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D) Segretario, in questi mesi, in almeno tre documenti indirizzati al l’amministrazione comunale, lei e il suo gruppo dirigente avete indicato alcune linee guide e priorità.

Qual è lo stato dell’arte?

 

R)Alcune settimane fa abbiamo individuato quattro priorità che sono state oggetto di discussione con gli amministratori e rispetto alle quali il Sindaco ha preso degli impegni.

I Governi sono soliti fare il punto su ciò che si è fatto dopo la scadenza simbolica dei primi cento giorni. Il nostro documento è stato oggetto di confronto a fine maggio, la fine della stagione estiva rappresenterà i nostri simbolici cento giorni. Ad oggi rilevo che nulla ancora è stato fatto rispetto a quanto segnalato.

 

D) Proviamo a dare un giudizio sull’azione di governo fin qui svolta dall’amministrazione Sabatino?

R)Guardi, nell’assemblea degli iscritti dello scorso 12 aprile ho parlato senza giri di parole di uno scollamento tra la città e l’amministrazione. In quella sede abbiamo avanzato delle proposte auspicando, nell’interesse della città e dei cittadini, un cambio di passo. Se desidera una risposta più diretta, la mia convinzione è che i giudizi si danno a fine mandato, ma di certo si percepisce una insoddisfazione.

 

D) La sua segreteria, tuttavia, ha anche il compito di guardare con occhio attento al governo della città. Un’attività che diventa ancora più delicata, considerato che subito dopo le elezioni tutti gli altri membri dell’esecutivo, al netto di quelli che lo erano già, si sono iscritti al Partito Democratico. E’ così o no?

R)Certo. A prescindere dalle appartenenze, un Partito che vuole essere tale ha il dovere di offrire delle proposte agli amministratori e non ridurre il proprio ruolo alla critica.

Voglio essere chiaro: facciamo i conti con una situazione molto complessa. Il Partito Democratico non ha partecipato alle ultime elezioni. E’ il motivo per cui più volte ho ripetuto che non c’è il PD alla guida del paese, bensì una lista civica che ha il diritto-dovere di governare.

Ritengo, però, che la dialettica necessaria tra il Partito e l’amministrazione spesso abbia confuso gli stessi cittadini. Nei mesi scorsi ho sentito parlare di rottura (e mancata rottura) tra il Partito Democratico e l’Amministrazione. Ma, spero converrà con me, è difficile rompere qualcosa che non è stato unito.

Il Partito Democratico non risparmierà critiche laddove sarà necessario, come d’altronde è successo in passato, ed allo stesso tempo non rinuncerà a proporre soluzioni alle sofferenze della gente e ad offrire la sua visione della città.

 

D) Nello specifico delle questioni: sulla vicenda tributi e Tari in particolare, cosa non ha funzionato e cosa si dovrebbe fare a suo avviso per evitare altri “incidenti”?

R)La Tari, visti i precedenti, sembra un pò il tallone di Achille di questa amministrazione. Ci si è cullati rispetto alla speranza di una sanatoria, poi non avvenuta? Leggerezza? Superficialità? Fatto sta che oggi, l’unica cosa sensata da fare è minimizzare i disagi per i cittadini e non caricare sul bilancio del Comune altre spese. Bisogna prestare maggiore attenzione quando si fa un atto amministrativo. Soprattutto quando le conseguenze ricadono sui cittadini.

 

D) E su quella dei mutui bocciati da Cassa Depositi e Prestiti che idea si è fatta, anche in riferimento al loro utilizzo?

R)Ho ascoltato le ragioni di chi ha controdedotto. Ma rimango del parere che la principale preoccupazione riguardi la complessiva capacità dell’ente di indebitarsi, e dunque di fare investimenti. Che ad una città che vuole crescere servono come il pane.

In quelle richieste c’era una parte delle risorse, perché ritengo vadano aumentate, per il progetto organico del lungomare. Opera che noi riteniamo prioritaria.

 

D) Poi c’è la vicenda del Poliambulatorio, per la quale lei e il suo partito siete impegnati in prima linea assieme alla Rete. Si è aperto un percorso che sembrava virtuoso ma ora la percezione è che da un certo dinamismo nel procedere si è passati al fermo macchine.

