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genteLa fusione non si regge sulla capacità di accattonaggio del gettito erariale

CORIGLIANO-ROSSANO – Giovedì, 22 Novembre 2018 – E allora, perché non tutto il cucuzzaro?! C’è chi scomoda Catalano, noi scomodiamo Totò per cercare di chiarire e chiudere definitivamente la pantomima messa in piedi da qualche ex assessore. Chiariamo subito, a scanso di equivoci, che la unificazione di due grandi realtà urbane come Corigliano e Rossano non si regge in piedi sulla capacità di accattonaggio del gettito erariale ma su politiche virtuose che sappiano guardare oltre, che sappiano mettere in campo nuove progettualità e da qui intercettare nuovi finanziamenti. Altro che due o dieci milioni di euro di bonus. Una prima certezza la fusone l’ha data: a governare le sorti della nuova Città dovrà essere una classe politica nuova e virtuosa che sappia tagliare i legami con tutti quei feudi di poteri locali che negli ultimi 30 anni hanno lentamente depauperato e isolato le due realtà dal resto della Calabria.

È questa la posizione del coordinamento cittadino de Il Coraggio di Cambiare l’Italia di Corigliano-Rossano in merito alla querelle nata attorno al bonus erariale di due milioni di euro l’anno e per i prossimi cinque anni, di cui potrà godere la nuova Città.

Se proprio vogliamo dirla tutta nell’ottica di una grande Città di quasi 100mila abitanti che è baricentrica in un’area che ha altrettanta utenza, e che quindi deve crescere ed offrire servizi, sono pochi anche quei 10milioni di euro che qualche ex assessore, affetto da miopia politica cronica, vorrebbe che si attribuissero al nuovo Municipio. Il problema, però, è che Corigliano-Rossano non potrà e non deve parassitare soldi pubblici dallo Stato. Deve pretendere le giuste risorse ma, contemporaneamente, deve sapere investire tempo, forze e risorse in progettualità che portino sul territorio importanti investimenti e nuovi finanziamenti che creino sviluppo, servizi e lavoro.

Per fare questo serve una classe politica e dirigente nuova che abbia lo sguardo finalmente rivolto alle esigenze delle Persone e che non gestisca più la cosa pubblica in modo oligarchico in base alle velleità e alle ambizioni personali. Perché questa, si sappia, è stata la più grande vergogna che ha contraddistinto per larga parte (per fortuna non tutti!) gli ultimi decenni di vita amministrativa nelle due ex Città. Causa questo modus operandi di sindaci e assessori, che hanno saputo solo guardarsi i piedi, siamo stati vittima di scippi scellerati e di abominevoli scelte che hanno escluso Corigliano e Rossano dalle scelte strategiche regionali e nazionali.

Purtroppo, molti – ribadiamo, non tutti, per fortuna -  tra quelli che hanno retto le sorti delle due ex città hanno preferito andare con il cappello in mano a questuare favori personali piuttosto che sedersi ai tavoli di trattativa per battere i pugni e patrocinare gli interessi del territorio. Anche chi oggi, da ex, recrimina e millanta maggiore credito verso il Governo centrale per la nuova Città è stato tra quelli che non ha mosso un dito perché le cose migliorassero e si creassero nuove opportunità per i cittadini. È storia ed è scritta nelle pagine indelebili della memoria della nostra terra.

©CMPAGENCY

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(ANSAmed) – MADRID, 20 NOV – Il premier spagnolo Pedro Sanchez chiede al Marocco di ridurre la migrazione irregolare, per inviare un “messaggio categorico alle mafie”, riferisce oggi El Pais.

“Se non lo facciamo, saranno i nostri figli a morire nello Stretto“,

ha avvertito il presidente del governo socialista, dopo l’incontro a Rabat col suo omologo Saadedin el Otmani.

La pressione migratoria sulla Spagna è in costante aumento: al 15 novembre scorso erano 55.949 i migranti sbarcati da inizio anno sulle coste iberiche, dei quali oltre il 90% provenienti dal Marocco, divenuto il nuovo crocevia della rotta del Mediterraneo occidentale utilizzata dai trafficanti, stando ai dati diffusi dal governo di Madrid.

Il dato equivale a un aumento del 142% dei flussi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Il governo del Marocco ha promesso di “rafforzare le politiche di rimpatrio” degli immigrati irregolari dalla Spagna, come ha confermato Sanchez al termine della riunione.

