Calabro e della Compagnia di Paola che già in passato lo avevano denunciato per gesti simili.
Si tratta G.F., 30 anni, di Cleto, già noto alle forze dell'ordine, ed in cura presso il centro di igiene mentale di Amantea.
Secondo l'accusa, stamani ha telefonato alla guardia di finanza annunciando falsamente la presenza di una bomba nel tribunale di Paola.
Le operazioni di sgombero e di controllo sono iniziate subito da parte dei finanzieri ma sono state interrotte in seguito all'indagine lampo dei carabinieri.
Lo aveva già fatto a dicembre 2010.
Anche quella volta aveva segnalato la presenza di una bomba nel palazzo di Giustizia di Paola.
E sempre segnalando la bomba alla Guardia di Finanza
Il giovane è in cura al centro di Igiene mentale per la sua intensa ed estrema voglia di apparire sui giornali e si diverte generando panico tra la gente che lavora.
Lo aveva fatto anche a fine ottobre 2010 denunciando una bomba presso il cubo 28 dell’Unical.
Anche in altri casi a scoprire il giovane ed a denunciarlo i carabinieri che hanno individuato il luogo di provenienza della telefonata grazie alle specifiche apparecchiature di intercettazione
Dopo la prima udienza del 12 dicembre 2013 ecco la seconda il 28 gennaio 2014.
A presiedere la d.ssa Paola Del Giudice.
Come la prima udienza solo discussioni propedeutiche
A cominciare dall’ ipotesi dell’uso della videoconferenza per evitare i trasferimenti contestata dai legali degli imputati che al contrario ritengono indispensabile avere il contatto diretto con gli stessi.
Per seguire dalle forti osservazioni sul costo giudicato abnorme , ben 65 000 euro, per avere copia di 30 mila copie di brogliacci e 4 anni di file di intercettazioni.
Sono state comunque accettate le richieste di costituzione di parte civile da parte della regione Calabria e del comune di Scalea
Discussioni preliminari ma estremamente importanti
Diverse le eccezioni della difesa.
Ha cominciare dall’avvocato Nicola Guerrera secondo il quale le sentenze definitive possono essere acquisite solo come prova documentale, mentre le decisioni cautelari non possono essere utilizzate.
Poi la distanza tra le posizioni del PM Luberto il quale cerca di spingere sull'acceleratore del processo( si tratta, infatti,di un giudizio immediato) sostenendo il forte spirito di collaborazione: «La difesa è stata sempre messa nelle condizioni di conoscere la documentazione».
E quella dell’avvocato Adamo che chiedendo maggiore riflessione sostenendo che : «Ci sono esigenze di speditezza, ma anche di verità».
Si è discusso pertanto sulla necessità di capire la rilevanza delle prove.
Ricordiamo che il processo vede 29 imputati sui 41 in totale
Ben 400 i testimoni e sedici collaboratori di giustizia.
Durante l'udienza il giudice ha reso noto il calendario dei prossimi appuntamenti. Si tornerà in aula il prossimo 17 febbraio.