R) Il Dipartimento tutela della Salute ha già assunto il formale e pubblico impegno ad inserire l’evoluzione del Poliambulatorio della città in Casa della Salute nel documento di programmazione regionale. E questo è un dato. Tant’è che nella prossima riunione del tavolo tecnico si dovrà parlare non più di un risultato già acquisito, bensì delle risorse aggiuntive per il completamento del Poliambulatorio.

Ad ogni modo, come immagino si sia capito, il diritto alle cure è materia che ci sta molto a cuore. Continueremo a monitorare ed a vigilare. L’evitato depotenziamento della radiologia ritengo sia la vittoria di una battaglia di civiltà che ha fatto il Partito Democratico. E le anticipo che a breve formuleremo alcune proposte per migliorare ulteriormente i servizi poliambulatoriali.

Nessun fermo macchine.

 

D) Il PD è in buona sostanza l’unico partito organizzato di Amantea, considerato che il M5S non è strutturato come tale ma come movimento. Ma i partiti di matrice ideologica hanno ancora un senso e soprattutto qual è il loro compito, nei comuni in particolare?

R) I Partiti sono lo strumento della democrazia. Ed hanno bisogno della democrazia per non divenire preda di oligarchie. Oggi i nostri riferimenti ideali e valoriali sono quelli della Costituzione della Repubblica, quelli della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea, quelli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Qual è il loro compito nei comuni? Fungere da filtro tra le ansie, i problemi, le sofferenze della popolazione e le istituzioni. Senza rinunciare a governare i processi, ad avere un ruolo di guida, ad offrire una visione per costruire benessere: è per questo motivo che sono prioritari il diritto alle cure, la legalità e la sicurezza e l’apertura di una riflessione sul grande comune di “Nuova Temesa”.

Questo è quello che noi stiamo cercando di fare, questa è la traccia che vogliamo sviluppare e la trama che vogliamo mettere a disposizione della città e del Comprensorio.

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Il Giudice di pace di Paola ha emesso recente mente una sentenza con la quale ha condannato il comune di Amantea al pagamento di 80 euro per compensi legali e 43 euro per spese, oltre, ovviamente, accessori di legge.

 

Probabilmente è la prima sentenza del genere.

Ne ha dato notizia Luigi Rubino Presidente dell’associazione L’Incontro.

A difendere la signora contravvenzionata due avvocati di Paola ed Amantea

 

La ricorrente ha dedotto, a sostegno della opposizione, la mancanza di aree di parcheggio libero, contestualmente a quelle di parcheggio a pagamento nella zona relativa all’accertamento; la violazione dell’art 7/6 ed 8 del CdS; ed altro.

Il Giudice di Pace di Paola ha ricordato , innanzi tutto, che in materia di opposizione a provvedimento amministrativo ex legge n 689/81, la pubblica amministrazione deve dimostrare la sussistenza dei presupposti di fatto e di diritto per l’applicazione della sanzione ( Cassazione sezioni unite n 3271/90)

Non solo ma il giudice ha evidenziato che il comune non ha provato la legittimità del verbale impugnato; in particolare non ha fornito idonea prova dell’esistenza di area lasciata al parcheggio libero così come richiesto dalla legge nella zona della contestazione.

Infine ha ricordato il GdP che sempre la cassazione a sezioni unite con sentenza n 116/2007 ha dichiarato che la non legittimità dei provvedimenti amministrativi istitutivi delle zone di parcheggio a pagamento per non aver rispettato l’obbligo imposto dall’art 7, comma 8 del Cds rende illegittima la sanzione amministrativa irrogata per la mancata esposizione del tagliando di pagamento per la sosta all’interno della strisce blu.

 

La sentenza reiterabile farebbe venire meno il servizio delle strisce blu.

E’ quindi probabile che il comune ricorrerà avverso la sentenza del Giudice di Pace per evitare di chiudere il servizio di parcheggio a pagamento.

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amantea-3Oh, mia patria sì bella e perduta! Oh, membranza sì cara e fatal! Arpa d'or dei fatidici vati, perché muta dal salice pendi?

