
E’ furioso Matteo Messina Denaro, l’ex super latitante finalmente acchiappato e rinchiuso nelle patrie galere, perché, secondo lui, i giornali e le televisioni dicono cose false su di lui. Ma non è in carcere duro e come uomo pericoloso dovrebbe godere del 41 bis? Per lamentarsi allora può leggere i giornali e guardare la televisione e seguire i talk show e ascoltare con la massima attenzione perché non viene disturbato da nessuno quello che si dice nei suoi confronti. Allora il detenuto non è sottoposto a nessuna dura restrizione, non è isolato dagli altri detenuti, può uscire dalla cella e andare nel cortile, può guardare la televisione e addirittura lamentarsi con le guardie penitenziarie. E i giornali che legge li compra lui oppure li passa pantalone? Vorrei saperlo. E’ furioso, è arrabbiato, considera false e frutto di fraintendimenti le notizie divulgate dai media. Ma cosa pretendeva questo incallito boss mafioso che i giornali e le televisioni parlassero bene delle sue orrende gesta omicide compiute in tanti anni di latitanza? Segue con grande attenzione le notizie legate alla sua vicenda e all’attualità politica e cronochista. Sono false le informazioni? E quale sarebbero? Ce lo dica, per favore: Ancora però non ha parlato. Non risponde alle domande dei magistrati inquirenti. Quante cose vorremmo noi sapere, dalle varie stragi compiute in Italia, ai suoi spostamenti, alla sua latitanza e agli aiuti ricevuti. E’ incazzato? Pensa quanto sono incazzati i parenti delle vittime fatti saltare in aria per causa sua. I telegiornali lo stanno infastidendo. Oh, mio Dio, questo fra non molto ordinerà dal carcere ai suoi picciotti che sono ancora liberi di fare fuori i Presidenti della RAI, di Mediaset e della 7. Ma da quel carcere dove è rinchiuso il Boss non dovrebbe uscire nessuna notizia? A me pare, invece, che le notizie escano, eccome. E pure gossip e forse molto altro. Stia almeno zitto e si penta dei suoi orrendi misfatti. Il buon Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola, forse avrà pietà di lei e invece che nell’Inferno, nel fiume di sangue bollente, lo condurrà nel Purgatorio a spiare in eterno i suoi orrendi peccati mortali. Ecco cosa hanno scritto i fallower di Facebook: Per un esame medico, per un elettrocardiogramma, per una mammografia, i comuni mortali aspettano mesi e mesi. Questo signore, invece, ha ora tutto, medici a disposizione e cure mediche immediate. Quasi quasi mi do alla latitanza pure io. Forse le cose cambierebbero pure per me. E un altro:-Quando i Deputati del Pd lo andranno a visitare sono pregati di portargli delle scatole di cioccolatini, a lui piacciono tanto -. Anche a me piacciono i cioccolatini perché sono molto goloso, ma purtroppo nessuno me li regala. Li dovrò pagare, come dovrò pagare i vari giornali che ogni giorno leggo. Il Boss ora ha tutto gratis e pure si lamenta. E’ furioso, è arrabbiato, mi fa solo pena.
L’olio motore assolve al compito di lubrificare le parti meccaniche del motore,
ottimizzandone le prestazioni ed allungandone al contempo anche la durata operativa.
Ogni automobilista con un po’ di esperienza ben conosce l’importanza di questo liquido
per il corretto funzionamento dell’auto, ragione per la quale è raccomandabile compiere un
controllo regolare della purezza e del livello di questo fluido, effettuandone la sostituzione
a tempo debito.
Immagine dell'olio motore 5w30 tratta dal sito web autoparti.it
Gli oli motore attualmente in commercio sono costituiti da una base, minerale o sintetica,
alla quale fino ad una percentuale del 30% vengono aggiunti degli additivi speciali, che
servono ad ostacolare la formazione di residui e di schiuma, ad attenuare la forza d’attrito
e a proteggere le parti del motore dai processi di ossidazione.
Sul mercato esistono diversi tipi di olio motore, la cui classificazione viene compiuta in
base ai tre criteri seguenti:
1) SAE. Questo criterio si riferisce al grado di viscosità dell’olio a seconda della
temperatura. Da un punto di vista tecnico, il termine “viscosità” indica la resistenza di un
fluido in scorrimento, quale conferita dalla forza di coesione delle molecole. Se la viscosità
è alta, l’olio di conseguenza si sposterà nel circuito del motore in maniera più lenta. In
base al grado di viscosità gli oli vengono distinti in: oli invernali, estivi e per tutte le
stagioni.
2) API. Secondo la classificazione introdotta dall’“American Petroleum Institute”, gli oli si
differenziano nei gruppi seguenti: S – per i veicoli a benzina, C e F per i veicoli a diesel. In
base alle caratteristiche dei vari motori, adottando le lettere dell’alfabeto, si fanno ulteriori
ulteriori differenziazioni.
3) ACEA. l’“European Automobile Manufactures Association” differenzia a sua volta gli oli
in tre categorie sulla base del loro funzionamento.
a) A/B. Adatti a motori diesel e a benzina.
b) C. Adatti a motori con catalizzatore o filtri particolari.
c) E. Adatti a veicoli cargo o a veicoli speciali con motore a diesel.
Come esempio concreto possiamo prendere in considerazione l’olio motore Castrol Edge,
LL 15669E. L’olio motore Castrol Edge, LL 15669E ha una viscosità di 5W-30 ed una
base sintetica con specificazione ACEA C3 ed API SG. L’olio ha la seguente
autorizzazione costruttore: MB 229.51, VW 504 00, Porsche C30, MB 229.31, VW 507 00.
