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Redazione TirrenoNews

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Tutto il mondo sa che la battaglia contro la ‘ndrangheta è la “grande battaglia” e che Lei ne è tra i pochi protagonisti validi ed indefettibili.

In meno, invece, a sapere che questa Calabria sta morendo, ma non solo di ‘ndrangheta.

Sta morendo di malgoverno.

Non da ora, ma da tempo.

E non è un problema di centro destra o di centro sinistra.

E’ un problema di uomini che se e quando non sono compromessi con la ‘ndrangheta, lo sono con il malaffare di ogni tipo e ad ogni livello, quando non sono loro stessi il malaffare.

Politici che rubano pensando di essere nel giusto ed onnipotenti; politici che concutono o si lasciano corrompere; burocrati che rubano gli stipendi assicurando ai politici la soddisfazione dei loro interessi, anche quando semplicemente politici.

Una politica che crea i cosidetti “precari” e poi li stabilizza assicurandosi eterna fede ed eterni voti. Ma così comprando la dignità di un popolo che era bruzio e che non vuole più emigrare ma si appresta a morire di fame od a diventare ‘ndranghetista . I calabresi infatti dicono “Io mangio grazie a…………..; che vuoi che mi freghi se……….; sul pane non si sputa”.

E questa è la base per la ‘ndrangheta!

D’altro canto ci deve essere sicuramente un forte legame nel fatto che la Calabria sia come reddito l’ultima tra le regioni italiane ( e tra le ultime in Europa) e come ‘ndrangheta la prima!

E la invocazione di Renzi che il riscatto della Calabria deve partire dalla Calabria rischia di restare tale, solo una invocazione.

Ha, invece, toccato il punto dolens , Renzi, quando ha detto che il Governo, «deve raccontare meglio la Calabria ma anche fare uno sforzo perché le leggi siano rispettate da tutti».

Si! La Calabria è un problema di rispetto delle leggi . E’ questa la “vera” lotta , la giusta lotta. Il male non è solo nella ‘ndrangheta ma anche, se non soprattutto , nella cattiva amministrazione che si arroga il diritto di non rispettare le leggi, ben consapevole che la magistratura , e lei ne sembra un esempio classico, lotta contro la ‘ndrangheta e dimentica la pessima amministrazione, la corruzione, il voto di scambio e tanto altro.

Abbiamo letto che Lei è andato a Scalea “ perché le è sembrato un fatto di buona educazione incontrare il premier nella sua prima visita ufficiale in Calabria” ma siamo rimasti prostrati .

Leggere, poi, che Lei non intende candidarsi a Governatore della Calabria per il semplice «fatto che non lascerà mai le sue funzioni ed il suo lavoro per indossare i panni del candidato» ci lascia affranti.

Ha ragione Magorno, anche noi riteniamo che Lei sarebbe il candidato ideale per governare la Calabria e far partire dal Suo governo il riscatto della nostra terra.

Ci provi dr Gratteri.

Non è nemmeno detto che ci riesca. Potremmo tutti scoprire una Calabria che non vuole il suo riscatto, una Calabria che ha paura della legge e quindi di Lei.

Forse non sarebbe nemmeno una sorprendente sorpresa, forse darebbe la misura di una politica ancora più compromessa di quanto temiamo!

Ma potremmo trovare una Calabria che vuole salvarsi e che si aggrapperebbe a Lei come un naufrago all’unica zattera possibile.

Vorremmo che ricordasse le sue stesse parole profferite ad Amantea sulla compromissione della politica la scorsa estate .

Erano parole giuste. Parole che Le impongono di riflettere sulla nostra sollecitazione!

Staff Tirrenonews.it

Fermate 11 persone. Sebastiano Cannizzaro, già alla guida della Stazione dei carabinieri di Sant'Onofrio, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa

I carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno dato esecuzione alle prime luci dell'alba a un fermo di indiziato di delitto firmata dalla Dda di Catanzaro nei confronti del clan Patania di Stefanaconi, nel Vibonese. Gli arrestati sono 11 e precisamente si tratta di: Bruno Patania, 39 anni, Alessandro Bartalotta, 23 anni, Antonio Sposato, 38 anni, Iliya Krastev, 33 anni, Maria Consiglia Lopreiato, 31 anni, Caterina Caglioti, 32 anni, Alex Loielo, 21 anni, Natale De Pace, 62 anni, Toni Mazzeo, 38 anni, Riccardo Cellura, 32 anni.

