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Riccardo Clemente

Collaboratore dal 2009, da tempo ormai realizza insieme alla redazione articoli su Amantea, ma di fondamentale importanza è il ruolo di "informatore".
Splendidamente, infatti, raccoglie informazioni preziose su vicende locali ed in numerose  occasioni ha permesso la realizzazione di veri e propri scoop di cronaca locale realizzati dallo Staff del portale TirrenoNews.Info

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liscottiCol compostaggio ognuno crea il concime è fai da te. Ovviamente, bisogna effettuare una corretta raccolta differenziata.

 

In tale contesto, si può dimezzare la raccolta dell’umido in ambito comunale, spendere meno per la tassa sui rifiuti e naturalmente, concimare orti e giardini a costo zero. Si tratta del c.d. compostaggio domestico, che consente di evitare che finisca nella pattumiera, fondi di caffè scarti di frutta e verdura trasformandoli in concime. Fare compostaggio in casa, in pratica, significa occuparsi di una piccola fabbrica biologica dove operano insetti, batteri e funghi che  – attraverso un processo laborioso trasformano le sostanze organiche in sali minerali, acqua e anidride carbonica, che sono tutti elementi utili per fertilizzare il terreno in modo naturale.

In tal caso, in alcuni Comuni, sono applicati una serie di sconti fiscali, si  paga meno TARI (tassa sui rifiuti) in media, la riduzione può oscillare del 10%, al 40%  (vedasi Bologna – Napoli – Roma) ed in più, alcune amministrazioni forniscono anche il composter o ne rimborsano l’acquisto e il diritto allo sconto si applica dal trimestre successivo alla data di presentazione della domanda ed il referente per tali procedure è l’Ufficio ecologia del Comune o, in alternativa, il consorzio e/o società che nella zona gestisce la raccolta e il riciclo dei rifiuti. Per il riconoscimento dell’agevolazione è necessario essere in regola con i pagamenti degli anni precedenti.

Nella compostiera non va tutto l’umido, ma una parte di esso: SI a scarti di frutta e verdura, bucce di agrumi non trattati, fiori recisi, filtri del tè, fondi di caffè, gusci d’uovo, fazzoletti, tovaglioli, foglie secche e ramoscelli, quest’ultimi naturalmente fatti a pezzetti;  NO avanzi di carne, pesce, salumi e formaggi, evitando plastica, pannolini, lattine, oggetti non biodegradabili o sintetici e la carta colorata dei settimanali.

Il primo compost avviene dopo circa due mesi e per realizzarlo, basta controllare periodicamente l’umidità dell’apposito bidone (ha particolari caratteristiche) che, se eccessiva, fa marcire i rifiuti (se succede fa cattivo odore). Per evitare il problema basta alternare uno strato di umido a tre di rifiuti secchi, aggiungere carta, coprire il terriccio e, due volte a settimana, mescolare tutto per far circolare l’aria. Per avere un compost più maturo, che ha un colore scuro e un forte profumo di bosco, occorrono almeno otto mesi. Una volta che tale terriccio è pronto si preleva e quello fresco va aggiunto alle aiuole e, nei cambi di stagione, alla base degli alberi, mescolandolo al terreno, mentre quello più maturo si sparge sul terreno subito dopo la semina oppure, mescolato con torba o terra, si usa per i vasi dei fiori da interno e da esterno.

Orbene, visto che anche nella nostra città di Amantea è imminente “la partenza della raccolta differenziata, perché già subito dal mese di Febbraio, l’Ente Comunale, non pensa di incentivare gli abitanti in tale raccolta (più particolareggiata) e non solo per l’umido, tanto che raccogliendo l’umido per il compost, potrebbe realizzare una sorta di “azienda” (magari adeguando le vecchie vasche del depuratore di Acquicella e Campora) fornendo qualche posto di lavoro, risparmiando ancor di più sul conferimento in discarica, oltre a fornire il compost in parte gratuitamente agli agricoltori locali o rivendendolo ad aziende del settore. Anzi potrebbe ricevere il compost anche dalla raccolta dei paesi vicinori.

Amantea 08.05.2015    Cav. Giovanni LISCOTTI

monica sabatino sindaco amantea 2014A quanto pare Luciano Cappelli ha subìto la stessa perdita dell’Orlando dell’Ariosto, probabilmente i soldi danno alla testa.

