
Riccardo Clemente
Collaboratore dal 2009, da tempo ormai realizza insieme alla redazione articoli su Amantea, ma di fondamentale importanza è il ruolo di "informatore".
Splendidamente, infatti, raccoglie informazioni preziose su vicende locali ed in numerose occasioni ha permesso la realizzazione di veri e propri scoop di cronaca locale realizzati dallo Staff del portale TirrenoNews.Info
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Roma e prestiti. Perché l’ economia dei romani funziona a debito
Sabato, 13 Agosto 2016 17:46 Pubblicato in MondoRoma e prestiti. Un rapporto sempre più stretto per una città, che più delle altre sta soffrendo la crisi economica. Certo, anche nel resto d' Italia ma Roma ha delle caratteristiche economiche tutte sue. Delle specifiche che disegnano una città in ripresa, ma che ancora basa il proprio rilancio famigliare sul prestito. E ancora una volta, l' unico stato sociale che funziona, sembra essere rappresentato da mamma e papà.
L' economia della Città Eterna è sempre stata legata ad un fattore non ordinario: la presenza, enorme, di lavoratori e dipendenti pubblici. Ci sono quelli diretti, dei vari organismi che regolano, da una parte la vita della città, dall' altra quelli nazionali, come ministeri ma anche agenzie, organismi consultivi, dicasteri. Insomma, chi più ne ha più ne metta. E la semplificazione, se si fa un giro per la città eterna, dal centro alle periferie, non sembra proprio esserci stata. Macché! Ci sono praticamente più uffici pubblici che bar e - ai circa 30 mila dipendenti del Comune di Roma si aggiungono le migliaia di dipendenti della Regione Lazio e della Provincia di Roma. Eh sì, perché secondo voi l' hanno eliminata? No, per niente. Nemmeno è dimagrita più di tanto visto che a saltare sono stati solamente i consiglieri eletti. I veri costi sono rimasti lì.
Per questo a Roma, secondo economisti e altre fonti autorevoli, l' economia è praticamente retta da questo mega apparato pubblico. Se lo si sfoltisse anche solo un po', l' intera Capitale potrebbe crollare diventando una gigantesca povera città di disoccupati. Perché anche qui la disoccupazione si fa sentire e tanto ma il contributo della fascia adulta, a favore di quella più giovane, è forte. Insomma, papà dipendente di Roma Capitale aiuta e sostiene il figlio - nemmeno troppo choosy - che a 35 anni ancora non ha un lavoro stabile o un contratto degno di definirsi tale. Lo si aiuta con lo stipendio o al sempre più utilizzato prestito di cessione del quinto dipendenti pubblici, che a Roma viene erogato come non ci fosse un domani. Una bella comodità perché le banche i dipendenti del settore pubblicano, li amano. Tutti. Senza distinzioni. E sono il loro bacino di utenza preferito nell' erogazione di prestiti.
Ai dipendenti pubblici, non vengono richieste garanzie. Nemmeno prove di spesa o dettagliati progetti. Basta lo stipendio, quello prezioso perché arriva diretto dal Comune o dal Ministero. E nella catena alimentare - finanziaria dei prestiti e dei contratti a tempo indeterminato - quello del dipendente pubblico è nella cima più alta. Solitario. Solido. E sicuro. Almeno fino a quando non ci renderemo conto che questo continuo ed esponenziale indebitamento ci sarà sfuggito troppo di mano. E allora saranno cavoli.
Etichettato sotto
Anche in Calabria cresce la compravendita di auto sul web
Mercoledì, 10 Agosto 2016 12:12 Pubblicato in CalabriaUna moda nata partendo da due contingenze piuttosto evidenti: la crisi del mercato automobilistico e il contemporaneo boom della rete.
Un mix letale che ha causato il cambiamento nelle abitudini degli utenti sul mercato.
Oggi chiunque voglia acquistare un’auto usata o vendere la propria si rivolge al web. Quantomeno come primo passaggio. In rete ci sono migliaia di portali che si occupano di questo e gli utenti sembrerebbero aver apprezzato.
Un aspetto interessante sempre in relazione a come siano mutate le abitudini degli utenti è dato dalla diffusione, soprattutto degli ultimi mesi, di un fenomeno che sempre in rete ha trovato il proprio habitat naturale.
I compro auto usate.