Arrestato anche il maresciallo Sebastiano Cannizzaro, già alla guida della Stazione dei carabinieri di Sant'Onofrio (Vv), centro confinante con Stefanaconi. L'ex militare è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Avrebbe agevolato le attività della cosca Patania di Stefanaconi. Cannizzaro era già indagato, sospeso nel maggio 2012 e radiato nel febbraio scorso.

I reati contestati, a vario titolo, sono: associazione mafiosa, estorsione, usura, danneggiamento, detenzione di armi, possesso di segni distintivi contraffatti e favoreggiamento personale. I particolari saranno resi noti in una conferenza stampa alle ore 11 nei locali della Procura di Catanzaro.

La 'ndrangheta dei Patania. Coinvolto anche l’ ex parroco di Stefanaconi don Salvatore Santaguida

Anche l'ex parroco di Stefanaconi, don Salvatore Santaguida, fu coinvolto in uno dei filoni delle indagini della Dda di Catanzaro sulla cosca della 'ndrangheta dei Patania. Nel dicembre del 2012 il sacerdote, che è stato trasferito dal suo incarico, fu sottoposto ad una perquisizione disposta dall'allora procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, e dal sostituto Simona Rossi. Il parroco, secondo l'accusa, avrebbe fornito informazioni ad esponenti della cosca Patania.

La cosca della 'ndrangheta dei Patania di Stefanaconi (Vibo Valentia) aveva il potere assoluto sulla gestione di alcune processioni religiose. E' quanto emerge dal provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro contro 11 esponenti della cosca. A raccontare l'influenza della cosca sulle funzioni religiose è la collaboratrice di giustizia Loredana Patania le cui dichiarazioni sono state raccolte dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Simona Rossi.

La vicenda è arcinota.

Il PM Sara Ombra per il “Caso Fallara” ha chiesto pene esemplari.

Tra queste quella di Scopelliti , accusato di abuso d’ufficio e che rischia una condanna fino a 5 anni e quindi la carriera politica.

Insieme a lui i tre revisori dei conti dell’epoca Carmelo Stracuzzi, Domenico D'Amico e Ruggero De Medici accusati di falso ideologico e, solo l’ex primo cittadino, di abuso d’ufficio

Secondo il pubblico ministero Sara Ombra «Già nel 2006 la Corte dei conti rilevava il disequilibrio di bilancio, lo sforamento del patto di stabilità interno, e tutto ciò avrebbe dovuto comportare il blocco delle assunzioni di personale e degli acquisti di nuovi beni e servizi e la cessazione dell’utilizzo di consulenze e professionalità esterne all’ente, ma tutto questo non fu fatto. Il buco di bilancio al Comune era una situazione tragica, come peraltro è emerso dalla successiva ispezione del Ministero delle finanze voluta dalla Procura di Reggio».

Due le risposte.

Quella dell’NCD che segnala la esistenza di abnormi debiti sin dal 2001 ( almeno 35 milioni di euro) e quindi Scopelliti avrebbe avuto una dote che avrebbe causato il dissesto di Reggio Calabria

Quella dell’avvocato Aldo Labate che ha sostenuto «la mancanza di rilievo di natura penale delle ipotesi accusatorie nei confronti dell’ex sindaco Giuseppe Scopelliti».

L’avvocato Aldo Labate ha sostenuto infatti che le responsabilità di gestione del bilancio dell’ente ed al conferimento degli incarichi esterni « sono ascrivibili interamente al dirigente del settore Finanze ovviamente con riferimento alla compilazione del bilancio».

Oggi la parola al Tribunale presieduto da Olga Tarzia della quale l’avvocato Francesco Giuffrè aveva chiesto la astensione perché il marito Elio Sansotta avrebbe avuto un incarico da dirigente dei servizi radiologici all’ospedale di Locri dall’attuale commissario dell’Asp di Reggio Francesco Sarica, nominato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale.

Se Scopelliti dovrebbe essere condannato ad almeno 2 anni scatterebbe la sospensione dal ruolo di governatore della regione e “Peppe” sarebbe immediatamente sostituito dal vicepresidente.

Ma chissà se sarà necessario?

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