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Redazione TirrenoNews

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La questione della Notte Bianca assume sempre più connotazioni kafkiane. La politica distrugge e la politica crea. Ed allora ecco il punto di vista equilibrato del PD e dei GD.

 

“Come annunciato, nella giornata di ieri abbiamo incontrato l’Associazione Notte Bianca al fine di approfondire le motivazioni che hanno portato alla loro forte presa di posizione.

Il punto sul quale i ragazzi dell’Associazione hanno posto l’accento – che, sinceramente, ci sentiamo di condividere – riguarda la diversità di vedute rispetto alla trama ed al senso della manifestazione.

 

In uno sforzo di sintesi, il nocciolo della questione concerne la rinuncia al respiro culturale che l’Associazione avrebbe voluto dare alla Notte Bianca.

Non una parola sulle risorse, ma un malessere riconducibile anche alla formula utilizzata per istituzionalizzare l’evento che – volendo semplificare al massimo – ridimensiona il ruolo di chi ha ideato l’evento a soggetto di cui si richiede la collaborazione, in qualche modo depotenziando la possibilità di incidere sul senso della manifestazione.

 

Anche per tali ragioni, non possiamo nascondere le nostre perplessità a sentir parlare di ricatto.

Se ci sforziamo di contestualizzare la vicenda in un quadro più ampio, ovvero quello di una cittadina turistico-commerciale che – diciamoci la verità - non vive uno dei suoi momenti migliori e, conseguentemente, necessita come il pane del contributo di tutti coloro i quali desiderano partecipare al suo rilancio, non possiamo che rilevare l’inopportunità di un irrigidimento dei rapporti con le forme associative più attive nella nostra realtà (il Comitato Carnevale e l’Associazione Amanteani nel Mondo ieri, l’Associazione Notte Bianca oggi).

 

Tra le altre cose, le istanze poste dai padri ideatori della Notte Bianca – almeno per come presentate – sono oggettivamente legittime, in quanto non invadono le prerogative della burocrazia comunale, ma si riferiscono alla realizzazione di un programma già presentato – che abbiamo letto – e che rappresenterebbe una bella vetrina per Amantea.

Ci sentiamo di consigliare all’Amministrazione Comunale di abbandonare certe forme di rigidità e di rivedere i rapporti e le relazioni con tutte le Associazioni del territorio che desiderano lavorare per il bene comune, perché compito di chi governa è anche quello di promuovere le migliori sinergie tra le diverse realtà presenti in una società, perché la riconciliazione rappresenta il miglior indotto per creare le migliori condizioni di contesto, e perché la crescita è innanzitutto un fatto collettivo che coinvolge anche le forme associative, che presuppone la logica della mano tesa e del buon senso e non reazioni che portano nella sostanza ad arroccarsi, allontanando - invece di ricomporre - le differenti posizioni. Lo diciamo perché siamo fortemente convinti del fatto che, proprio in considerazione del particolare momento che vive la nostra cittadina, è necessaria una squadra dove tutti, e non solo alcuni, siano messi nella condizione di poter dare il proprio prezioso contributo.

Per quanto ci riguarda, come PD e GD Amantea, siamo pronti a fare la nostra parte.

Amantea, 9 agosto 2016                    I Segretari di Circolo PD e GD Enzo Giacco & Stefano Spina

Ora non resta che aspettare la risposta dell’amministrazione invero già anticipata sia del sindaco che dal Vicesindaco.

Paola: Ruba il portafogli di un impiegato e fugge.

Martedì, 09 Agosto 2016 19:21 Pubblicato in Paola

Sfortunato il 45 enne paolano Carlo Sarpa.

Si era da poco appropriato del portafoglio di un impiegato che presta servizio presso l’Agenzia delle Entrate di Paola ma questi lo scopre.

 

L’impiegato tenta allora di farsi restituire la somma, ma il Sarpa lo avrebbe spinto con violenza e si da alla fuga.

Sono le 15.30

L’impiegato lo insegue fuori dall’Ufficio delle Entrate, urlando, chiedendo aiuto

Proprio in quel momento per colmo della sfortuna passa una volante del Commissariato di P.S. Paola del Reparto Prevenzione Crimine

Gli agenti intuiscono tutto e bloccano Carlo Sarpa, già noto alle forze dell'ordine e con obbligo di dimora.

 

Gli operatori di Polizia hanno quindi sottoposto l'uomo a perquisizione personale ed addosso è stata trovata la somma corrispondente a quanto dichiarato dal dipendente.

