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Amantea, il dirigente all’assessore: «Andiamo in galera insieme»

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Le intercettazioni confluite nell’inchiesta della Procura di Paola sugli appalti pilotati nel Comune tirrenico. Alcuni degli indagati erano consapevoli: «Per questa cosa ci arrestano».

 

 

E i preventivi venivano concordati: «Ditemi di quanto lo avete fatto, così lo faccio 100 euro in più»

Per questa cosa ci arrestano e tu non te ne vuoi rendere conto». Con queste parole Domenico Pileggi, responsabile del settore manutenzione del Comune di Amantea, avvisava Emma Pati, assessore dello stesso municipio. In quegli istanti, nell’ufficio del funzionario, si stavano regolando le carte affinché il servizio di disinfestazione venisse affidato alla ditta “amica” del Comune, la Amas. E l’andazzo ad Amantea, cittadina tirrenica sulla costa di Cosenza, tra il 2014 e il 2015 sembra essere proprio questo. Riunioni fiume in cui si cercavano tutti i possibili sotterfugi per eludere la legge e con il cottimo fiduciario assegnare determinati servizi comunali a ditte che godevano di un canale privilegiato rispetto alle altre. È successo con la disinfestazione, con le mense scolastiche, con le strisce blu e con il porto turistico. Ma non ci sono solo le determine e gli impegni di spesa, in base a quanto emerge dalle carte dell’inchiesta, anche tentativi di concussione all’interno dello stesso ente affinché si possa guadagnare un extra in busta paga con un impiego in un servizio di pubblica utilità. L’indagine delle fiamme gialle, coordinate dalla Procura di Paola, ha portato all’arresto di sei persone (qui la notizia) accusate a vario titolo di concussione e turbativa di gara pubblica. Ma quanto prodotto consegna lo spaccato di una città che soffre gli “interventi” esterni attraverso un sistema, almeno in quegli anni, più che rodato e collaudato.

«Andiamo in galera insieme… nella stessa cella ci mettono». Domenico Pileggi all’assessore Pati lo dice più volte la fine che possono fare. Più volte bussano alla sua porta, c’è da fare la determina della derattizzazione e se è un servizio che può fare l’Asp – secondo quanto riportato dall’ordinanza – bisogna trovare un modo per aggirarlo. Emma Pati sembra badarci poco a quella preoccupazione. «Addirittura, ma come siete catastrofico» replica riferendosi all’eventualità di finire “al gabbio”. Quella dell’assessore contro le zanzare sembra essere una questione di vita o di morte, sia sua che dell’ente visto che quando le paventano la possibilità che quella somma da destinare alla disinfestazione potrebbe finire per pagare un personal computer per il Comune di Amantea lei risponde: «Mi sono fatta una cultura sulle zanzare ingegnè. Vedete tra aprile e maggio è il periodo giusto per fare queste operazioni». «Per le zanzare non mi conviene scusa… faccio un danno erariale», dice Pileggi ad un ingegnere comunale che con loro sta affrontando il problema e ricorda ai due come proprio l’affidamento per la disinfestazione delle zanzare è l’unico da non fare visto che da sempre ci pensa l’Asp. Pileggi e Pati fanno di tutto affinché si creino le condizioni adatte a fare in modo che il servizio finisca in mano all’impresa Amas. Ed è per questo che fanno una richiesta all’Asp di Cosenza sapendo che avranno risposta negativa e quindi potranno poi decidere come operare in tutta tranquillità. E Domenico Pileggi sa che quello che stanno tramando non è del tutto lecito, per cui sconsiglia all’assessore di parlarne al telefono. Fatto sta che, come annotano gli uomini della pg nell’ordinanza, questa richiesta all’Asp di Cosenza non è mai arrivata temendo una risposta positiva e facendo crollare in questo modo il castello di carta. Sulla scena compare Claudio Samà che interviene per conto della ditta Amas, il funzionario comunale allora chiama una delle direttrici delle scuole dove era prevista la derattizzazione e lei smentisce che ci siano dei topi nel plesso che dirige. Samà nell’ufficio del funzionario si trova a pennello, al punto che, finita la gara per la derattizzazione su suggerimento dell’ingegnere responsabile del procedimento, indica anche quali sono le ditte che devono essere contattate per la disinfestazione delle zanzare, in modo tale da inviare una comunicazione di una gara. Pileggi a Samà chiede anche quanto dovrebbe essere l’ammontare della spesa. Pileggi, scrive il pubblico ministero, avrebbe dovuto informarsi sul mercato elettronico, cosa che non è stata fatta. Ed in questo modo sarebbe stata favorita l’Amas.

Mario Aloe per Liliana Africano avrebbe avuto un bel progetto: farla entrare nello sportello del progetto Home Care Premium. E visto che le postazioni erano tutte occupate per fare entrare la collega, in base alla documentazione delle indagini, avrebbe tentato in tutti i modi di convincere Rosa Currenti, responsabile del progetto. È lapidario il gip. «Mario Aloe pubblico ufficiale ha agito in qualità di responsabile del progetto e responsabile dell’ufficio personale e servizi sociali del comune di Amantea di pressioni volte a far inserire nel progetto la dipendente Liliana Africano». Rosellina Currenti racconta in una intercettazione quanto si senta pressata dal collega. «Mi sono sentita minacciata», dice. E quando conversa telefonicamente con un suo amico che le replica dicendo che questa vicenda della raccomandazione gli sembra una “bambinata”, la dipendente comunale risponde: «Non è una bambinata». Il progetto Home Care Premium è stato proposto dalla Currenti durante il periodo di governo del sindaco Sabatino. Tutto partì da un avviso promosso dall’Inps in cui si prevedeva l’impiego di 3 dipendenti comunali. All’inizio in molti preferirono non aderire al progetto, ma quando si seppe di una remunerazione mensile di 800 euro le cose cambiarono. «Quando in Comune si seppe che il progetto veniva retribuito abbastanza bene – nell’ordine delle 800 euro extra stipendio per 5 ore di lavoro in più – si generò tra il personale del Comune di Amantea un interesse ad essere inserite successivamente nel progetto», dice la Currenti al pm. «Al che Mario Aloe, anche perché io ero la promotrice del progetto – prosegue – mi disse che doveva essere ampliato lo sportello gestionale e io gli risposi che non era possibile visto che l’avviso dell’Inps prevedeva solo 3 unità».

Servizi di assistenza e manutenzione del porto turistico, servizi mensa, servizio sul canile comunale, servizio delle strisce blu. L’importante era trovare il tramite giusto. Questo tramite spesso era, secondo la ricostruzione fatta dagli agenti della Guardia di finanza, l’ingegnere Domenico Pileggi, altre volte il capo della polizia municipale. Tutte le operazioni fatte avevano un solo fine: mantenere fede alla parola. Come successe con il porto turistico affidato alla cooperativa Gente di Mare di Bruno Gregorio dal responsabile del procedimento Domenico Pileggi. Quest’ultimo parla con Bruno Gregorio e gli dice: «Te l’affido». Poi in una conversazione intercettata dagli inquirenti si mette a fuoco come funziona il sistema degli appalti. «Allora il preventivo», dice Pileggi. «Allora la prima cosa il preventivo», replica Gregorio Bruno. «Ditemi quanto lo avete fatto – dice Fabrizio Ruggiero (rivolgendosi al titolare della Gente di Mare) – così lo faccio 100 euro in più»

Michele Presta Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Redazione TirrenoNews

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