Con tutti i rigurgiti emotivi possibili verso il proprio paese, lo sciorinamento del proprio amore per lo stesso; il mio cuore ha la stessa origine genetica di quello di Egidio, di Franco, di Giugiù, di Manfredo e di Orfeo. I nostri cuori sono gemelli monozigoti, derivano da una stessa cellula. Tuttavia, questo paese è un pozzo di putridume e di sangue che sembra davvero senza fondo, e più si scava, più sono le atrocità intollerabili che vengono alla luce. Ciò che questo scritto, ancora una volta, vuole sottolineare è il ridicolo e il disprezzo che ci tiriamo addosso a livello nazionale. Queste righe non seguiranno l’onda anomala della retorica istituzionale sulla Calabria, evidenziando il vastissimo campionario di banalità cui ispirarci: dalla “Calabria più bella delle Hawaii”, alla “Calabria, Mediterraneo da scoprire” una delle tante stupide e fuorvianti campagne pubblicitarie dell’amministrazione regionale. Tentativo fallimentare , quello della Regione Calabria, di screditare “Calabria Mediterraneo da coprire”, corredata da una serie infinita di scempi ambientali. Una iniziativa che fece gridare all’orrore ed al tradimento da parte di quegli stessi politici le cui “opere” costituivano e continuano a costituire il più perfetto tradimento ed il più sfrontato scandalo che fossero mai stati perpetrati ai danni della Calabria. Tutti noi calabresi siamo al corrente che la nostra regione è una delle regioni più disastrate della vecchia Europa, paragonabile, per caos urbanistico, per disordine sociale, per la negazione della bellezza e per il gusto dell’orrido, solo a qualche paese del terzo mondo o quarto mondo; dove però c’è l’attenuante della mancanza di una qualsiasi forma di convivenza sociale e della povertà (quella vera, non quella, altrettanto retoricamente, sbandierata dai nostri politici buontemponi). Altrettanto, bisogna gridare ai sette venti e ad alta voce che il peggio lo fanno le stesse amministrazioni pubbliche locali, cui si accodano, per spirito di emulazione, i privati. Perché, mi chiedono, continuo ad ostinarmi nel denunciare tutte le malefatte, i soprusi, gli imbrogli di chi detiene il potere in Amantea? La mia risposta è semplice: “L’amore incondizionato per il luogo che mi ha dato i natali”. Trovo insopportabile la prepotenza degli smargiassi, dei boriosi e dei taglieggiatori di ogni specie, in particolare quando si sentono forti con i deboli con i disagiati e gli sprovveduti. Questi signori scaricano la loro bestialità addosso a qualcuno che cerca dimora, un lavoro dignitoso per non finire nelle maglie della delinquenza. Gli stessi prepotenti scatenano la loro nauseabonda arroganza addosso a persone che onestamente cercano di guadagnarsi da vivere; mentre non battono ciglia davanti agli amici che non pagano da 30 anni l’occupazione di suolo demaniale e addirittura ne rivendicano la proprietà. Altri amici dei potenti hanno deciso di proibire agli Amanteani di farsi un bagno sul suolo demaniale, perché qualcuno ha deciso di rivendicarne la gestione. Un gruppo di uomini “armati” che se la prendono con cittadini indifesi. “Uomini”, me ne rendo conto, è una parola grossa per dei vermi a due zampe. Questa violenza assurda, stupida e soprattutto vigliacca di chi sa di poter contare sull’impunità assicurata da un regime liberal democratico. Sono passati dalla deturpazione, dall’imbrattamento della nostra gloriosa storia passata, alla passerella con tanto di fascia tricolore davanti alle “autorità” nazionali. In anni di richieste di chiarimenti su di una montagna di interrogativi, l’amministrazione comunale non ha mai ritenuto doveroso dare una risposta ai cittadini. Il Siracusano Dionisio dopo avere assalito e spogliato il tempio di Proserpina a Locri, e mentre navigava attraverso il mare con il vento favorevole per tornare a Siracusa, non temeva l’ira degli dei, e ridendo diceva agli amici: “Vedete, non è forse concessa una buona navigazione dagli dei immortali ai sacrileghi?” Spesso, rubava piatti d’oro e d’argento nei santuari, e portava via anche vittorie d’oro, coppe e corone, le quali pendevano dalle braccia delle statue, dicendo: “Io le accetto non le rubo, poiché è sciocco non prendere da coloro dai quali chiediamo favori, quei doni che vengono offerti a noi affinché noi li otteniamo”. Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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