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Inchiesta sullo IOR: Arrestato monsignor Scarano .

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Il monsignore di Salerno Nunzio Scarano, un funzionario dei Servizi segreti - e un broker finanziario sono stati arrestati nell' ambito di un filone di indagine sullo Ior in corso alla procura della Repubblica di Roma.

L'alto prelato, l'agente dell'Aisi Maria Zito e il broker finanziario Giovanni Carenzio sono stati bloccati questa mattina da militari del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, con le accuse di corruzione e truffa. Tra i reati contestati, anche la calunnia. L'indagine nasce come filone autonomo della più ampia inchiesta sullo Ior.

Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate del gip Barbara Callari su richiesta del procuratore aggiunto Nello Rossi e dei sostituti Stefano Rocco Fava e Stefano Pesci.

La vicenda giudiziaria ruota intorno ad un accordo tra Scarano e Zito finalizzata a far rientrare dalla Svizzera 20 milioni cash di proprietà di alcuni amici del monsignore a bordo di un jet privato. Per questo «servizio», Zito avrebbe ricevuto 400 mila euro.

Scarano, tra l'altro, è coinvolto a Salerno in un'altra indagine per ricettazione, era già stato sospeso dal Vaticano.

Nel Palazzo Apostolico dove ha sede l’Apsa, l’amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, praticamente il forziere d’Oltretevere, da diversi giorni la scrivania del responsabile del servizio addetto alla contabilità analitica è vuota.

La luce spenta, l’ufficio chiuso. Monsignor Nunzio Scarano è stato sospeso cautelativamente dal lavoro dopo che la Procura della Repubblica di Salerno lo ha iscritto nel registro degli indagati assieme ad altre 56 persone per il reato di riciclaggio. Una accusa pesantissima che ha suggerito ai suoi superiori di agire senza indugio. «La sospensione dal servizio in via cautelativa scatta automatica, da regolamento, quando un dipendente, laico o consacrato, risulta soggetto a provvedimenti giudiziari sia da parte della magistratura vaticana che di quella italiana» spiegano al di là del

Tevere aggiungendo che nonostante la sospensione al monsignore verrà garantito lo stipendio in attesa del verdetto definitivo. Solo se sarà giudicato colpevole e responsabile dei fatti a lui contestati scatterà il licenziamento e l’allontanamento dalla Santa Sede.

Provvedimenti simili sono stati presi recentemente anche per Paoletto, il maggiordomo che aveva trafugato le carte dall’appartamento pontificio, per Claudio Sciarpelletti, il tecnico dei computer e per un gendarme anch’esso coinvolto nell’affaire Vatileaks. Il caso Scarano e l’ombra del riciclaggio stanno causando notevole imbarazzo in Vaticano perché ancora una volta il comportamento di un singolo prelato rischia di gettare una luce sinistra sull’immagine complessiva della Curia e dello Ior, la banca sulla quale si sta concentrando l’attenzione di Papa Francesco deciso più che mai a vederci chiaro e capire se si tratta veramente di una specie di porto delle nebbie come spesso viene descritto. Anche la neonata commissione d’indagine appena istituita è frutto di un orientamento teso a garantire un piano di riforma all’insegna della pulizia e della trasparenza.

L’inchiesta relativa a Scarano, coordinata dal pm Elena Guarino, riguarda un giro di assegni che passando sotto forma di donazioni sarebbero rientrati in una operazione di riciclaggio.

Secondo l’ipotesi accusatoria, il prelato riceveva assegni ufficialmente per ripianare i debiti di un’immobiliare a Salerno. Il denaro - sempre secondo l’ipotesi al vaglio degli investigatori - veniva restituito in contante agli imprenditori che avevano effettuato le donazioni. Spetterà ora agli inquirenti appurare se la società immobiliare è in qualche modo collegata allo Ior e al conto di cui era titolare il monsignore. Scarano, originario di Salerno, vive da tempo a Roma, in un appartamento in via della Scrofa con la madre, anche se ha mantenuto profonde radici nel salernitano dove attualmente possiede alcuni immobili di pregio.

In Vaticano c’è chi ricorda le origini piuttosto modeste della sua famiglia, la vocazione al sacerdozio arrivata in età adulta quando era impiegato alla Banca d’America e d’Italia, la sua intraprendenza. Dopo l’ordinazione venne portato a Roma dal cardinale Martino che per lungo tempo lo ha considerato suo pupillo. Poi ad un tratto i rapporti si sono interrotti.

Continua su “Il Mattino” di oggi 28 giugno

Redazione TirrenoNews

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