Il Pm di turno ha quindi disposto la detenzione a regime degli arresti domiciliari.

Amantea e Cucusettete

Martedì, 09 Agosto 2016 16:55 Pubblicato in Cronaca

La mamma chiama la figlia Cucusettete e le chiede: «Cucusettete andiamo in campagna a fare il pane?»

Cucusettete tutta contenta risponde di si.

  

Arrivati in campagna, Cucusettete trova i suoi giochi e comincia a giocare.

La mamma prende gli ingredienti per fare il pane e comincia con la farina, si accorge che manca l'acqua e chiede a Cucusettete: «Cucusettete, vai al pozzo a prendere l'acqua!».

Cucusettete si rifiuta.

 

La mamma le dice: «Se non vai a prendere l'acqua chiamo il lupo per farti mangiare».

Cucusettete la ignora e continua a giocare.

La mamma chiama il lupo: «Lupo, lupo, mangia Cucusettete perché non vuole andare al pozzo a prendere l'acqua».

Il lupo, che stava riposando beatamente, risponde: «Non voglio mangiare Cucusettete perché non mi ha fatto niente di male».

La mamma chiama il cane: «Cane, cane, abbaia al lupo, perché non vuole mangiare Cucusettete che non è andata al pozzo a prendere l'acqua”.

Il cane risponde: «Non voglio abbaiare al lupo, perché il lupo non mi ha fatto niente di male».

 

La mamma adirata chiama il bastone: «Bastone, bastone, picchia il cane, perché non vuole abbaiare al lupo, che non vuole mangiare Cucusettete, che non è andata al pozzo a prendere l'acqua».

Il bastone risponde : «Non voglio picchiare il cane perché il cane non mi ha fatto niente di male». La mamma chiama il fuoco : «Fuoco, fuoco, brucia il bastone perché non ha picchiato il cane, che non ha abbaiato al lupo, che non ha mangiato Cucusettete, che non è andata al pozzo a prendere l'acqua”. Il fuoco risponde: «Non voglio bruciare il bastone, perché non mi ha fatto niente di male».

La mamma chiama l'acqua: «Acqua, acqua, spegni il fuoco che non ha voluto bruciare il bastone, che non ha picchiato il cane, che non ha abbaiato al lupo, che non ha mangiato Cucusettete, che non è andata al pozzo a prendere l'acqua».

Risponde l'acqua: «Non voglio spegnere il fuoco, perché non mi ha fatto niente di male».

La mamma chiama il bue: «Bue, bue, bevi l'acqua perché non ha voluto spegnere il fuoco, che non ha voluto bruciare il bastone, che non ha picchiato il cane, che non ha mangiato Cucusettete, che non è andata al pozzo a prendere l'acqua».

Risponde il bue. « Non voglio bere l’acqua, perché non mi ha fatto niente di male».

 

La mamma chiama la corda: «Corda, corda lega il bue che non ha voluto bere l'acqua, perché non ha voluto spegnere il fuoco, che non ha voluto bruciare il bastone, che non ha picchiato il cane, che non ha abbaiato al lupo, che non ha mangiato Cucusettete, che non è andata al pozzo a prendere l'acqua».

La corda risponde: «Non voglio legare il bue perché non mi ha fatto niente di male.

La mamma chiama il topo: «Topo, topo, rosicchia la corda perché non ha voluto legare il bue, che non ha voluto bere l'acqua, perché non ha voluto spegnere il fuoco, che non ha voluto bruciare il bastone, che non ha picchiato il cane, che non ha abbaiato al lupo, che non ha mangiato Cucusettete, che non è andata al pozzo a prendere l'acqua».

 

Il topo risponde : «Non voglio rosicchiare la corda perché non mi ha fatto niente di male».

La mamma chiama il gatto: «Gatto, gatto, mangia il topo che non ha voluto rosicchiare la corda, che non ha voluto legare il bue, che non ha voluto bere l'acqua, che non ha voluto spegnere il fuoco, che non ha voluto bruciare il bastone, che non ha picchiato il cane, che non ha abbaiato al lupo, che non ha mangiato Cucusettete, che non è andata al pozzo a prendere l'acqua”.

Il gatto ghiotto di topi, cercò di afferrarlo; il topo iniziò a rosicchiare la corda; la corda legò il bue; il bue bevve l'acqua; l'acqua spense il fuoco; il fuoco bruciò il bastone; il bastone picchiò il cane; il cane abbaiò al lupo; il lupo tentò di mangiare Cucusettete.

 

E CUCUSETTETE CORSE AL POZZO A PRENDERE L'ACQUA.

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