
Così parlò Moscovici:- La Francia non è l’Italia -, quindi può sforare il tetto del 3% del PIL.
Senza perifrasi, il burocrate francese, senza pudore, concede alla sua nazione ciò che ha sempre negato all’Italia.
Moscovici continua a provocarci, ma il suo tempo sta per finire.
E il Governo Conte, Di Maio, Salvini giorno dopo giorno si sta consolidando.
Alla fine la prevista rottura con Bruxelles non c’è stata, lo spread, il famigerato spread continua a scendere e la borsa continua a salire.
E i rosiconi con le pive nel sacco devono rassegnarsi e rimettere lo champagne nel ripostiglio perché non ci sarà nessun botto.
Il Premier Conte, zitto zitto, è andato a Bruxelles e ha scoperto le sue carte.
La sua proposta del PIL al 2,04% alla fine ha prevalso.
E così il governo giallo verde che davano tutti per spacciato e incartato nei numerini degli zero virgola ha evitato la sua rovinosa e prematura caduta e si è ulteriormente consolidato.
I profeti di sventura, i papponi, i voltagabbana, quelli che hanno perso le poltrone dopo il voto del 4 marzo u.s. e che hanno tentato in tutti i modi di uccidere il Governo del cambiamento, non ce l’hanno fatta.
Si mettano il cuore in pace
Quello che ancora continua a provocare e non molla è Moscovici, ma per lui il tempo sta per finire.
Lasciamolo cantare, lasciamogli suonare il piano, tanto il Titanic europeo lentamente sta per affondare e lui affogare.
E di lui si perderanno le tracce.
Spocchioso com’è, non vuole sapere, non ha mai voluto sapere che a Roma non ci sono più docili governanti come un Monti qualsiasi, come un Gentiloni ubbidiente e spaventato, pronti ad inchinarsi.
Ci sono Di Maio e Salvini, per citarne solo due, con la schiena diritta e che difficilmente sono propensi ad inchinarsi e dire (Fantozziana memoria): Come è buono lei!.
Sono stati accusati ripetutamente dai burocrati di Bruxelles di essere fascisti, nazisti, razzisti e l’Italia è stata considerata colonia europea da sopportare, sfruttare, intristire e deprimere economicamente.
Sentirci dire che il famigerato spread ci seppellirà come una risata ci ha rotto davvero i coglioni e siamo stufi di prendere ordini da venti anni da burocrati ignoranti ed inefficienti che ci hanno sempre preso in giro e che non ci hanno mai detto la verità ed hanno sempre complottato contro i Governi italiani regolarmente e democraticamente scelti dagli italiani. Ci hanno sempre mentito. Ora è arrivato il tempo di dire finalmente basta.
L’Unione europea ce l’ha con l’Italia e abbiamo finalmente capito che i suoi attacchi giornalieri sono più politici che economici.
Non digerisce i sovranisti, i populisti Di Maio e Salvini. Per loro il reddito di cittadinanza e la revisione della Legge Fornero non sa da fare, non vanno bene. Vanno, invece, bene le misure che dovrebbe adottare il Premier francese Macron per tenere buoni i gilet gialli. Per Moscovici e Co. le misure promesse che innalzano il PIL oltre il 3% sono indispensabili per l’urgenza del potere d’acquisto dei francesi e per placare i rivoltosi che stanno mettendo da settimane a ferro e fuoco la Francia.
E le promesse fatte dal Governo Italiano? Quelle no.
Non sono altrettanto indispensabili per rafforzare il potere d’acquisto di oltre cinque milioni di italiani sotto la soglia di povertà.
Due pesi e due misure. Ma così facendo anche il malcontento che regna calmo momentaneamente in Italia potrebbe sfociare, all’improvviso, come in Francia, nella violenza di piazza.
E allora sì che ne vedremmo delle belle.
Ordinato l'arresto di Cesare Battisti .
E' quanto deciso da un giudice del Tribunale Supremo brasiliano, Luiz Fux, con una mossa che apre la strada all'estradizione in Italia dell'ex terrorista dei Pac da parte dell'attuale presidente Michel Temer e del nuovo, Jair Bolsonaro, che si insedierà il prossimo primo gennaio.
Lo riporta il giornale 'Folha de Sau Paulo'.
Durante la campagna elettorale e dopo la sua vittoria, Bolsonaro ha più volte ripetuto la sua intenzione di estradare in Italia Battisti, che vive in libertà in Brasile dal 2010 e attualmente risiede a Cananeia, sulla costa dello Stato di Sau Paulo.
Con la sua decisione, il giudice ha accolto la richiesta della procuratrice generale Raquel Dodge, dell'arresto preventivo di Battisti, una misura definita "necessaria" per "evitare il rischio di fuga e per assicurare l'eventuale futura estradizione in Italia".
