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Truffe: fatture rimborsate due volte da Asp, sequestro da 4 milioni di euro

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Sono 13 le persone coinvolte a vario titolo nell’operazione “Salus 2” nel cui ambito, stamane, militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, hanno eseguito un sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili, per un valore complessivo di 4.020.225, 75 euro,

disposto dal Tribunale della città calabrese dello Stretto nei confronti del rappresentante legale di una clinica privata di Siderno (Rc), denunciato per falso ideologico e truffa aggravata ai danni dello Stato.

Falsità ideologica aggravata commessa dal privato in atto pubblico, truffa aggravata ai danni dello Stato, errore determinato dall’altrui inganno, concorso di persone nel reato, fal​sità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici alcuni dei capi d’imputazione contestati.

Il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria avrebbe accertato una duplicazione di pagamenti, per oltre 4 milioni di euro, corrisposti dall’Azienda Sanitaria Provinciale reggina a favore dello studio radiologico privato.

Le indagini si sono concentrate su un accordo transattivo concluso nel 2015 tra l’azienda sanitaria ed il privato, con il quale è stato disposto il pagamento, a favore di quest’ultimo, della somma di 7.974.219,16 euro (di cui 5.822.024,33 per sorte capitale, 2.054.056,57 per interessi di mora, 98.138,26 per spese legali, contributi unificati e spese di registrazione) per crediti pregressi.

A fronte di tale credito sarebbero state esibite dal privato numerose fatture per ciascuna delle quali i militari hanno effettuato i dovuti riscontri accertando che parte del credito attestato nell’atto transattivo del 2015 in realtà era già in precedenza stato ceduto a società di factoring mediante 31 contratti (tra atti pubblici e scritture private) siglati nel periodo 2005/2015; reclamato con numerosi decreti ingiuntivi presentati contro l’ASP reggina dalla clinica privata dinnanzi al Tribunale di Reggio Calabria a partire dal 2004, ed era stato fatto oggetto di diverse sentenze di condanna al pagamento emesse tra il 2013 e il 2014 dalla stessa Autorità Giudiziaria.

Al termine di oltre due anni di dettagliati accertamenti contabili, i finanzieri hanno accertato il doppio pagamento effettuato dall’ente sanitario a favore della società, delle stesse fatture già liquidate in precedenza, per un ammontare complessivamente pari a circa 4 milioni di euro, di cui quasi 3 milioni di euro di sorte capitale, cui si aggiunge un ulteriore milione di euro a titolo di interessi.

Crediti che, sebbene già estinti in quanto riscossi nel corso del tempo (tramite il meccanismo della cessione a diverse società di “factoring” o la riscossione mediante procedure esecutive) sono stati, viceversa, utilizzati di nuovo dallo studio radiologico per ottenerne, per la seconda volta, il relativo pagamento.

La truffa è stata posta in essere, tra l’altro, mediante una serie di false dichiarazioni prodotte dal rappresentante legale dello studio privato all’atto della stipula, alla fine di febbraio 2015, della transazione da otto milioni di euro, attestando di non aver mai ricevuto le somme, neanche parzialmente, portate dai procedimenti oggetto di transazione e dichiarando che le stesse, inoltre, non erano mai state oggetto né di cessioni di credito né di assegnazione presso istituti di credito.

Tutto ciò, secondo gli inquirenti, in assenza dei dovuti controlli e riscontri contabili aziendali da parte dell’Ente pubblico.

Tra gli indagati figurano anche il referente dell’Advisor contabile (società incaricata dal 2009 della ricognizione dei debiti pregressi del comparto sanitario calabrese), i funzionari dell’Asp componenti del gruppo di lavoro appositamente costituito per la gestione dei ritardi nei pagamenti dei debiti dell’Asp fino al 2012, nonché i responsabili pro tempore dei competenti Uffici dell’azienda sanitaria che avrebbero omesso di esercitare i controlli di competenza degli uffici acui erano preposti e di rilevare che le somme oggetto della suddetta transazione erano in realtà già state incassate in precedenza all’esito di procedure esecutive definitive.

Avrebbero anche posto in essere atti diretti, inducendo in errore l’allora direttore generale dell’Asp circa la fondatezza del credito vantato dall’istituto privato, a commettere il reato di truffa.

Il Gip del Tribunale di Reggio Calabria ha quindi disposto il sequestro preventivo, in via diretta o per equivalente, della somma complessiva pari all’ingiusto profitto conseguito in seguito alla truffa.

Nel giugno del 2018, gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, sempre coordinati dalla locale Procura della Repubblica, avevano eseguito un’ ordinanza su richiesta di applicazione di misura cautelare personale nei confronti di 7 persone e un sequestro preventivo di beni per circa 12 milioni di euro in relazione alle condotte di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, all’autoriciclaggio ed all’omesso versamento di ritenute contestate ai responsabili, a vario titolo, del dissesto della casa di cura Villa Aurora, nota clinica reggina.

Anche in quell’occasione erano stati approfonditi i rapporti commerciali tra la società privata e l’Asp di Reggio Calabria, accertando l’avvenuto doppio pagamento da parte dell’ente pubblico, per 6 milioni di euro, di crediti vantati dalla clinica.

Redazione TirrenoNews

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