La musica non deve essere acuta, dirompente; stonerebbe, andrebbe oltre le righe, creerebbe allarme sociale. No ! La musica fuori misura porterebbe a chiedersi il perchè di questa diversità, porterebbe a pensare che forse il pezzo non è adatto al contesto ed ai paganti, che forse il direttore dell’orchestra non è nelle corde, che forse la stessa orchestra non ha provato il pezzo come si deve. E tutti andrebbero via dal teatro interrogandosi. Pensando. E poi che nottata passerebbero?
E questo vale anche per le parole.
Non si possono usare parole forti. E tantomeno parole oltre le righe, fuori luogo, allarmanti. Parole che lascino pensare, anzi inducano a pensare. Financo a supporre che la verità non sia quella conosciuta, quella diffusa ed offerta in modo edulcorato.
Deve avere pensato così chi ha disposto di eliminare le parole incisive e forti di Aurelio Chizzoniti dal comunicato stampa.
Parliamo dell'ultima riunione della commissione antindrangheta. La commissione che ha approvato il “Piano di lavoro 2013”, illustrato dal presidente, Salvatore Magarò. La commissione che ha votato un ordine del giorno per l'abolizione delle banconote da 500 euro e pensa già alle prossime audizioni. E a «varare una legge organica attuale ed efficace, che raccolga la normativa in vigore e dia contemporaneità e facilità di consultazione ai testi, per rendere più forte il sistema di contrasto alla 'ndrangheta.
Una commissione che sarebbe caduta subito nell’inedia dell’ombra se non fosse stato per le parole
di Aurelio Chizzoniti, consigliere regionale di “Insieme per la Calabria”.
“Eccole: «La criminalità non va esclusivamente circoscritta agli eventi eccessivamente cruenti e violenti, come le terribili devastazioni provocate dall’uso del tritolo».
Ci sono «azioni a tratti più raffinate che non abbisognano di dimostrazioni violente».
Passa, poi, Chizzoniti, alle «questioni fosche registrate anche negli apparati istituzionali addetti alla repressione della stessa criminalità. È bene non sottovalutare, in proposito, quanto spesso accade anche all'interno di alcuni uffici giudiziari, testimoniando rischi di condizionamento o di depistaggio della stessa attività inquirente».
Interventi oscuri, manine pronte a nascondere carte, ombre inquietanti.
Un intervento sul quale Mario Maiolo (Pd) esprime apprezzamento e «invita tutti i componenti a riflettere».
Parole, insomma, che non sono passate inosservate. Un particolare che non può sfuggire a chi abbia visto il resoconto sommario della seduta, pubblico e scaricabile dal web.
Dal comunicato stampa finale, invece, la dichiarazione fragorosa di Chizzoniti è stata tagliata. E il consigliere di “Insieme per la Calabria” – notoriamente uno che non le manda a dire – si è rivolto all'ufficio stampa del consiglio regionale per chiedere lumi sulla mancata citazione.
All'avvocato reggino sarebbe stato risposto che nella prima versione della nota, il passaggio sul suo intervento c'era, ma poi era stato eliminato, probabilmente su richiesta del presidente della commissione Magarò.
Meglio le atmosfere ovattate alle parole forti. Meglio le targhe. Quelle non danno fastidio a nessuno.”