A questo proposito il giudice Fux ha ricordato quando, nell'ottobre 2017, Battisti è stato fermato a Corumba, sulla frontiera con la Bolivia, mentre - secondo quanto dichiarato dalle autorità - cercava di attraversare il confine con euro e dollari non dichiarati.
L'ESTRADIZIONE - Il Tribunale Supremo brasiliano aveva votato già nel 2010 per l'estradizione di Battisti, condannato in Italia per quattro omicidi, ma l'allora presidente Luiz Inacio Lula da Silva la negò concedendogli lo status di rifugiato.
Sottolineando la natura "strettamente politica" di quella decisione, il giudice Lux ha quindi affermato che il nuovo presidente potrà rivederla: "E' nella stessa natura degli atti prodotti nell'esercizio del potere sovrano la loro reversibilità", scrive il giudice.
IL RICORSO - Gli avvocati di Battisti ovviamente sostengono che la decisione di Lula di negare l'estradizione sia irrevocabile.
In attesa comunque di leggere il dispositivo della decisione del giudice, per il momento non hanno rilasciato commenti, si legge ancora sul sito del giornale brasiliano, che ricorda che ora i legali potranno presentare un ricorso urgente per evitare l'arresto.
L'ARRESTO - Battisti è stato arrestato nel 2007 in Brasile, dove si era rifugiato dopo aver lasciato nel 2004 la Francia - doveva aveva vissuto dagli anni '80, protetto dalla 'dottrina Mitterand' e intraprendendo una carriera da scrittore.
Nel 2009 ha ricevuto lo status di rifugiato politico dall'allora ministro della Giustizia, Tarso Genro.
Nonostante questo il Tribunale Supremo Federale nel 2010 ha concesso l'estradizione, poi negata dal presidente Lula.
L'anno seguente il Tribunale ha ratificato la decisione del presidente e il governo ha concesso a Battisti la residenza permanente in Brasile.
Amici, siamo alla vigilia del Santo Natale e ieri vi ho dato due brutte e cattive notizie: Una strada principale di Cosenza che esplode e una strage a Strasburgo in un Mercatino di Natale.
La tubatura dell’acqua è stata in giornata riparata e i cittadini di Cosenza hanno avuto in serata l’acqua in casa, a Strasburgo, invece, hanno perso la vita tre persone.
Ci sono stati una decina di feriti gravi tuttora ricoverati negli ospedali, tra i quali c’è pure un italiano in coma e che non può essere operato.
Per quelle famiglie che hanno perso i loro cari sarà un triste Natale e per i gendarmi e i governanti francesi che ancora non sono riusciti ad acciuffare quel delinquente incallito sarà un Natale da incubo.
Potrebbe colpire ancora.
Ma oggi, per sdrammatizzare un po’ e per poter riderci sopra e per dimenticare tutte le cose brutte della vita vi voglio raccontare di un fatto vero accaduto in una cittadina della Germania.
Cari amici vi scrivo, così mi distraggo un po’.
Non è una favola che ci ha raccontato la mamma o il maestro, anche se può sembrare tale.
E’ un fatto straordinario, inusuale, che non si è mai verificato prima d’ora.
Potrei incominciare il racconto così:- C’era una volta -. I miei vecchi scolaretti avrebbero chiesto subito:- Chi c’era, signor maestro? Geppetto, Mastro Ciliegia, la Fata Turchina, un pezzo di legno, Pinocchio?-
No, ragazzi, c’era una volta nella cittadina di Werl in Germania una fabbrica di cioccolato che per un guasto ai suoi macchinari ha riversato sulla strada una tonnellata di cioccolato che si è subito solidificato.
Il guasto ad uno dei suoi macchinari è stato subito riparato.
E il cioccolato che fine ha fatto?
Son dovuti intervenire i Vigili del Fuoco con gettiti di acqua calda e con la fiamma ossidrica per rimuovere il cioccolato sull’asfalto.
Se il proprietario della fabbrica avesse chiamato tutti i bambini del posto certamente avrebbero ripulito la strada senza usare acqua calda e la fiamma ossidrica e sarebbero stati, come si dice nelle favole, tutti felici e contenti.
E’ Natale, amici, e questo miracolo natalizio si è veramente verificato.
Non ci sono stati morti, non ci sono stati feriti, non c’è stato un attentato, grazie a Dio. Chissà se qualche Vigile del Fuoco, spalando il cioccolato, spinto dalla curiosità e dall’acquolina in bocca,ne abbia afferrato un pezzo e lo abbia assaggiato.
Ridiamoci sopra, amici, e continuiamo a sperare.
Sono felice e contento di essere qui oggi con voi per farvi un po’ di compagnia.