 

Ma ringrazio l’ex assessore perché mi dà la possibilità di spiegare i motivi che hanno rallentato l’acquisto delle suppellettili necessarie all’apertura delle attività didattiche presso l’asilo nido di Campora San Giovanni e motivare la mancata acquisizione dell’area attualmente occupata dai ruderi del castello di Amantea.

Innanzitutto non mi sembra il caso di acquistare i giochi da posizionare all’esterno in pieno inverno per sottoporli alle intemperie, ma capisco che questa sensibilità non appartiene a tutti.

Vorrei inoltre ricordare che in passato ho cercato la disponibilità dei miei ex colleghi di giunta per acquistare, con una percentuale della somma riconosciutaci come risarcimento dalla sentenza di reintegro del civico consesso emessa dal Consiglio di Stato, il castello di Amantea per donarlo alla città che più di tutti ha subìto l’onta di quell’evento. Purtroppo la mia proposta non ha ricevuto consensi.

Vorrei definitivamente chiarire la questione dei contratti e dei relativi diritti di segreteria, invitando Luciano Cappelli e tutti coloro i quali si divertono a gettare fango di controllare la determina numero 1957 nell’archivio del 2013 pubblicata sul sito del comune di Amantea.

Il documento in questione definisce con esattezza gli importi e la suddivisione delle quote. Sottolineo ulteriormente l’incompetenza di chi ha amministrato il nostro comune per quasi otto anni che non sa che se ci fossero stati 70 mila euro di diritti di segreteria il comune avrebbe dovuto stipulare contratti per 70 milioni di euro. Le spiegazioni sono due: o è ignorante in materia o è in malafede.

Monica Sabatino – sindaco di Amantea

L’alba del nuovo giorno Gigino Pellegrini.

Mercoledì, 07 Gennaio 2015 11:40 Pubblicato in Primo Piano

gigginoQuesta mattina, la Befana mi ha portato un messaggio da Reggio Calabria.

A scrivermi, un mio carissimo amico: Nino Pellicanò. Diceva: “….bisogna inventare una nuova democrazia o almeno provarci….”. Sottraendo del tempo alle foto, mi sono seduto davanti al PC. Quello che segue è ciò che ho risposto all’amico Reggino   e voglio condividere con  tutti Voi.

Compito della filosofia popolare è trarre dalla storia concreta del nostro popolo i principii e le correnti delle specifiche minoranze etniche che da sempre hanno vissuto in questa terra mediterranea. Così non solo si scopre un’importante sorgente di rinnovamento, ma si riconosce anche il carattere storico di certe debolezze tipiche, si scorge come esse siano prodotte dallo sviluppo economico, politico, culturale della storia nazionale. Bisogna dire a noi stessi, innanzitutto, che tutto ciò ha pur sempre a che fare col movimento operaio, i poveri e gli sfruttati tutti. Personalità significative come Lafargue, Labriola o Plechanov, in passato hanno messo a nudo, portandole allo scoperto le virtù e le debolezze dei movimenti operai nazionali. Penso che proprio in queste figure rappresentative si possono cogliere con estrema evidenza le virtù e le debolezze nazionali di un movimento operaio. Per un verso la soluzione di questa problematica nuova e complessa esige un’analisi straordinariamente approfondita e concreta, basata sulla conoscenza più rigorosa di un enorme quantità di fattori. Senza perdere di vista la necessità non meno importante di una popolarizzazione rapida e variegata. In questo senza commettere gli errori del passato da una parte l’intellettualismo staccato dalla vita concreta e reale, dall’altra la volgarizzazione. I grandi pensatori recenti hanno sempre affrontato e risolto dialetticamente questo problema. Come loro anche noi troveremo la giusta via. Senza generalizzare i problemi a spese dell’analisi concreta dei fatti. Si troverà una soluzione possibile solo se ci ricordiamo di essere oggi in una diversa situazione, mentre una via nuova si deve aprire ora verso un futuro che annulli e seppellisca la liberal-democrazia con la sua via democratica al potere. La lotta per la libertà di tutti noi è come il parto. Doloroso, a volte “tortuoso” ma necessario per il rinnovo della specie.

Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik

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