Aziende che offrono al cliente la possibilità di annullare i lunghi tempi solitamente necessari per portare a termine una compravendita. Il loro concetto è semplice e diretto: tu porti l’auto qui; noi la valutiamo e ti facciamo un’offerta immediata. Se accetti, ti paghiamo immediatamente e si portano a termine le pratiche burocratiche per il passaggio.
Secco e diretto. Anche per questo moltissimi utenti scelgono queste realtà per vendere la propria vettura. Ormai aziende di questo tipo di sono in tutta Italia.
È possibile trovare compro auto usate in Calabria così come in tutto il resto del paese.
La forza di queste nuove realtà è proprio quella di evitare all’utente che vuole vendere la propria vettura attese infinite; spesso ci si perde nell’inserimento di annunci vari su portali di settore. Si aspetta che qualcuno interessato ci contatti. Si mettono da parte appuntamenti su appuntamenti senza, magari, arrivare a niente di concreto.
I compro auto azzerano tutto questo: in pochi minuti una compravendita può andare a buon fine e il cliente può uscire dalla sede della azienda con in mano la cifra pattuita.
Che potrebbe essere inferiore alle aspettative, attenzione. È questo lo scotto da pagare per vendere una vettura in tempo reale.
Aspetto importante da valutare è quello legato alla sicurezza: dato che come ovvio, in molti hanno fiutato il business, questi centri stanno proliferando. Il consiglio è di valutare attentamente a chi affidarsi e scegliere intermediari che offrano forme di pagamento sicure. Soprattutto contanti e assegni circolari.
Etichettato sotto
Scontro alla Camera: rimandata la Legalizzazione della cannabis.
Sabato, 06 Agosto 2016 07:53 Pubblicato in ItaliaÈ bagarre in Parlamento sulla questione legalizzazione della cannabis: si dovrà ora attendere dopo l’estate per vedere attuato il ddl.
Un dibattito che ha preso il via tra divisioni e schieramenti opposti, come era prevedibile; divergenze che hanno rimandato l’approvazione del ddl sulla legalizzazione della cannabis a settembre.
Sul tavolo sono stati presenti circa 2mila emendamenti a carattere soppressivo, ovvero che vanno a richiedere eliminazione di disposizioni presenti nella legge.
La discussione ha visto comunque il sostegno alla legge da parte di 221 deputati; un buon numero. Un record per la verità, dato che mai il Parlamento era arrivato, sul tema cannabis legale, a raggiungere un così largo consenso.
Tuttavia, per essere approvato con maggioranza assoluta è necessario raggiungere il numero di 315 deputati favorevoli; cifra che sembra ancora lontana e che annovera ad oggi l’adesione di molti deputati del Movimento 5 Stelle, Pd (diviso sul tema), Sinistra Italiana, Gruppo Misto e Scelta Civica.
Di matrice opposta le votazioni del centrodestra, in particolare Forza Italia (che si è detta decisamente contraria alla proposta di legge) e Area Popolare.
Il ddl tornerà quindi ora in commissione, con il risultato evidente che entro l’estate non potrà essere approvato; se ne riparlerà da settembre, con la speranza di trovare la quadratura del cerchio.
I promotori della legge, su tutti Benedetto Della Vedova, si sono detti comunque ottimisti e certi che a settembre il testo verrà approvato, andando a introdurre una vera rivoluzione; sarà infatti possibile, entro certi paletti contenuti nella normativa, la coltivazione personale di cannabis tramite semi come quelli femminizzati, e l’utilizzo della sostanza anche al di fuori della finalità medica. Quindi per utilizzo ricreativo. Se ne è parlato per tanti mesi d’altra parte, ed ora si è arrivati alla battaglia finale: la proposta ha trovato tante adesioni in Parlamento, dove è nato da tempo un movimento trasversale che unisce parlamentari di vari schieramenti favorevoli a tale provvedimento. Tra questi, come avevamo raccontato, anche due deputati calabresi, Enzo Bossio e Nico Stumpo.
E riscontri si sono avuti anche al di fuori del mondo politico: basti pensare agli appello di Umberto Veronesi o Roberto Saviano, personalità di spicco che hanno sposato la causa della liberalizzazione, anche in considerazione di quanto questa possa avere un impatto positivo sull’economia del nostro paese e sul contrasto alla criminalità organizzata. Non solo una questione di modernizzazione quindi, ma anche prettamente utilitaristica.