
Non lasciate le vostre case perché noi abbiamo sete del vostro sangue.
Questo è quello che scrivono i terroristi dell'ISIS.
Ma noi rispondiamo mostrando l'altra guancia: Accoglienza, integrazione.
Inutile illudersi, i terroristi islamici sono in mezzo a noi e ieri ne abbiamo avuto le prove.
A Strasburgo, nel mercatino di Natale molto affollato, sono state uccise almeno tre persone e ferite, alcune in modo grave, una decina di festanti acquirenti.
Uccise e ferite da chi?
Ma da un terrorista islamico che ore le Forze dell'Ordine gli danno la caccia.
Lo conoscevano benissimo e ora ha anche un nome. Si chiama Cherif C., molto conosciuto in Francia, schedato,arrestato varie volte, processato, condannato e sempre messo in libertà e ora ha colpito ancora.
La mattanza poteva essere evitata? Certamente.
Sarebbe bastato che il terrorista fosse stato trattenute nelle patrie galere a marcire, invece, da libero cittadino, ha colpito ancora riportando indietro le lancette dell'orologio alle stragi di Parigi e di Bruxelles. Cherif doveva essere arrestato per l'ennesima volta proprio ieri mattina, ma la Polizia non l'ha trovato in casa.
Evidentemente stava preparando il vile attentato in un mercatino di Natale molto affollato, dove la gente allegra e spensierata faceva gli ultimi acquisti per la preparazione del presepe e dell'albero di Natale.
Ora è braccato dalla Polizia, si dice che sia finanche ferito ad un braccio.
E' riuscito a fuggire per i vicoli e le stradine di Strasburgo.
Dove sarà diretto? Sta forse preparando un altro attentato? Ma dove?
Mi torna in mente il terrorista dei mercatini di Natale di Berlino ricercato per giorni e giorni in Germania e poi ucciso in un conflitto a fuoco con le Forze dell'Ordine Italiane a Sesto San Giovanni.
Arrivati a questo punto una semplice domanda è d'obbligo.
Ma perché i terroristi dell'ISIS non attaccano per ora l'Italia? Perché le nostre Forze dell'Ordine sono molto più brave e preparate di quelle francesi e tedesche e quando riescono ad acciuffare un presunto terrorista per motivi di sicurezza viene subito espulso dall'Italia.
Milano.Ruba la borsetta a una donna al centro commerciale, ma lei se ne accorge: arrestata.
Ha sottratto la borsetta ad una donna che l'aveva appesa alla sedia mentre stava bevendo nell'area ristoro.
Ma la vittima del furto se ne è accorta e ha dato l'allarme.
L'episodio è accaduto nel pomeriggio del 6 dicembre al Centro Commerciale Carosello di Carugate, dove i carabinieri hanno arrestato l'autrice del furto, una pluripregiudicata di 24 anni di origine nordafricana.
In particolare, la signora ha notato passare una ragazza e subito dopo ha constatato che la borsa che aveva appeso allo schienale della sedia era scomparsa.
A quel punto la vittima del furto si è messa a rincorrere la giovane gridando, per attirare l'attenzione dei presenti.
Ad intervenire vedendo questa scena è stata una guardia privata in servizio, che è riuscita a fermare la 24enne.
I carabinieri, giunti sul posto tempestivamente dopo essere stati allertati, hanno arrestato la ragazza, la quale ha ammesso il furto e restituito la borsetta.
Aspettiamo , ovviamente che la Repubblica parli del razzismo milanese.
Meno male che i nostri porti sono chiusi.
Sono 280 i morti accertati per la nuova epidemia di ebola in Repubblica democratica del Congo, un numero che eguaglia quello raggiunto nel 1976, quando si registrò il primo e finora peggior focolaio del virus.
Il ministero della Sanità ha riferito oggi che, secondo dati aggiornati al 7 dicembre, i casi di infezione sono 489, dei quali 441 confermati e 48 sospetti.
Per numero di casi, è la più grave epidemia di ebola mai rilevata finora al mondo: superato infatti il contagio registrato in Uganda tra il 2000 e il 2001, quando le persone infette furono 425.
Da quando è iniziata l’epidemia, lo scorso primo agosto nelle province di Nord Kivu e Ituri, a oggi i decessi in Repubblica democratica del Congo sono 280, tanti quanti se ne contarono nel 1976 nella regione settentrionale di Yambuku, dove ebola fece la sua prima comparsa con un tasso di mortalità del 90% tra le persone ammalate.
Finora nelle province colpite sono state vaccinate 42.000 persone, soprattutto nelle città di Mabalako, Beni, Mandima, Katwa e Butembo (AFP/LaPresse)
Il ministero della salute sostiene che senza le squadre che hanno vaccinato più di 41.000 persone finora, questo focolaio potrebbe aver già visto più di 10.000 casi di Ebola.
(Ansa)