Dopo aver manifestato “piena soddisfazione” per la risposta di Rabat sui respingimenti, Sanchez ha concordato di aumentare la quota dei rimpatri quotidiani, che era stata ridotta nelle ultime settimane dai 25 iniziali ai 10 accettati ogni giorno da Marocco alle frontiere delle enclavi spagnole di Ceuta e Melilla.

Da inizio dell’anno, il Paese magrebino ha accettato il rimpatrio di 3.400 marocchini, a fronte dei 4.450 accettati lo scorso anno.

Dopo l’incontro con Saadedin el Otmani, Sanchez è stato ricevuto in udienza dal monarca Mohamed VI.

Nel corso del colloquio, durato un’ora, sono state affrontate alcune questioni pendenti, come la visita di Stato dei monarchi spagnoli in Marocco, prevista agli inizi del 2018 ma sospesa da Rabat all’ultimo momento e ora nuovamente programmata per il 2019.

Sempre nel 2019 si svolgerà una riunione di alto livello e il forum imprenditoriale ispano-marocchino.

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Era giovedì 1 settembre 2016 quando Avvenire pubblicava un articolo dal titolo “Dramma migranti. La Svizzera respinge 7mila profughi” di Ilaria Sesana, articolo nel quale veniva riportata la denunzia dell’Asgi

L’Asgi è l’Associazione per gli studi giuridici sull’Immigrazione

Dichiarava che . «Tra luglio e agosto (2016) le autorità svizzere hanno effettuato quasi 7mila riammissioni in Italia di cittadini stranieri, di cui almeno 600 hanno riguardato minori non accompagnati ».

Un vero e proprio grido di dolore rimaste solo parolaio

Infatti l’Asgi aggiunge che «Quasi tutti i migranti che abbiamo ascoltato riferiscono di non aver mai ricevuto adeguate informazioni riguardo a tali diritti e più in generale sulla protezione internazionale, né all’arrivo in Italia né successivamente.

Sia alle frontiere italiane che a quelle svizzere si riscontra una grave carenza di servizi di informazione e orientamento legale, oltre che di interpreti delle lingue maggiormente diffuse tra questi migranti». ???

Poi aggiunge che :«Dal nostro punto di vista, il diritto di chiedere asilo non è stato e non sarà garantito se ciascuna delle persone respinte dal confine svizzero non potrà nuovamente esprimersi sulla propria volontà di chiedere protezione internazionale alla Svizzera».

Nient’altro! Solo parole!

Oggi si scopre che si tratta di un fenomeno continuo a cui nessuno si oppone.

Gli episodi sarebbero molteplici, di notte o nei week end, quando gli uffici per le identificazioni sono chiusi.

Come la Francia la polizia svizzera è stata vista “scaricare” alcuni migranti tra Como e Chiasso al confine italiano.

Un'inchiesta di SkyTg24 dimostra, infatti, che anche la Svizzera fa lo stesso al confine tra Como e Chiasso. Le immagini, riprese dal versante elvetico, inchiodano due immigrati accompagnati fin lì dalla polizia svizzera.

"Sono quelli che in gergo tecnico vengono definiti casi di riammissione - spiega la giornalista - sono immigrati che, rintracciati in Svizzera, vengono ricacciati in Italia". Quello immortalato, però, non è affatto un episodio isolato.

Anzi. I numeri parlano chiaro: si tratta di centinaia di casi ogni mese.

Solo l'estate scorsa ce ne hanno rimandati indietro almeno un migliaio.

Il tutto in forza di un accordo bilaterale che risale al 1998, ma che è stato superato sia dagli accordi di Schengen sia dal Trattato di Dublino.

Fino al 1998 la riammissione era una procedura normale, ma dopo gli accordi di Schengen e Dublino la Svizzera non potrebbe più comportarsi così.

In molti casi i migranti transitano per la Svizzera avendo come meta finale la Germania.

E proprio dal Viminale fanno sapere che i soprusi della Svizzera verranno approfonditi al più presto. "Nessuno può permettersi di trattare il nostro Paese come il campo profughi dell’Europa - ha messo in chiaro oggi Salvini - abbiamo rialzato la testa e non intendiamo abbassarla".

Ma Salvini è solo!

E tutti gli altri stanno zitti. Tutti a cominciare da Mattarella e finire a tutto il PD ed i 5stelle.

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