Esso è adatto per un gran numero di modelli d’auto dei marchi più diffusi, quali ad
esempio: Alfa Romeo, Audi, Fiat, Opel, Seat, ecc.
Castrol è il nome di un’azienda petrolifera britannica, le cui origini risalgono al 1899, anno
in cui Charles Wakerfield fondò la “Wakerfield Oil Company” a Londra, compagnia
specializzata nella vendita di lubrificanti per treni e veicoli pesanti da trasporto. Il 1906 fu
l’anno in cui la “Wakerfield Oil” lanciò sul mercato il suo primo lubrificante. Il marchio
"Castrol" è nato dopo che alcuni ricercatori aggiunsero quantità misurate di olio di ricino
(un olio vegetale derivato dai semi di ricino, la parola inglese “castrol” significa appunto
“ricino”) alle loro formulazioni di lubrificanti. In origine il nome Castrol era solo il marchio
degli oli per motori, ma alla fine la compagnia stessa ha assunto la denominazione
Castrol, quando il nome del prodotto è diventato più noto del nome stesso dell’azienda
CC Wakefield. Dal 2000 la “Castrol Limited” è diventata una filiale della multinazionale BP
(British Petroleum Company).
La sostituzione dell’olio motore va effettuata almeno una volta all’anno. Un cambio
regolare dell’olio aiuta a prevenire i problemi legati al suo invecchiamento ed alle impurità
che col tempo inevitabilmente si accumulerebbero nel circuito del motore e che sono in
grado di causare gravi danni. Va anche rammentato che è sempre raccomandabile
acquistare un olio compatibile con la propria auto, dal momento che un liquido di viscosità
non adatta potrebbe creare seri problemi di funzionamento al motore.
L’olio combusto, infine, va sempre raccolto in un apposito contenitore e consegnato in una
stazione di servizio o in un punto di raccolta: esso non deve essere mai disperso
nell’ambiente a causa del suo alto grado di tossicità.
Ci auguriamo che la lettura di questo articolo sia stata utile.
Il 5 luglio 1950 ero ancora un ragazzo, avevo appena terminato gli esami di licenza media in Amantea, ma leggevo tre giornali al giorno. La radio a casa mia non era ancora arrivata. Le notizie più importanti ce le davano il Parroco Don Gabriele Muti, l’Ufficiale Postale Filiberto Lupi e il Prof. Giovanni Lupi. Loro e solo loro possedevano una radio. Quella di mio zio Stefano Sesti era stata fatta sigillare dopo la sua improvvisa morte. In paese arrivavano nell’edicola di Alfonso Policicchio due giornali: Il Tempo di Roma e l’osservatore Romano. A me, invece arrivavano tre giornali perché corrispondente: Il Giornale d’Italia, Il Popolo e Il Quotidiano di Roma (ora Avvenire). Quindi ero molto informato delle cose dell’Italia e del mondo. Ricordo quel giorno come fosse ieri. Il postino Don Alessandro Sesti mi consegnò i giornali arrivati nel pomeriggio e subito incominciai a leggerli. Intorno a me, ero in Piazzetta Margherita, si radunarono molti uomini tra cui Don Nicola Presta, la Guardia Municipale di San Pietro in Amantea. Mi strappò di mano i giornali e incominciò a leggere ad alta voce i titoli a carattere di scatola delle prime pagine in modo che tutti potessero udire:- Il bandito Giuliano ucciso in conflitto a fuoco coi Carabinieri. Il fuori legge è stato intercettato ed eliminato con delle raffiche di mitra- Queste erano le versioni ufficiali fornite dalle Forze dell’Ordine e queste erano le notizie che noi leggevamo sui giornali di allora. Sospetti, domande, perplessità, pettegolezzi, notizie contrastanti iniziarono subito a circolare. L’Europeo diretto da Arrigo Benedetti uscì con un articolo che fece un grande scalpore:- Di sicuro c’è solo che Giuliano è morto-. Il giornalista dell’Europeo sin dall’inizio ha sostenuto che la versione ufficiale della cattura e della morte del bandito di Montelepre faceva acqua da tutte le parti, avanzando l’idea che Giuliano fosse stato tradito e ammazzato nel sonno nella casa dell’Avv. Di Maria e poi portato nel cortile. La notizia si rivelò poi vera, Giuliano fu ucciso con un colpo sparato da suo cugino Pisciotta mentre dormiva. Pisciotta fece una brutta fine: avvelenato quattro anni dopo all’Ucciardone con un caffè alla strecnina. Mi fermo qui, leggo tutti i giornali di oggi 15 gennaio 2023, grazie ad Internet: Preso Matteo Messina Denaro. Il superlatitante preso dai Ros. Il bandito non ha opposto resistenza. Accendo la televisione e appaiono le immagini dell’avvenuto arresto. Le Istituzioni hanno esultato. Il Presidente del Consiglio Meloni ha preso un aereo di Stato e si è precipitato a Palermo. Ha reso omaggio alle vittime della mafia e si è poi congratulato coi Magistrati palermitani e con le Forze dell’Ordine. Ma come è avvenuta la cattura di questo superlatitante uccel di bosco per oltre trenta anni? Era in un day hospital di Palermo. Era in cura perché affetto da un tumore al colon. E’ lì che i Carabinieri, dopo aver circondato la clinica, lo hanno individuato e poi arrestato senza sparare un solo colpo di pistola. E’ finita così la lunga latitanza del mafioso di Castelvetrano. Ma le cose sono andate davvero così? L’unica cosa certa è che oggi Matteo Messina Denaro è in carcere ed è finita la sua lunga latitanza. Non potrà più fare del male. Oggi alla fine quello che conta è che è stato assicurato alla giustizia italiana l’ultimo dei mafiosi stragisti corleonesi.